Che economia è quella dove una società quotata (Meta, la società madre di Facebook) perde 230 miliardi di dollari in una seduta, poi il giorno dopo aggiunge 190 miliardi alla sua capitalizzazione di mercato, registrando il più grande guadagno mai registrato da un’azienda in un solo giorno? Economia di mercato, ma di quale mercato parlano?
A far più notizia sono stati i 31 miliardi di dollari persi in un giorno da Mark Zuckerberg. In realtà, Mark non ha perso nulla: finché non vende le sue azioni, sul suo conto in banca non succede assolutamente nulla. E difatti il giorno dopo s’è ripreso in parte quanto aveva lasciato sul listino il dì prima. Ieri ha perso oltre il 5% e nell’after hours quasi un punto.
Come non bastasse, il Congresso degli Stati Uniti, la Federal Trade Commission e le autorità garanti della concorrenza europee e britanniche s’interessano al povero Mark. Che minaccia apertamente di chiudere Facebook e Instagram nel vecchio continente perché esasperato dalle normative europee sulla protezione dei dati personali (la vera miniera d’oro).
Facebook, oggi Meta, ha chiuso con utile netto di 39 miliardi di dollari l’anno scorso. Per un gruppo che possiede essenzialmente app gratuite, questo dà un’idea dell’oceano di pubblicità in cui il nostro cervello è immerso quotidianamente.
Da dove è venuta la caduta? Per la prima volta nella sua storia, Facebook ha smesso di crescere. Il “vecchio” social network creato nel 2004, con due miliardi di utenti, ha perso in pochi mesi centinaia di migliaia di utenti, lo 0,05%, cinque decimillesimi, della sua platea di destinatari di annunci, ossia niente. E, inoltre, se teniamo conto delle altre app del gruppo, molto apprezzate come Instagram e WhatsApp, la società Meta può contare su 2,8 miliardi di utenti giornalieri.
Apple, lo scorso aprile ha modificato il software dell’iPhone. Le app ora chiedono agli utenti se vogliono essere tracciati. L’effetto è limitare la capacità di raccogliere dati tramite app utilizzate per indirizzare la pubblicità. Ahi, che dolore. Capite dov’è stato punto il buon Mark? Pare che di Facebook siano calate le entrate pubblicitarie: la maggior parte degli utenti si connette al telefono e, con le nuove regole Apple, Facebook perde nell’inoltro degli annunci.
Soprattutto c’è TikTok, che sta facendo molta bua a Instagram. L’applicazione cinese è troppo popolare tra i giovani. Il format che ha imposto, quello dei video ultracorti, e la possibilità data ai TikToker (gli utenti, guarda cosa tocca imparare) di crearli in modo semplice e veloce, sta relegando Instagram a un rango secondario.
È dunque questo il crepuscolo di Mark? Il futuro lo dirà. Fossi in lui me ne starei tranquillo in un posto al caldo, prima colazione con accompagno di bollicine alle 9 del mattino, poi sorseggiare pastis andando verso il pranzo, gin-tonic nel tardo pomeriggio e alla sera Margarita e altro ancora. Meglio morire di cirrosi che di stress.
Gli swing della scorsa settimana non si sono limitati a Meta. Anche un’altra società di social media, Snap, è scesa del 23% giovedì a causa dei cambiamenti di Apple, per poi rimbalzare del 50% negli scambi dopo aver annunciato il suo primo profitto trimestrale in assoluto e aver affermato (affermato!) che stava facendo progressi nell’ideazione di modi per superare gli effetti della nuova politica Apple.
Il mercato azionario è il futuro, nient’altro che il futuro. I prezzi non misurano il valore attuale di una società, ma sempre e solo il suo valore futuro, le sue prospettive di crescita, di profitto, e quindi di remunerazione per gli azionisti, sotto forma di prezzi più elevati e dividendi. Così ci raccontano certi avatar con un occhio al monitor e una mano a chiudere una narice del naso (non si tratta di tampone covid).
Poi per Mark c’è la faccenda del Metaverso. Se a questa nuova “cosa” ha dato alla società il suo nuovo nome, è perché Zuckerber la vede come una versione completamente nuova che dovrebbe cambiare le nostre vite tanto quanto internet stessa. Ognuno crea un avatar, poi avvengono vere e proprie transazioni economiche, in criptovalute: acquisto di case, terreni, yacht giganteschi. Sono già lì i più grandi marchi, come Adidas o Nike. Può essere, è un mondo a parte, troppo complicato per me, mi spiazza.
Il fatto che ci si possa sentire inadeguati a questi repentini cambiamenti, non muta che l’incertezza sul futuro dell’economia in generale e del settore tecnologico in particolare è massima. Chi dovesse negarlo ha il cannocchiale sulla realtà girato a rovescio, sia egli un avatar o altro sfigato.
Tra i diversi motivi delle violente oscillazioni nelle società hi-tech, non ultimo è quello di cambiamenti relativamente piccoli che però in un ambiente economico dove gran parte degli investimenti sono spiccatamente speculativi sono sufficienti a provocare tsunami. Il valore di quelle azioni, come detto, non si basa sui rendimenti attuali, ma sulle aspettative di ciò che guadagneranno in futuro, e così piccoli cambiamenti nelle loro prospettive, anche solo di natura emozionale, possono produrre imponenti oscillazioni sui prezzi.
Un fattore importante nell’aumento dei titoli, specie i tecnologici, in questi ultimi anni è stato il flusso continuo di denaro ultra-economico dalla Fed, che ha più che raddoppiato le sue disponibilità di asset da marzo 2020, dal livello già record di 4 trilioni a poco meno di 9 trilioni. Ora chiude i rubinetti e dice di voler buttare la spazzatura in salotto. Poi c’è il rapido aumento dell’inflazione, altro buon motivo per cui le banche centrali si stanno muovendo per inasprire la politica monetaria.
Non va dimenticato (succede spesso) che fu proprio l’inflazione a suo tempo a mettere fuori uso gli accordi di Bretton Wood, segnatamente la convertibilità del dollaro. Un dollaro inflazionato non poteva più reggere il cambio fisso con l’oro e il relativo rischio che tutti bussino alla tua porta. Tutte le monete subirono il contraccolpo, più o meno immediatamente, e anche i petrolieri capirono di avere in mano della carta che si stava svalutando rapidamente. Anche oggi la sfida si gioca sul valore di quella montagna di carta, reale o virtuale che sia.
Vivremo tempi molto interessanti (e stressanti), ma manca poco alla bella stagione, ai primi “ponti” vacanzieri, ai barbecue, eccetera.
"Fossi in lui...". Madame, anche qui lei ci dà a intendere che lo stile di vita degli ultramiliardari sia invidiabile. Ne è davvero convinta o fa ironia? Non crede che, col liberarci dalla schiavitù, "il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti" non debba venire anche a sovvertire la scala di valori relativi a ciò che debbasi considerare desiderabile? Ecco, quel "fossi in lui..." mi ha fatto sobbalzare.
RispondiEliminaChiarissimo Dottore, non può esserLe sfuggito come, soprattutto ultimamente, nelle mie ambivalenti considerazioni quotidiane vi sia il tentativo (non so quanto riuscito, questo lo concedo ad abundantiam) di insufflarvi quella modica quantità d’ironia che ravviso anche nel suo cortese commento, per cui dubito che Ella possa essere sobbalzata davvero leggendo delle mie elitarie preferenze (assicuro, solo presunte), se non a causa di una strambata del suo improvvido skipper.
EliminaAppena più seriamente, evinco come ognuno di noi sia non solo figlio del suo tempo e parente stretto delle più occasionali circostanze, ma anche, volente o nolente, prigioniero degli stili di vita e dei modi di porsi tipici della propria classe sociale, per quanto ciò possa detestarsi nel proprio intimo sentimento di irriducibili libertari. Come soleva dire Vlad III, il sangue non è acqua. Prosit.
È noto che Mark ha stipulato un contratto matrimoniale nel quale si impegna a un colpo settimanale. Può sembrare poco, ma per una persona normale è pur sempre fonte di stress. Anche perché, vista la controparte, non si può fare a meno di domandarsi quali meccanismi di prova siano stati predisposti per l'accertamento della consumazione ebdomadaria. Perché ho scritto "vista la controparte"? Niente di sessista o, peggio, razzista. Mi pare, semplicemente, un tipo che non molla l'osso.
RispondiEliminachiedo per un'amica: nel contratto è prevista anche la tregua mestruale?
EliminaIn America vige il sistema di paga settimanale, cui il contratto sicuramente si ispira. Anch'io, se fossi stato suo consulente, avrei consigliato a Mark di passare ai quattro colpi mensili.
EliminaMi compiaccio, comunque, del fatto che tu abbia amiche in età feconda.
Io comunque vi voglio bene 😜😜😜
EliminaRicambio senza avverbio;)
Eliminasenta Madame, non sarà che il vecchio Mark ha fatto buy.back?
RispondiEliminasenta Anonimo, in parte potrebbe anche essere
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