mercoledì 2 febbraio 2022

Non è mai troppo tardi


Che cosa diremmo se gli amerindi rivendicassero i loro territori aviti? Se gli arabi, i normanni, gli spagnoli e i francesi rivendicassero la Sicilia. E se la stessa Sicilia rivendicasse la propria indipendenza. E se il Veneto ... .

È un po’ come ne Il Signore degli Anelli, il Trono di spade, eccetera.

Se la smettessimo con queste stronzate? Vogliamo mettere a gara le bugie del presidente americano e quelle del presidente russo? Un’intera società Potëmkin c’è data a vedere da una parte e dall’altra (*).

Siamo consapevoli della Storia, delle differenze e delle somiglianze tra i popoli. Per quanto concerne l’Ucraina sono note anche le famiglie divise, la rottura culturale già ben avviata all’interno delle nuove generazioni. Le merci importate in Ucraina sono spesso polacche o tedesche, i turisti sono baltici, slovacchi, bulgari. Nessuno, assolutamente nessuno, a cominciare da Putin, crede seriamente che l’Ucraina possa e debba diventare, come auspicato dai separatisti del Donbass, uno Stato sotto l’influenza di Mosca.

A quale blocco geopolitico può attaccarsi l’Ucraina?

Se qualche volta prendessimo seriamente le cose per come stanno, per esempio considerando il sogno della Polonia, quello di un vecchio progetto del maresciallo Jozef Pilsudski, di diventare una grande potenza. Aveva concepito un piano di unione tra Lituania, Polonia e Ucraina, poi esteso a tutti i paesi slavi e baltici della regione, più Ungheria e Bielorussia. Un’immensa area d’influenza per Varsavia, che va dall’attuale Slovenia e Croazia ai confini orientali dell’Ucraina e, a nord, all’Estonia.

A che cosa ha partecipato Donald Trump il 5 e 6 luglio 2017 a Varsavia? A un vertice della cosiddetta “iniziativa dei tre mari” (Trimarium), figlia del presidente reazionario Andrzej Duda, che ha riunito i Paesi che nel 2016 avevano resuscitato il progetto Pilsudski. Per comprendere il presente, è ben noto quanto sia necessario conoscere il passato.

Hanno aderito 12 Stati dell’UE situati tra l’Adriatico, il Mar Baltico e il Mar Nero: Austria, Bulgaria, Croazia, Cechia, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.

In primo luogo si punta a creare una “cintura” che tenga la Russia fuori dall’Est Europa. Ufficialmente: “Quest’area volge lo sguardo a Washington che ne ricambia l’interesse dato che sia il gruppo Visegrad (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) che l’Iniziativa dei tre mari possono essere utilizzati proprio come strumenti per separare fisicamente l’UE e la Russia”.

È un’area commerciale dominata dall’economia polacca, la più potente della regione. La Polonia ha un terminal nel Baltico che le permette di riesportare il gas americano nel resto della regione, che potrebbe fare a meno del gas russo.

Idem per la Litiuania, con il suo terminal GNL che comprende un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione del gas liquefatto, un gasdotto per l’esportazione e una stazione di misurazione. Si stima che il terminale rigassifica un miliardo di metri cubi di gas e la sua capacità dovrebbe aumentare fino a due o tre miliardi di metri cubi.

La Croazia ha dal 2020 il suo terminal sull’Adriatico. Una capacità di stoccaggio complessiva di circa 140.000 metri cubi di gas naturale liquefatto ed è equipaggiata con tre unità di rigassificazione in grado di processare 451.000 metri cubi di metano ogni ora, a regime lavorerà ad una capacità standard di 300.000 metri cubi l’ora, ovvero 2,6 miliardi di metri cubi l’anno. È così completata l’autostrada che collegherà Klaipeda, porto lituano, a Salonicco, attraverso la Polonia orientale (a sua volta collegata a Kiev), Slovacchia, Ungheria.

Da dove arriva il gas naturale liquefatto? Da molto lontano ... .

Tutto ciò, politicamente, permetterebbe di creare una regione legata all’Unione Europea sul piano economico (ma non su quello degli standard politici), alla Nato sul piano militare (l’Ucraina deve farne parte!), e agli Stati Uniti attraverso il commercio e gli armamenti. Il sogno polacco del predominio nei confini dell’antico regno, dal XIV secolo alla spartizione del 1795, è lì a un passo.

C’è sempre l’impressione di mettersi delle vecchie pantofole. Il grande gioco delle superpotenze, la perdurante favola che la Russia è il Male e gli Usa il Bene, la dittatura di un uomo da una parte e la democrazia dall’altra.

In ballo ci sono le forniture di gas russo all’Europa, che gli Usa vedono come il fumo negli occhi. Divide et impera, dicevo qualche post addietro, dovrebbe essere il motto sul retro del biglietto da un dollaro.

Chiaberge, lascia stare le battute facili. Non sei mai stato un’aquila, però se t’impegni ce la puoi fare. Non è mai troppo tardi.

(*) Il principe Grigorij AleksandroviPotëmkin aveva fatto costruire dei villaggi fittizi durante una visita dell’imperatrice di Russia nei territori appena annessi in Ucraina e Crimea.


5 commenti:

  1. ...Un’immensa area d’influenza per Varsavia, che va dall’attuale Slovenia e Croazia ai confini orientali dell’Ucraina.
    con almeno 80 % di industrie legate alla produzione tedesca.

    eh beh, vista la considerazione dei crucchi per i polacchi..
    vedremo.

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    1. e quella dei polacchi per i tedeschi?
      no, non andiamo da nessuna parte con le battute.
      qui si tratta di altro.

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    2. beh, la considerazione andava pur fatta.
      D'accordo con te su quale sia la strategia della Polonia, che viene sfruttato dagli US a mo' di carota.
      D'altra parte , una quota non indifferente della crescita , della Polonia, e' legata alla rilocazione di aziende della catena tedesca.
      E come hai fatto notare i rapporti sono improntati alla reciproca diffidenza.

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  2. Nulla in contrario ai polacchi, ma le classi dirigenti di questo popolo sono riuscite nell'impresa di perdere la loro indipendenza. Oltre a partecipare anche come sciacalli alla spartizione della Cecoslovacchia nel '38. Le classi dirigenti polacche sono sempre disponibili per un padrone.

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    1. Detto da un italiano, ricorda quella del bue e dell'asino.

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