domenica 3 settembre 2023

La musulmana per eccellenza

 


Ho più rispetto e simpatia (mettono di buon umore) per le stravaganze dei terrapiattisti e in chi crede negli gnomi delle favole, che non nella fede (critica!) di tipi come Giulio Busi, il quale oggi riempie la prima pagina del domenicale del Sole 24ore di rantoli su “Gesù figlio di Dio”.

Anche a voler prendere seriamente il mito di Maria e di suo figlio, mai nessuno di questi chierichetti viene a dire ciò che è un fatto descritto, ossia che Maria era senza dubbio una bambina violentata e Gesù un bastardo.

A dire il vero, Busi le sue sciocchezze su Gesù le fa iniziare dal momento in cui costui fa il bagno nel fiume Giordano, ossia “dopo il cielo che si apre per lui e fa discendere, nel tempo, la colomba che viene da oltre il tempo”. Gli Ufo o UAP hanno storia antica.

Personalmente frega nulla della diatriba tra chi crede che “quell’oscuro ebreo, nato dalla feccia del popolo, crocifisso al tempo dell’imperatore Tiberio” (Voltaire) sia esistito realmente e chi nega dignità storica al racconto dei Vangeli. Gesù, nel caso, potrebbe anche essere stato un mago egiziano o un extraterrestre.

L’origine del paradosso cristiano sta nell’aver fatto del figlio di Dio un ebreo che non appartenne mai alla religione cristiana, che fu torturato e crocifisso dai romani prima che Roma, tre secoli e mezzo dopo, lo deificasse e lo rendesse il fondatore della nuova religione obbligatoria dell’impero.

Anche accettando la sua storicità, quando Gesù viveva, non c’era Gesù Cristo, e quando Gesù Cristo apparve, Gesù era morto da molto tempo. Il Gesù di Giulio Busi, nato dalla letteratura sacra, è una figura che non ha altra realtà che la teologia.

Più interessante un altro personaggio di quella saga contorta e contraddittoria. Secondo i Vangeli sinottici, Maria era sposata con Giuseppe, e tuttavia viveva con i suoi genitori, il che, secondo la legge ebraica, significa che non era sposabile. Quando viene scoperta la sua gravidanza, Giuseppe dovrebbe ripudiarla, addirittura farla lapidare, ma l’accoglie in casa sua.

Il Vangelo secondo Matteo ci racconta che la coppia avrà poi sei figli, quattro maschi di cui conosciamo i nomi e due femmine rimaste anonime. La verginità di Maria non è ginecologica ma teologica.

I primi tre Vangeli hanno un punto in comune, raccontano allo stesso modo la vita di Gesù. In questi testi Maria, quando viene citata, è costantemente maltrattata, sminuita, snobbata dal suo stesso figlio. La tratta come una serva. Nello stesso registro avanza dapprima la tradizione del Vangelo di Giovanni: “Che vuoi da me, donna?” (Gv 2-4), poi, con un colpo di genio, l’evangelista (Eusebio di Cesarea o altro scriba del suo seguito?) ha l’idea di installare Maria ai piedi della croce! In tal modo rovescerà il carattere di Maria e lo trasmetterà ai posteri.

Il Concilio di Efeso (431) fece il passo definitivo facendo di Maria la “madre di Dio” (Theotokos). In modo ancora più inaspettato, nell’Islam, la figura di Maria ha avuto uno sviluppo considerevole. Sure e versetti portano il suo nome; è l’unica donna nominata nel testo; è citata molte più volte di Gesù o Maometto. Per l’Islam, Maria (Maryam) è la musulmana per eccellenza (*). Da questo punto di vista, l’influenza dei testi cristiani (soprattutto di quelli cosiddetti apocrifi) è innegabile.

Con il culto di Maria, quello dei santi, l’invenzione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, gli scribacchini cristiani reinventarono il politeismo. Una cosa non molto diversa dalle divinità dei greci e romani, ognuna delle quali fungeva per degli usi suoi propri. Tutto questo suona molto simile all’idolatria.

Stesse dispute tra gli ebrei, basta aprire la Bibbia ebraica per vedere che ci fu una lotta tra gli Yahvisti e i seguaci di Elohim, prima che gli Yahvisti prevalessero. Per l’Islam la cosa è più chiara: esiste un solo Dio, Allah. È una religione molto semplice teologicamente, adatta a gente semplice del deserto, mentre le élite dei cristiani moltiplicarono le complicazioni fino a perdersi in esse.

(*) Nell’edizione del Corano dei Classici della UTET, a cura di Martino Mario Moreno, il nome di Maria (da non confondere con Maria copta) è citato in 18 pagine, in particolare le sono dedicate la XIX Sura e un versetto alla III Sura (p. 64).

3 commenti:

  1. Secondo me, però, la maggiore debolezza sta nella ragione per cui Dio si è fatto uomo, ossia la ragione fondante del cristianesimo. Mi ha sempre colpito la futilità della storia della colpa originale, e anche, se mi è consentito, l'iniquità. Per un peccato che i preti stessi dicono indeterminato, commesso da un tizio e una tizia altrimenti dimenticati, si colpevolizzano milioni di ignari discendenti, e si rende necessario tutto questo ambaradan. Poi arriva Darwin e quegli altri che tu hai correttamente citato in un post recente, e persino la discendenza viene posta in serio dubbio.
    Non sorprende che sia stato istituito il tribunale dell'inquisizione. L'unico puntello è il divieto di ragionarci su.

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    1. tu vorresti trovare qualcosa di razionale in questioni che attengono la dimensione metafisica? se la cantano e se la suonano, perciò ho detto che mi sono più simpatici i terrapiattisti, almeno non si spacciano per ciò che non sono

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