domenica 13 febbraio 2022

A Repubblica piace paranormale


Perché alcune persone, come per esempio il direttore di Repubblica, preferiscono far credere piuttosto che far sapere? Domanda eterna di cui non troveremo una risposta definitiva, e la consustanzialità al potere non basta a spiegare tutto. Tuttavia un fatto è certo, Repubblica è attratta dal “misterioso”, con un’inclinazione “a dar voce” a connessioni tra alcuni fatti e semplici invenzioni. La realtà non basta, spesso non conta, presupposto è crearla ex nihlio. È anche una questione di sopravvivenza per giornali in declino che oggi hanno solo un terzo dei lettori che avevano tempo fa.

Che cosa non ha scritto quel giornale assieme a tutti gli altri durante l’epidemia di covid e nell’attuale crisi ucraina! Per fare un esempio divertente è sufficiente fare una ricerca su quante volte la notizia riguardi gli asteroidi. Da ultimo Repubblica con un’intervista a Abraham Loeb, il quale sostiene che un “oggetto misterioso” è entrato nel sistema solare, «un manufatto, una vela solare, costruita proprio per essere spinta dalla luce delle stelle, oppure un’antenna parabolica per la trasmissione di segnali solari». Cinque anni fa “il giallo cosmico si materializzò”, chiosa Repubblica.

In attesa dell’incontro di Loeb con un extraterrestre, l’occasione per la lunga intervista è data dall’uscita di un suo libro. Il professore dichiara che «Una civiltà scientificamente avanzata è la cosa che si avvicina di più a Dio». Già messa così ci dice molto del soggetto intervistato, che prosegue: «Immaginiamo una civiltà migliaia o milioni di anni più avanzata della nostra: ogni loro azione ci apparirebbe magica, frutto di qualcosa di divino. Li potremmo scambiare per Dio. Questo è il mio modo di tenere insieme scienza e religione». Che è poi anche il compito di Repubblica, tenere insieme fatti e fantasie di ogni tipo.

Loeb ha tutte le credenziali per diventare un premio Nobel, per manifestare poi la relativa “sindrome”. La malattia tende addirittura ad essere aggravata da un malinteso collettivo, quello di ritenere che un ricercatore premio Nobel, premiato per il suo lavoro in un campo ben preciso sia autorizzato a esprimersi su qualsiasi cosa. Non mi riferisco solo a Giorgio Parisi, a cui viene chiesto di tutto su qualsiasi argomento.

Celebre il caso di Luc Montagnier, scomparso da pochi giorni, co-vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 2008. Gli fu subito diagnosticata la “malattia da Nobel”: nel 2011 affermava di aver messo a punto un dispositivo rivoluzionario in grado di registrare le onde elettromagnetiche emesse dal DNA diluito in acqua. Il metodo avrebbe utilizzato un computer, un filo di rame e una bobina per rilevare infezioni batteriche e virali croniche nell’acqua.

Kary Mullis, Nobel per la chimica 1993 per aver scoperto la reazione a catena della polimerasi, un metodo di amplificazione genetica, all’inizio degli anni 2000 iniziò a unirsi a un vasto movimento cospiratorio, sostenendo che non esisteva alcuna prova del legame tra il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e l’AIDS. Anche lui approdò agli incontri con extraterrestri, i quali lo avrebbero prelevato nel 1985.

Charles Robert Richet, fisiologo francese e vincitore del Nobel nel 1913 per la descrizione dell’anafilassi, fu affascinato dal paranormale, non erano ancora in voga gli extratterestri perciò si accontentò di avere incontri con i fantasmi, sviluppò le sue teorie razziali ed eugenetiche nel libro L’homme stupide, pubblicato nel 1919.

È poco noto (in un recente film vi è un accenno) ma Pierre e Marie Curie, famosi per il loro lavoro sulla radioattività, s’invaghirono della medium italiana Eusapia Palladino, che, sotto i loro occhi speranzosi, levitava gli oggetti prima di farli scomparire. Circondati da una cerchia di amici scienziati, i Curie osservavano l’imbrogliona prendendo appunti dettagliati, sperando di trovare nella spiritualità la fonte di energia sconosciuta all’origine della radioattività.

Cesare Lombroso raccontò gli esperimenti che lo portarono da una visione del mondo strettamente materialista alla fede nel mondo degli spiriti e nella vita dopo la morte: tra questi cita una seduta in cui Eusapia levitò, nell’oscurità della stanza, fino a portarsi al di sopra del tavolo.

Anche F. Engels scrisse un articolo sullo spiritismo, per prendersene gioco, ovviamente.

Eccetera. Insomma, non si deve ritenere che il giornalismo e la “scienza” non approfittino di ogni panzana pur di venderci qualcosa. In questi due anni di esempi ve ne sono per stampare una quantità di libri e riempirci le biblioteche domestiche, da mostrare nelle dirette televisive. 

2 commenti:

  1. Solo per ascoltare qualcosa di diverso, "il falsificabile" senza il quale le scienze non potrebbero dimostrare nulla:
    https://youtu.be/duRThrnl62w
    bonste

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  2. Questo documento dell'EMA, un piano di gestione del rischio, con l'elenco dei rischi importanti e delle informazioni mancanti, adesso, la dice lunga su come pararsi il culo.
    https://www.ema.europa.eu/en/documents/rmp-summary/comirnaty-epar-risk-management-plan_en.pdf
    bonste

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