giovedì 18 maggio 2023

Smemorati d'Italia

 


Non giustifico queste forme di repressione poliziesca e giudiziaria, tuttavia vorrei ricordare, ai numerosi indefessi difensori dei principi democratici e titolari esclusivi del giudizio storico-sociale, le numerose condanne a decine di anni di carcerazione da parte dei tribunali italiani per il reato di “concorso morale”, oppure quando sono rifiutati i benefici di legge ai detenuti con queste (non rare) motivazioni:

«secondo il giudice di sorveglianza nei suoi testi, in particolare nel libro, Esilio e castigo (2005) dove aveva raccontato i retroscena dell’estradizione, spiegava il fenomeno della lotta armata avrebbe mostrato un atteggiamento “che si concepisce come controparte rispetto a tutte le istituzioni pubbliche”, accusate di scrivere la storia da vincitori assumendo atteggiamenti vendicativi attraverso le relazioni delle commissioni parlamentari, le sentenze della magistratura ecc. (pag. 43 del volume Esilio e Castigo, edizioni La Città del Sole)», mostrando secondo il magistrato «il perdurante disprezzo delle istituzioni dello Stato di diritto» che «seppur praticato con una maturità che gli consente di esporre le proprie idee in modo da rispettare le regole sociali» (come correttamente rilevato nella relazione di sintesi), «non si concilia con la condivisione dei valori fondanti del sistema giuridico- democratico italiano». 

1 commento:

  1. I critici ucraini nei confronti del governo di Kiev invece sono tutti a piede libero? Domanda da trasmettere al sig. Capone, grazie.

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