Già nel IV secolo dell’evo classico, dunque un po’ prima di Xi Jinping, che comunque vi ebbe un ruolo, i cinesi usavano il gas naturale per l’illuminazione e il riscaldamento e, per evitare incendi, usavano un “tubo che spingeva in cielo” per evacuare le emissioni di gas. Nel 1776 Alessandro Volta scoprì il metano come il principale componente del gas naturale, allora chiamato gas di palude. Nel 1820 negli Stati Uniti apparve l’illuminazione pubblica a gas naturale. Nel 1969, in Norvegia, la scoperta del gigantesco giacimento di Ekofisk contribuì alla ricchezza del Paese.
Incolore, insapore e inodore, il gas naturale non è tossico. Il suo principale pericolo è dovuto a esplosione. Il 18 marzo 1937, nella scuola di New London (Texas), Limmie Butler, insegnante di educazione manuale, avviò una levigatrice elettrica. La scintilla face esplodere il sistema di riscaldamento, uccidendo quasi 300 studenti e insegnanti (il numero esatto di adulti e alunni uccisi rimane incerto). Da allora, al gas naturale è stato aggiunto un odorizzante chimico.
Quando viene bruciato, il gas naturale emette una quantità notevolmente inferiore di CO2 rispetto al carbone o al petrolio. È invece uno dei principali emettitori di metano, un gas che riscalda l’atmosfera 25 volte di più della CO2. Si trova in concentrazioni molto basse in alcuni scisti. Per estrarlo è necessario fratturare la roccia, che richiede milioni di litri di acqua, additivi chimici molto tossici, e rilascia, durante l’operazione, zolfo, mercurio e solfuro di piombo. È quanto fanno gli amici americani che poi con le loro navi gasiere, che inquinano un fracco, lo esportano tipo in Lituania, che poi rifornisce la Lettonia e l’Estonia.
Dico questo perché la storia e la geografia sono due materie che spesso sono trascurate. Veniamo all’economia, altra materia assai negletta, dentro e fuori la scuola. Come la musica, del resto. Che cazzo si studia a scuola oggi? Ah già, siamo contro lo scritto agli esami, solo chiacchiere e buoni voti. Peccato essere nati prima del XX congresso.
Il gas fossile è una merce, venduta a prezzi di mercato, sul mercato. Non piace il mercato? Ci vado quasi tutti i giorni se voglio mangiare. Se il gas rincara, a catena aumenta il prezzo non solo dell’elettricità, ma anche dei fertilizzanti, quindi dei cereali, a seguire la pasta e la carne, le piastrelle di Sassuolo, che già erano care di suo e con il superbonus sono diventate come l’oro. Pertanto inflazione oltre il 5%, si spera stabile almeno per un po’.
Ah, ma se avessimo sfruttato i nostri giacimenti di gas. Già sentita? La risentiremo spesso: eccheccazzo, guai rimanere indietro con gli “argomenti”.
Le riserve certe rappresentano, tra terra (55,4% del totale) e mare, circa 43-45 miliardi di Sm3 (Standard Metro Cubo).
Le riserve probabili rappresentano altri 40-45 miliardi di Sm3, mentre quelle possibili meno di 20 miliardi. Questo a dar retta ai dati ufficiali del Ministero della transizione ecologica.
Altre fonti indicano le riserve totali accertate in Italia tra i 70 e i 90 miliardi di metri cubi, senza distinguere tra riserve certe, probabili e possibili. Dunque siamo lì. Questo volume
non verrebbe estratto tutto d’un colpo ma bisogna immaginare un piano di 10-15 anni circa, con una produzione media annuale tra i 5 e i 7 miliardi di metri cubi. Tanti, eh?
Secondo i dati ufficiali forniti dal MiSE-DGSAIE, nel 2021 il nostro paese ha consumato 76,1 miliardi di metri cubi di gas naturale, 5,1 in più del 2020 (*). Facciamoci due conti tra comprare oggi e forse avere domani.
Il pianeta ha almeno cinquant’anni di riserve, la fine del gas “naturale” non è per domani. L’alternativa ecologica, dicono, si chiama biometano, prodotto dai rifiuti (dell’industria, domestici, agricoli, ecc.). I rifiuti sono riscaldati nei metanizzatori, dove i batteri li trasformano in biogas. La fonte di energia può quindi essere utilizzata per produrre nuovi cibi disgustosi, a loro volta utilizzati come rifiuti per produrre biogas. Il futuro dell’umanità è questa roba qua, dicono.
Dicevo, sentiremo parlare dai soliti patrioti di autarchia del gas. Sì, con annesso bonus di legumi, per una gara nazionale a chi ne produce di più.
Intanto noi (inteso come governo, chiaro) mandiamo alpini e bersaglieri (senno chi?) a risolvere le controversie internazionali, tipo Russia-Ucraina. Mai stanchi di essere ridicoli.
(*) Il metro cubo standard (Sm3) indica la quantità di materia in condizioni standard: secondo la legge del gas, significa che tra le due misure l’Nm3 (metro cubo normale) risulta maggiore rispetto all’Sm3 per un rapporto pari a 1,0549 (nel senso che 1 Nm3 = 1,0549 Sm3).
https://www.cleanenergywire.org/factsheets/germanys-dependence-imported-fossil-fuels
RispondiEliminaGERMANIA E UE FORTEMENTE DIPENDENTI DAI COMBUSTIBILI FOSSILI IMPORTATI
copio e incollo da ''sole 24 ladroni'':
RispondiEliminaPer estrapolazione, in Italia servirebbe un paio di miliardi per estrarre circa 10 miliardi di metri cubi l’anno per dieci anni. [...] ma darebbero un contributo alla manodopera nazionale, alle imprese, alle casse dello Stato e alla lotta contro emissioni[...]
eh , sembra che qualcuno abbia un paio di miliardi di buone ragioni.
am