giovedì 11 maggio 2023

La grande bugia

 

La teoria alla base della propaganda ha due suoi postulati principali: più è grande e più ripeti la bugia, e più facilmente verrà creduta.

È così che la guerra in Ucraina è diventata la prima della storia senza precedenti storici o motivi economici e strategici, la prima guerra basata interamente sulla psicologia di un uomo: Vladimir Putin.

La Casa Bianca e tutti i media statunitensi hanno proclamato che il conflitto è una “guerra non provocata” lanciata da un solo uomo il 24 febbraio 2022. La locuzione “non provocata” è diventata onnipresente nella descrizione della guerra da parte dei media statunitensi. Il Washington Post, il New York Times e le reti televisive hanno usato la frase centinaia di volte, così come i media russi usano la dizione “operazione speciale” per definire la stessa guerra. Fanno da controcanto i media dei paesi satellite dell’una e dell’altra parte.

La differenza sta nel fatto che il mantra della “guerra non provocata” è diventato per l’Ucraina quello che le “armi di distruzione di massa” fu per la guerra in Iraq, o il “Ricordati del Maine” per la guerra ispano-americana (che in questo blog ho più volte ricordato).

Tuttavia c’è a segnalare una novità: l’altro ieri il Washington Post ha pubblicato un’intervista con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, il quale ha affermato che la guerra in Ucraina “non è iniziata nel 2022. La guerra è iniziata nel 2014. E da allora, la NATO ha implementato il più grande rafforzamento della nostra difesa collettiva dalla fine della guerra fredda.” [And since then, NATO has implemented the biggest reinforcement of our collective defense since the end of the Cold War].

Continua il pacifista segretario della NATO: “Per la prima volta nella nostra storia [cioè dal 2014], abbiamo truppe pronte al combattimento nella parte orientale dell’alleanza, i gruppi tattici in Polonia, Lituania, nei paesi baltici, in realtà tutti gli otto gruppi tattici dal Mar Baltico fino al Mar Nero. Maggiore prontezza delle nostre forze. E aumento della spesa per la difesa”.

Tutte cose che si sapevano, ma è di un certo interesse sentirle confermare da chi fino a ieri sosteneva che la guerra in Ucraina “non è stata provocata”, che dunque il conflitto ha uno sfondo storico, che l’invasione del 2022 è stata una risposta disperata all’accerchiamento attuato dalla NATO agli sforzi crescenti della stessa per portare l’Ucraina nella sua orbita.

Stoltenberg afferma che la guerra è iniziata nel 2014, ma non spiega cosa sia realmente accaduto quell’anno, iniziato con l’operazione, sostenuta apertamente dagli Stati Uniti (Victoria Nuland ha vantato “oltre 5 miliardi di dollari” di finanziamenti statunitensi), di cambio di regime in Ucraina, con il rovesciamento del governo del presidente Victor Yanukovych, che si era opposto a misure per integrare l’Ucraina in un patto politico- commerciale con l’UE, in vista dell’integrazione nella NATO.

I soliti democratici col culo degli altri potranno osservare (sorvolando sul colpo di Stato): sarà ben diritto dall’Ucraina di aderire alla Nato? Provino a fare questo raggionamento, se ci riescono: sarebbe diritto del Messico stipulare un’alleanza militare con la Cina ospitando truppe cinesi e il relativo armamento?

L’operazione cambio di regime sostenuta dagli Stati Uniti e dalla NATO aveva lo scopo di provocare uno scontro con la Russia. Il colpo di stato ha provocato una risposta da parte del Cremlino, che ha ovviamente capito che se avesse ceduto il controllo della penisola di Crimea, sede della flotta russa del Mar Nero, alla NATO, ciò avrebbe consentito agli Stati Uniti di stazionare la propria flotta nel porto di Sebastopoli, conferendo al dominio militare statunitense il Mar Nero e l’Asia Centrale.

Pur affermando pubblicamente di sostenere un cessate il fuoco nel quadro degli “accordi di Minsk”, le potenze della NATO hanno invece incanalato miliardi di dollari in armi in Ucraina in preparazione di una guerra il cui obiettivo delle forze fasciste ucraine era la pulizia etnica dell’Ucraina orientale e la “riconquista” della penisola di Crimea.

Nel 2021 il governo ucraino ha approvato anche ufficialmente una strategia per la riconquista militare della penisola di Crimea, che è stata poi de facto codificata con il partenariato strategico USA-Ucraina del novembre 2021 (ne ho già scritto a suo tempo).

Gli Stati Uniti e la NATO sono determinati a realizzare, attraverso la guerra e fino all’ultimo ucraino, gli obiettivi che hanno motivato il colpo di stato del 2014. La menzogna della “guerra non provocata” è stata accettata e promossa dai media padronali e da quelli finanziati dagli Stati (dunque tutti i media), ma anche da quelle forze politiche che passano per essere, almeno nominalmente, di sinistra, ma che in realtà rappresentano settori privilegiati dell’alta borghesia, in piena sintonia con le dichiarazioni di Stoltenberg e di tutta la cricca imperialista.

E quella stessa sinistra italiana che si dichiara antifascista e antimperialista, che però non disdegna stretti rapporti con gli esemplari più rappresentativi dell’atlantismo guerrafondaio e del neofascismo.

5 commenti:

  1. https://tinyurl.com/mujhvm38

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  2. Eccellente post.
    Quanto agli esempi simmetrici, non occorre scomodare ipotetiche alleanze sino-messicane. Pensiamo alla crisi di Cuba dell'ottobre 1962, provocata da San Giovanni Kennedy e San Roberto, suo fratello.

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    1. cuba è roba vecchia, e poi era comunista. oggi è necessario rendere la complessità con le banalità, altrimenti non capiscono. pensa ai sondaggi, è nella percentuale di quelli che rispondono "non so" o non rispondono affatto che si mimetizzano le poche persone dotate d'intelletto che sono rimaste in questo gonfio paese.

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    2. Sondaggi. Buoni quelli. Vediamo come avvengono. La società che li cura stabilisce le domande, e le caratteristiche del campione. Nel caso in cui il campione abbia rilevanza nazionale, è necessaria una certa distribuzione territoriale e il raggiungimento di un numero prefissato. Partono le telefonate: "signore, vuole rispondere?" "No, vaffanculo". Segue altro tentativo, fino al raggiungimento del numero desiderato. Alla fine di questa pantomima, c'è qualcuno così fesso da pensare che il campione ottenuto assomigli anche vagamente a quello prefigurato?

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  3. Nelle prime settimane di guerra non vi era titolo o notiziario dei mass media che non iniziasse con l'affermazione secondo cui l’intervento della Russia era "non provocato". Sennonché questo sintagma è una parte essenziale della narrazione costruita per colpevolizzare e criminalizzare lo Stato russo come "espansionista" e per accreditare la tesi cretina secondo la quale tale Stato è gestito da un megalomane che si fa passare per "il nuovo zar" ecc. ecc. Così la ripetizione ossessiva del predicato “non provocato” (nella retorica questa è la figura dell’anadiplosi) ha svolto la sua funzione deviante oscurando e di fatto obliterando il riconoscimento delle innumerevoli provocazioni con cui l'imperialismo euroamericano e i suoi vassalli di Kiev si sono ingegnati, negli ultimi anni, di minacciare i legittimi interessi della Russia e di creare nei confronti di questo paese problemi di sicurezza sempre più gravi. Basti citare i principali:
    • l'inarrestabile espansione orientale della NATO (comprese le aperture di credito all'adesione di Georgia e Ucraina) e l'attestarsi delle forze militari della NATO proprio alle porte della Federazione Russa;
    • la cancellazione unilaterale, da parte del governo USA, dei Trattati sulle Forze Nucleari Intermedie e sui “Cieli Aperti”;
    • il colpo di Stato di Majdan del 2014 contro il legittimo governo di Yanukovich, compiuto dai servizi segreti occidentali in collaborazione stretta con le bande nazionaliste e neonaziste ucraine di estrema destra;
    • il totale e complice silenzio degli USA e di altri governi occidentali sui continui bombardamenti della regione separatista del Donbass a partire dal 2014, bombardamenti che hanno causato 14.000 vittime, tra cui migliaia di civili;
    • l'invio di armi, munizioni, consiglieri militari e addestratori della NATO al regime golpista di Kiev (invio rispetto al quale anche l’Italia ha svolto un ruolo importante);
    • la sistematica repressione di russi, ebrei, rom e altre minoranze, così come dei comunisti e di altri progressisti e attivisti sociali democratici da parte del regime nazionalista di estrema destra instaurato nell’Ucraina.
    È innegabile che tutte queste azioni rappresentino altrettante provocazioni, e come tali vengono viste a Mosca e tra i popoli della Russia in generale. Tuttavia, la potenza (almeno nel breve periodo) di questa intensa guerra mediatica è tale, che il semplice riferimento a uno qualsiasi di questi fatti accertati farà immediatamente scattare l’accusa di essere "al servizio di Putin".

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