Le opportunità presentate dalla fine della Guerra Fredda sono state perse. Non sono state usate come si doveva, e la ragione principale era una visione distorta di ciò che ha portato alla fine della Guerra Fredda.
La disgregazione dell’Unione, causata da ragioni interne, è stata accolta da molti in Occidente con giubilo. La fine della Guerra Fredda, di cui hanno beneficiato entrambe le parti e il mondo intero, è stata dichiarata una vittoria per l’Occidente e gli Stati Uniti.
Sentimenti trionfanti hanno portato “l’unica superpotenza rimasta” a rivendicare la leadership monopolistica negli affari mondiali e persino a costruire un “impero americano”. Di conseguenza, il mondo non è diventato più sicuro. Invece di un “ordine mondiale” abbiamo una “agitazione globale”. I conflitti hanno travolto non solo i Paesi del terzo mondo, ma anche l’Europa. E ora il conflitto armato è letteralmente alle porte.
Nel conflitto ucraino non possono esserci né vincitori né perdenti “perché tutti hanno già perso”. Tutta l’attenzione dovrebbe essere concentrata sul cessate il fuoco e sull’instaurazione di un dialogo tra Russia e Ucraina. Dovrebbe esserci il ripristino della fiducia e della cooperazione tra le nostre relazioni e non il conflitto armato per non cadere in una “onda mortale”, che può trascinare in una nuova Guerra Fredda e persino “calda”.
Michail Sergeevič Gorbačëv, 12 febbraio 2015. Conferenza tenuta presso l’Università Internazionale di Mosca (IUM) per ricordare il 30° anniversario della perestrojka. Quelle riportate sono le parole salienti del suo discorso. Sul tema, vedi anche: M.S. Gorbačëv, Poste Kremlja, 2015; trad. it.: Il nuovo muro, Sperling & Kupfer, 2015.
LE COLPE DELL'EUROPA
RispondiEliminaL’Europa ha la colpa storica di aver consegnato Putin ai cinesi facendo saldare un asse cui sarà difficile tenere testa nel lungo periodo. Ma non era un finale già scritto. Mosca ha provato in tutti modi a trovare una sponda nel Vecchio Continente. L’ultimo slancio reca la data del 22 marzo 2021. Putin telefona personalmente a Bruxelles per un estremo tentativo di mediazione. Il telefono squilla ma, purtroppo, dall’altra parte non c’è Angela Merkel che con i russi ha sempre avuto l’intelligenza di trattare, anche solo per questioni di interesse nazionale. C’è il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, quello che non mosse un dito quando il turco Erdogan relegò la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, su un divano fuori dall’inquadratura. Ebbene, costui ha pensato bene di porre a Mosca condizioni così dure per la ripresa di un dialogo da far saltare la chiamata in pochi minuti. L’altro numero in rubrica era quello di Xi Jinping, felicissimo di rispondere.
Questo, a grandi linee, è ciò che vede Putin dalle finestre del Cremlino. Un Occidente che lo taccia di fascismo e poi gli scatena contro i reggimenti di neonazisti; che lo rampogna sui diritti e poi organizza i mondiali di calcio in Qatar dove i diritti non sono esattamente di casa; che lo accusa di violare le regole e poi ignora gli accordi. E allora verrebbe da chiuderla con la citazione da un vecchio film che parafrasa liberamente John Milton e il suo Paradiso perduto: «Sbalordito il diavolo rimase quando comprese quanto osceno fosse il bene».
ok, quello che dici ci puo' stare, dire pero' che Vladimiro e' una gran testa di pene di segugio a scatenare una guerra in europa. questo lo si puo' dire?
EliminaNon guardate la TV in questi giorni. La stomachevole retorica di regime,con ampio uso di dirette dal bunker pieno di poveracci e relativo commento, è insopportabile.
RispondiEliminaRipensando a quanto accaduto nel mondo nel recente passato potrebbe venirvi a travaso di bile, come a me
Gorbačëv dice anche che da quando si è disgregata l'URSS si è mantenuta la stabilità nella società a scapito dei ricavi della vendita di petrolio e gas sui mercati mondiali e a un alto livello di fiducia nel presidente del Paese.
RispondiEliminaNon credi che la guerra in Ucraina possa esercitare un effetto negativo su tutti e due questi fattori?
non conosco la situazione di prima mano, perciò non mi spingo a considerazioni senza avere informazioni dirette
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