sabato 30 aprile 2022

Stanno facendo di tutto per sembrarlo


Ieri è proseguita quella che è stata descritta come una “rotta di aprile” e l’indice NASDAQ è sceso di oltre tre punti, portando la perdita totale del mese all’11,69%. È stato il mese peggiore dall’ottobre 2008, quello della crisi finanziaria globale e ha portato il suo calo annuale al 22%. La caduta del NASDAQ ha cancellato oltre 5.000 miliardi di dollari del suo valore di mercato dal record dello scorso novembre.

Non è ancora panico, ma si vedono lampi di tempesta sull’orizzonte (non troppo lontano).

Le cosiddette azioni FAANG, che comprendono Meta (la società madre di Facebook), Apple, Amazon, Netflix e Alphabet (la società madre di Google), hanno perso insieme 1.000 miliardi di dollari di valore di mercato. Le cadute individuali sono significative: Amazon ha registrato una perdita del 27% per l’anno, Apple oltre il 13% (nonostante aumento di fatturato e utili), Netflix è sceso del 49% nel solo mese di aprile (per i motivi divulgati dalla stampa in questi ultimi giorni) e del 68% da inizio anno.

L’indice S&P 500 è sceso per quattro settimane consecutive con una perdita dell’8,8% per aprile. La sua perdita per l’anno, iniziato con l’indice ai massimi storici, è quasi del 14%. Il Dow è sceso del 4,9% ad aprile e quest’anno ha perso quasi il 10%. Entrambi gli indici hanno registrato il loro mese peggiore dal crollo di marzo 2020 all'inizio della pandemia.

Insomma, come scrivevo nei giorni scorsi, siamo sull’orlo di una crisi di nervi, tanto più per la decisione della Federal Reserve statunitense di alzare i tassi d’interesse e iniziare a ridurre le sue disponibilità di attività finanziarie a causa dell’aumento dell’inflazione. Anche la Bce segue la stessa strada di riduzione degli acquisti.

La ragione principale del declino del mercato è l’impennata dell’inflazione, la più sostenuta in quattro decenni, che sta spingendo le banche centrali a inasprire la politica monetaria. Quando l’inflazione era molto bassa, potevano riversare denaro sui mercati senza il timore che ciò avrebbe innescato un aumento dei prezzi.

Queste politiche hanno portato, per esempio, a un aumento del 250% dell’indice MSCIWorld Growth dei mercati azionari nell’ultimo decennio. L’inflazione significa che le condizioni sono cambiate. Non solo l’inflazione, ma anche la recrudescenza della pandemia in Cina, la guerra in Ucraina e altri fattori s’intersecano con i continui problemi nelle catene di approvvigionamento globali. Per una volta vorrei non essere pessimista, ma tutto lascia presagire non si tratti di un semplice temporale bensì del preannuncio di un uragano.

A sorpresa il PIL degli Stati Uniti si è contratto a un tasso annualizzato dell’1,4% nel primo trimestre. L’amministrazione Biden ha liquidato il dato come una “stranezza statistica”. È una stranezza che gli scoppierà in mano a Biden. L’inflazione, che già supera l’8 per cento, sta salendo così rapidamente che la Fed dovrà alzare i tassi a un livello tale da provocare una recessione. Vedremo presto.

Anche nella fabbrica del mondo le cose non vanno bene. Il renminbi è sceso del 4,2% rispetto al dollaro questo mese, un calo record, maggiore di quello del 2015 che ha fatto tremare i mercati globali. Il calo della valuta limita la capacità del governo di adottare misure di stimolo economico. Insomma, le cose vanno male ovunque.

Il tasso inflattivo per la zona euro è del 7,5 per cento fino ad aprile, guidato dall’aumento dei prezzi dell’energia, più 38% e dei prezzi dei prodotti alimentari non trasformati che sono aumentati del 9,2. Questo è solo l’inizio della stagflazione, mentre la preoccupazione maggiore dei nostri amati leader è quella di alimentare la guerra tra USA e Russia con l’invio di armi sempre più distruttive.

Uno degli effetti di un aumento dei tassi d’interesse della Fed, che impatta sulla politica monetaria per il resto del mondo, e di un aumento del valore del dollaro, è quello di mettere a dura prova i paesi più poveri che hanno debiti molto elevati denominati in dollari. A ciò s’aggiungeranno presto gli effetti della crisi alimentare.

Quelli che stanno ai piani alti, se non sono pazzi, stanno facendo di tutto per sembrarlo. 

7 commenti:

  1. Non sono pazzi, è che non hanno vie di uscita da questo sistema/manicomio che domina il mondo e le nostre vite.

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  2. Codacons all’arrembaggio

    Il Codacons (associazione dei consumatori) ha deciso di fare ricorso a TAR contro il governo che fornisce all’Ucraina armi offensive, in quanto queste implicano una partecipazione italiana al conflitto in corso, sono in pieno contrasto con la volontà degli italiani e violano gli articoli 11 e 78 della Costituzione.
    A ciò si potrebbe aggiungere:
    - Anche se avessimo offerto armi difensive, avremmo violato lo stesso la nostra Costituzione, e non tanto o non solo perché non possiamo usare la guerra come mezzo di risoluzione di conflitti internazionali, quanto soprattutto perché la nostra Costituzione è chiaramente antifascista e noi non possiamo armare un governo che favorisce il nazismo. Poiché i destinatari di queste armi sono “nazionalisti neonazisti”, la differenza tra “difensive” e “offensive” è del tutto irrilevante. Su questo il Codacons non ha le idee chiare.
    - La volontà degli italiani va verificata prima (tramite referendum) e non dopo aver deciso di consegnare delle armi e di comminare a qualsivoglia Stato delle sanzioni economiche e finanziarie (che sono altrettante armi e che colpiscono in prevalenza la società civile di quello Stato più che il governo in carica). Al massimo si può prescindere da questa volontà popolare quando si organizzano trattative di pace o quando si forniscono aiuti umanitari destinati alla popolazione civile, che possono tradursi in forme di assistenza sanitaria, controllo dei corridoi umanitari per evacuare i civili dalle loro abitazioni-rifugio, garanzie di espatrio veloce, ecc.
    - L’art. 78 della Costituzione (“Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al governo i poteri necessari”) non si riferisce a una possibile dichiarazione di guerra nei confronti di uno Stato considerato “nemico”, ma si riferisce alla necessaria difesa della nostra nazione nei confronti di uno Stato chiaramente aggressore, che vuole invaderla o sottometterla, integralmente o in qualche sua parte di territorio. In una situazione del genere il parlamento e il governo devono agire in fretta, non possono aspettare il consenso popolare. Questo articolo, come quello n. 11, sono stati chiaramente violati dal nostro Paese (che dal 1945 non è mai stato minacciato da nessuno) ogni volta che ha aderito alla volontà belligerante della NATO (soprattutto quando il governo l’ha fatto senza il preventivo consenso delle Camere: p.es. l’intervento militare dell’Italia in Kosovo nel 1999 fu reso noto dal governo alle Camere quanto le operazioni belliche erano già state avviate). Cioè non è sufficiente dire – come fa il Codacons – che “lo stato di guerra deve essere deliberato con legge formale del Parlamento”. Bisogna invece dire che uno “stato di guerra”, per poter essere dichiarato quando il nostro Paese non è minacciato da nessuno, va sempre sottoposto alla volontà popolare.
    E. G.

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    1. Scudi e corazze, armi difensive,... altri esempi? Pannoloni? Mutande robuste? ah giusto, ...missili anti missili, altri esempi?
      ...
      Non ho bisogno di cavità
      auricolari, né di occhi che vedono.
      Al tuo mondo dissennato
      una sola risposta - rifiuto.
      Marina I. Cvetaeva - 1939

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  3. Da L'Indipendente: Francia, proteste per aumento prezzi: agricoltori scaricano letame davanti ai supermercati

    A Pau, in Francia, gli agricoltori hanno scaricato letame, pneumatici e rifiuti di fronte alla Prefettura e alle sedi dei supermercati Leclerc e Carrefour in segno di protesta contro l’aumento dei prezzi delle materie prime. Un gesto simile è stato compiuto nei pressi del deposito di una raffineria di Tolosa, per contestare l’aumento dei prezzi del carburante. “Se non saremo ascoltati, dovremo tornare” hanno dichiarato, al termine della giornata di mobilitazione.
    P. S: Macron ha detto che sarebbe stato dalla parte della rabbia. Bene, si accomodi!

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  4. Io sono molto incazzato. Capisco che ciò appaia irrilevante, ma lo dico lo stesso.

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  5. MERCENARI DA 63 PAESI IN UCRAINA

    Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashénkov, ha riferito a metà di questo mese che Kiev è riuscita ad attirare 6.824 mercenari da 63 paesi in Ucraina. Il gruppo più numeroso proveniva dalla Polonia (1.717), mentre circa 1.500 provengono da Stati Uniti, Canada e Romania. Inoltre, circa 300 sono arrivati ​​dal Regno Unito, un numero simile dalla Georgia e 193 individui dai territori siriani controllati dalla Turchia.

    Secondo il rappresentante, almeno 1.035 mercenari sono stati liquidati, mentre 912 si sono rifiutati di partecipare alle azioni di combattimento e sono fuggiti dal Paese, riporta RT.

    Konashenkov ha ricordato che i mercenari stranieri non sono considerati combattenti ai sensi del diritto umanitario internazionale.

    “Sono venuti in Ucraina per guadagnare soldi uccidendo gli slavi. Quindi la cosa migliore che li attende è responsabilità penale e lunghe pene detentive”, ha detto.

    https://www.occhisulmondo.info/2022/04/30/un-mercenario-britannico-denuncia-di-non-essere-stato-pagato-per-il-suo-lavoro/?fbclid=IwAR2ZIrBOk7pYYkKd4VaRR0gNYZa3Ucxa12j1Y1bVoar4qEbdUkDa8b_t340

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