venerdì 22 settembre 2023

Creare “fatti sul campo”

 

Nel mezzo di una crisi militare sempre più profonda innescata dal fallimento dell’offensiva di primavera dell’Ucraina, dopo aver dimissionato il suo ministro della difesa e tutti i suoi vice, ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha trascorso delle ore a porte chiuse al Pentagono, incontrandosi con il segretario alla difesa Lloyd Austin e poi con il presidente Joe Biden, alti funzionari del governo, rappresentanti del Senato e importanti esponenti della Camera.

Gli incontri hanno fatto seguito ai discorsi di Biden e Zelenskyj al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui Biden ha escluso qualsiasi soluzione negoziata del conflitto mentre Zelenskyj ha recitato la solita parte che in Vietnam fu di Ngô Đình Diệm, “il Churchill dell’Asia sud-orientale”, secondo la definizione di Lyndon Johnson.

Il Pentagono ha affermato che l’incontro mirava a “discutere i requisiti di capacità a lungo termine dell’Ucraina e come sostenerli in futuro in termini di deterrenza verso la Russia”. Nonostante mesi di propaganda mediatica, l’offensiva ucraina si è rivelata una sanguinosa debacle, che le agenzie di intelligence statunitensi ammettono non riuscirà a raggiungere gli obiettivi minimi prefissati.

La verità è presto detta: annunciata con mesi d’anticipo, iniziata il 4 giugno, la controffensiva di primavera, con l’obiettivo primario di attraversare la “linea Surovikin” nel sud del paese e raggiungere il mare d’Azov, dopo mesi di tentativi si è rivelata un’impresa sanguinosissima e finora senza speranza. Le forze di Kiev sono riuscite a passare la prima delle tre linee di difesa costruite dalle truppe del genio russe lungo il fronte. Raggiunta la seconda linea a sud di Robotyne, nell’oblast di Zaporizhia, gli ucraini hanno guadagnato, secondo Le Monde, un’area di appena 1,5 kmq di territorio agli inizi di settembre, ma non sono riusciti ad andare oltre.

Da metà ottobre, con l’arrivo dell’inverno, tutto sarà reso molto più difficile. Del resto, se all’esercito ucraino venisse ordinato di continuare ad oltranza l’offensiva, i soldati si ammutinerebbe. Non sono più disposti a morire per la cricca corrotta di Kiev e per gli interessi di Washington, ma questo non si adatta alle sciocchezze scritte dal dipartimento di stato statunitense e riprese da buona parte dei media occidentali. Ciò non significa che anche i soldati russi mobilitati non soffrano la loro situazione in trincea e le gravi perdite, ma né Mosca né Kiev comunicano dati in proposito.

Anche sul fronte interno le cose non vanno meglio, dove la popolazione è sempre più stanca del conflitto in corso. Da notare che il miliardario ucraino Igor Kolomoisky, artefice dell’ascesa di Zelenskyj e presidente del Parlamento ebraico europeo (esiste!), è stato incriminato formalmente per manipolazione finanziaria delle sue partecipazioni nel settore del petrolio e del gas: lo riportano i media ucraini.

Con il fallimento dell’offensiva ucraina, l’amministrazione Biden è giunta alla conclusione che l’unico modo per raggiungere gli obiettivi degli Stati Uniti è aumentare massicciamente il loro coinvolgimento nel conflitto. Biden teme che l’esito delle elezioni del 2024 possa mettere a repentaglio il proseguimento del coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto e sta cercando di trasformare la guerra in uno scontro diretto con la Russia, ossia di creare “fatti sul campo” che renderebbero impossibile a una nuova eventuale amministrazione di porre fine al conflitto.

3 commenti:

  1. Pensa che Jacopo Iacoboni continua a riportare i successi della controffensiva. Praticamente Jacopo è arrivato a Sebastopoli, e sta per sequestrare un sottomarino nucleare col quale si porterà nel Golfo di Napoli per silurare l'allenatore.

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  2. Spero nessuno si illuda che un tracollo ucraino porterà alla pace; gli Usa stanno tramando da anni nel sud del Caucaso e con tutte le cinque repubbliche ex-sovietiche dell'Asia centrale. La smania di entrare nella NATO di Svezia e, soprattutto, Finlandia stava forse anche nell' impedire d'essere la prossima fiera lanciata nell'arena contro la Russia; meglio soffrire economicamente che dissanguarsi mortalmente.
    Sfortunatamente a Washington non hanno appreso la lezione sovietica: dissennatezza economica e militarismo sfrenato non vanno d'accordo. Ma probabilmente essere impero impone velleità scambiate per necessità storiche.
    (Peppe)

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