Quest’anno a nessuno è passato per la testa di ricordare l’85° anniversario dell’8 settembre, e però certe cose ritornano. Tipo la battaglia sul grano. Solo che questa volta i protagonisti dello scontro sono la Polonia e l’Ucraina. Ho grande curiosità per quando l’Ucraina dovesse entrare a far parte della UE. Insomma, vedere che cosa accadrà tra la grande fratellanza di fascisti ucraini, polacchi e ungheresi.
Intanto, cosa che dovrebbe interessare particolarmente se non fossimo intronati da altro, la Federal Reserve ha deciso di non alzare i tassi di interesse nella riunione di ieri, tuttavia ha segnalato che potrebbe alzarli nuovamente in almeno una delle due riunioni previste per quest’anno.
Nel suo intervento alla conferenza stampa successiva all’incontro, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha nuovamente insistito sul fatto che “il mercato del lavoro rimane teso”. Anche se il divario tra posti di lavoro e lavoratori si è ridotto, la domanda di lavoro continua a superare l’offerta disponibile, una situazione che la Fed intende invertire.
Vuole che il tasso di disoccupazione aumenti, con le proiezioni del Federal Open Mark Committee (FOMC) – il cosiddetto dot plot (è un grafico) – che fissano il tasso di disoccupazione al 4,1% per il prossimo anno, rispetto al livello attuale del 3,8%.
Insomma, nero su bianco, i partecipanti al FOMC si aspettano che il “riequilibrio nei mercati del lavoro continui, allentando le pressioni al rialzo sull’inflazione”, ha detto Powell. Laddove per “riequilibrio”, secondo questa feccia di suprematisti dell’economia, significa una politica monetaria restrittiva per creare più disoccupati e più precariato. Più chiaro e semplice di così non si potrebbe.
In un rapporto di questa settimana, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che copre 38 economie sviluppate, ha insistito sul fatto che i tassi di interesse dovevano rimanere elevati anche in presenza di segnali di stress nell’economia mondiale.
Il solito Pierino, a questo punto, alzerebbe la mano chiedendo: in quale altra maniera riporteresti il tasso d’inflazione attorno al 2 per cento? L’unico modo che hanno per rispondere alle contraddizioni del sistema capitalistico è quello di attaccare l’occupazione, i salari e i livelli di sussistenza.
Questa perversità non è il prodotto di un pensiero difettoso, è l’espressione della logica di classe, essenziale al sistema di rapina capitalistico. Nell’ultimo mese, i rapporti di tre importanti organizzazioni – la Fed, il Financial Stability Board e da ultima la Banca dei Regolamenti Internazionali – hanno evidenziato il ritorno delle rischiose scommesse speculative da parte degli hedge fund nel mercato dei titoli del Tesoro statunitense, ma anche, soggiungo, su quello del petrolio.
Si tratta di speculazione ad alta leva finanziaria, ossia con ampi livelli di debito che cerca di sfruttare le piccolissime differenze tra il prezzo dei titoli del Tesoro e il loro prezzo nei mercati dei futures (*). La fonte della crisi non risiede nella periferia ma nel centro stesso del sistema finanziario globale. Il mercato del Tesoro statunitense costituisce il fondamento del sistema finanziario globale.
Questa settimana l’Institute for International Finance ha reso noto che il debito globale ha raggiunto il nuovo record di 307.000.000.000.000 di dollari nei primi sei mesi dell’anno, dopo essere aumentato di 10.000 miliardi di dollari. Il debito nazionale degli Stati Uniti questa settimana ha raggiunto i 33.000.000.000.000 di dollari.
Oltre a creare le condizioni per turbolenze sui mercati finanziari, l’aumento del debito ha importanti implicazioni sociali perché è accompagnato da un aumento dei tassi di interesse. Un caso tipico è quello italiano, dove gl’interessi sul debito, annualmente tra gli 80 e i 100 miliardi, ci strozzano.
In altre parole, sia nei paesi sviluppati che in quelli meno sviluppati, la spesa per servizi sociali, sanità, istruzione e altre spese necessarie dovrà essere tagliata per pagare le cedole dei detentori di obbligazioni. Il pagamento degli interessi, insieme all’aumento delle spese militari, stanno diventando i capitoli della spesa pubblica in più rapida crescita.
(*) Se i finanziatori degli hedge fund richiedono un aumento di liquidità agli hedge fund stessi ai quali hanno prestato denaro – una richiesta di margine – perché il valore dell’attività sottostante su cui si basa il prestito è diminuito, ciò può innescare una svendita di asset per soddisfare la richiesta e una spirale discendente, poiché i mutuatari cercano di soddisfare la domanda di liquidità aggiuntiva. In altri termini: questa repentina richiesta di liquidità può avere, sul mercato del reddito fisso, effetti destabilizzanti simili alla richiesta dei correntisti presso le banche, com’è accaduto di recente.
Nessun commento:
Posta un commento