Nel post precedente racconto di come alla fine degli anni Trenta la comunità scientifica stabilì la possibilità delle reazioni nucleari a catena e della produzione di energia nucleare. Racconto anche di come il banchiere Jacques Allier fosse riuscito a farsi consegnare dalla ditta norvegese Norsk Hydro un ingente quantitativo di acqua pesante da far giungere in Francia, materiale da utilizzare nella realizzazione di un reattore nucleare.
Nel marzo 1940, la Francia era già in guerra con la Germania, perciò allo scopo di evitare i sottomarini tedeschi sì penso di trasportare le 26 latte contenenti l’acqua pesante con due aerei: uno senza il prezioso materiale avrebbe seguito la via di Amsterdam per distogliere l’attenzione tedesca, l’altro, con il carico, sarebbe andato a Perh, in Scozia (da dove poi furono trasportate in Francia).
Allier predispose il suo rientro in Francia come se volesse imbarcarsi per Amsterdam, ma in realtà all’ultimo minuto s’imbarcò sull’aereo per la Scozia assieme a un agente segreto e 10 delle 26 lattine. Le altre 16 seguirono la stessa rotta due giorni dopo, accompagnate da altri due agenti segreti francesi. Gli aerei tedeschi forzarono l’aereo diretto ad Amsterdam ad atterrare ad Amburgo, ma restarono a mani vuote.
Fu così che la Francia entrò in possesso di un certo quantitativo di acqua pesante per mettere a punto un reattore nucleare, sottraendola di fatto alla disponibilità dei tedeschi. Per quanto invece riguarda l’uranio necessario alla fissione, il 9 maggio 1940, nell’eminenza dell’invasione tedesca, il governo di Parigi decise di inviarlo in Marocco, dove resterà al sicuro sino alla fine della guerra.
Restava la preoccupazione di mettere al sicuro l’acqua pesante, che, come già detto nel post precedente, aveva trovato collocazione nel laboratorio di fisica nucleare del Collège de France. Raoul Dautry, ministro francese degli Armamenti, ordinò a Joliot-Curie di porre al sicuro l’acqua pesante. Il luogo dove nascondere i 26 preziosi contenitori fu individuato nella filiale della Banca di Francia a Clermont Ferrand, più di 300 km a sud di Parigi.
Il 17 maggio, per le preoccupazioni del direttore della banca, riluttante di assumersi responsabilità, si decise di trasferire l’acqua pesante nella prigione della vicina Riom, allocandole nelle celle dei condannati a morte, dunque dov’erano detenute delle persone che di li a poco non avrebbero più potuto raccontare della presenza delle lattine ad alcuno.
Gli eserciti francese e britannico erano in piena ritirata, il collasso era imminente. Il 4 giugno terminò l’evacuazione da Dunkerque. Il giorno 10, Joliot-Curie, con le truppe tedesche ormai alle porte della capitale, bruciò tutti i documenti sulle sue ricerche atomiche. Il giorno dopo, l’attrezzatura scientifica fu trasportata a Clermont Ferrand a bordo di una Peugeot 402, portando con sé qualche gioiello d’oro e di platino, ma anche quel grammo di radio che Marie Curie aveva ottenuto come regalo dalle “Woman of America”.
Il 12 giugno, le truppe tedesche attraversarono la Marna, e due giorni dopo entrarono trionfanti a Parigi (*). A Clermont Ferrand, Joliot-Curie si unì ai suoi assistenti Lew Kowarski (personaggio strepitoso) e Hans Heinrich von Halban (fisico francese, di origine askenazita polacco-austriaca), arrivati in città il 6 di giugno. Il 16 giugno arrivò in città anche Allier. Il governo aveva ordinato che l’acqua pesante fosse portata a bordo e da qui in Inghilterra.
Il 17 giugno, Allier e von Halban si presentarono alla prigione di Riom. Racconta lo stesso von Halban: «... il direttore del carcere, probabilmente per paura dei “nuovi padroni”, si rifiutò di consegnarci gli oggetti “depositati”. Alla fine l’incaricato speciale di Dautry lo dovette costringere con la rivoltella puntata. Il viaggio poté proseguire.» (Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni, 1959).
Possiamo immaginarci in quel frangente storico il caos che regnava nel porto di Bordeaux, più di mezzo milione di rifugiati, truppe e veicoli militari e civili abbandonati. Un bel film su questi avvenimenti non è mai stato fatto e non vedo chi potrebbe realizzarlo senza scadere nella volgarità della spettacolarità odierna. Ad attendere i fisici francesi, le loro famiglie e l’acqua pesante c’era Charles Hnery George Howard, 33 anni, laureato in chimica e farmacologia, XIX conte di Suffolk e XIII conte di Berkshire, nipote di Mary Curzon e dell’imprenditore americano Levi Leiter. Evidentemente Londra sapeva di che cosa si trattava e dell’importanza del “trasporto” (**).
Howard riuscì a far imbarcare e l’acqua pesante nella carbonera inglese SS Broompark. Il caso volle che contemporaneamente un’altra nave partita da Bordeaux urtasse contro una mina e affondasse. Questo evento servì in seguito a Joliot-Curie quando venne interrogato dalle autorità tedesche su dove fosse l’acqua pesante, per sostenere che era andata perduta perché caricata su quella nave.
La SS Broompark giunse invece a Falmouth, il 21 giugno: a bordo c’erano i 26 contenitori di acqua pesante, 4 milioni di sterline di diamanti industriali e macchine utensili, oltre a Kowarski e von Halban. I due si unirono ai fisici inglesi del Cavendish Laboratory, dove formarono un gruppo di ricerca per sviluppare un reattore nucleare ad acqua pesante. In seguito si trasferirono in Canada per partecipare al progetto nucleare anglo-canadese.
Nel marzo 1945, Dautry suggerì a De Gaulle di riaprire i negoziati sulle forniture di acqua pesante dalla Norvegia, ricevendone l’approvazione immediata e decise di mandare Allier in missione a Londra per incontrare i rappresentanti del governo provvisorio norvegese in esilio. Il 18 ottobre 1945, venne creato il commissariato dell’energia atomica (CEA) e Joliot- Curie venne nominato alto commissario responsabile di tutto il lavoro scientifico e tecnico, con Dautry amministratore generale.
Nel novembre 1945, Stati Uniti, Inghilterra e Canada tennero un meeting a Washington dedicato interamente alla questione atomiche. Si accordarono per impedire agli altri paesi di avere propri programmi nucleari, privandoli del know-how e dell’uranio. Non fu considerata l’acqua pesante e ciò permise alla Francia di sfuggire al tentativo anglo- americano di mantenere il monopolio sulle armi nucleari.
Il governo francese chiese alla Norvegia il rispetto degli accordi del 1940 con Norsk Hydro e, nel marzo del 1946, un primo contratto per la fornitura di 5 t di acqua operante venne concluso tra la Norsk Hydro e CEA. Dal 1940 al 1970 oltre 100 t di acqua pesante furono fornite dalla Norvegia alla Francia.
Joliot-Curie ebbe un ruolo attivo nella resistenza al nazismo, aderì al Partito comunista francese e non esitò a mettere in gioco la propria vita per scelte che riteneva giuste. Nella tradizione di Pierre e Marie Curie, egli credeva nella responsabilità politica e morale degli scienziati, i quali dovrebbero considerare le conseguenze nella società del proprio lavoro scientifico. Nella sua responsabilità verso il mondo, immaginava la Francia come esempio mondiale nell’utilizzo non militare dell’energia nucleare.
Nel marzo del 1950, in quanto presidente dei “Partigiani della pace”, di cui faceva parte anche Albert Einstein, lanciò l’appello di Stoccolma per l’interdizione delle armi nucleari. La sua posizione ideologica non era più compatibile con la politica francese e gli fu tolta la carica di alto commissario della CEA. Senza di lui la Francia fece esplodere la sua prima bomba atomica nel 1960.
La scienza è una forza produttiva sociale che in modo positivo dà all’umanità il potere di conoscere e volgere a proprio vantaggio le leggi e le forze della natura, ma a sua volta è subordinata e dominata dal sistema di relazioni di potenza tra gli Stati.
(*) Il parlamento e il governo francese, con il suo legittimo presidente del consiglio, si trasferirono a Vichy. Il 10 luglio l’Assemblea Nazionale votò per l’approvazione dei pieni poteri a Pétain, che firmò l’armistizio. Solo un senatore e 26 deputati dell’Assemblea Nazionale fuggirono in Nordafrica (il Partito comunista francese era già proibito dal settembre 1939, e rimase clandestino fino alla liberazione anglo-americana nel 1944). Perduta la guerra, lo Stato francese collaborò ufficialmente con i nazisti, mantenne relazioni diplomatiche anche con gli Stati Uniti. Fino al 1944 lo Stato francese godette del riconoscimento della comunità internazionale (con l’eccezione dell'Impero britannico). Ancora alla vigilia dello sbarco in Normandia, il presidente degli Stati Uniti d’America così scriveva al primo ministro britannico: «Quando l'America è entrata in guerra, l’unica Francia che conosco stava dalla parte dei tedeschi.» Il 17 giugno, un generale di brigata francese, fuggito a Londra, si proclamava rappresentante della Francia libera.
(**) Gli alberi genealogici sono fondamentali per comprendere fino a che punto tout se tient. Howard fu anche un intrepido artificiere. Disinnescò 34 bombe. La successiva gli fu fatale. L’esplosione uccise all’istante il conte, la sua fedele e inseparabile segretaria (Eileen Beryl Morden), il loro autista/assistente (Mr Frederick Hands) e cinque soldati che erano lì per assistere al disinnesco della bomba.
Perh o Clermont Ferrand?
RispondiEliminaDa Perth furono poi portate in Francia. La Scozia fu solo una tappa
Eliminaho fatto un'opportuna aggiunta. grazie
Eliminanel titolo c'è un orrore di stompa: coma al posto di come ;-)
RispondiEliminanick the old
sono proprio in coma. grasie, Vecio
EliminaDue post letti con molto gusto. Grazie!
RispondiEliminaDario
bacini, caro Dario
EliminaA proposito pure i libri di cucina della famiglia Curie and relatives sono ancora radioattivi e pericolosi da maneggiare...
RispondiEliminaLuigi