La Jugoslavia fu invece una lite tra condomini.
Piove la condanna unanime per la decisione di Mosca dapprima di riconoscere i secessionisti (e la cosa è ben stucchevole) quindi di penetrare militarmente in Ucraina. Solo a non allinearsi a tali condanne si passa per amici di Putin e si può rischiare anche il posto di lavoro, come sa Valery Gergiev (il quale magari ha anche familiari e parenti ancora residenti in Russia). L’andazzo è questo, l’idiozia si vende più a buon mercato di qualsiasi altra merce.
Resta pur sempre valida e in attesa di risposta la mia domanda di tre giorni fa: chi è disposto ad andare, armi in pugno, a morire per Kiev? Avanti coraggiosi paladini della libertà e della democrazia, fuori i vostri nomi e cognomi che un arruolamento in questa o nella prossima guerra ve lo trovano di sicuro.
La vivacità delle diverse posizioni ci priva della giusta dimensione prospettica da cui guardare gli avvenimenti. Sfugge la consapevolezza pubblica delle interazioni globali, anche per quanto riguarda la questione tra Russia e Ucraina, che andrebbe trattata in chiave di confronto globale e non semplicemente con una controversia tra due Stati confinanti. Confronto globale tra imperialismi della massima serie, senza dimenticare quelli delle serie cadette, di cui fanno parte Francia, Germania e perfino l’Italia, a cui la Francia ha fatto recentemente lo sgambetto in Libia e da una vita glielo fa nel Mediterraneo. Che facciamo, invadiamo Mentone, ci riprendiamo Nizza e la Savoia?
E dunque a proposito di sanzioni economiche, bisogna guardare alla realtà dei fatti. Pensiamoci al mattino quando ci facciamo la doccia con l’acqua calda, quando accendiamo il nostro smartphone, alle pratiche concrete in cui si svolge la nostra vita quotidiana, a ciò che serve all’industria per produrre fertilizzanti per l’agricoltura, per citarne una.
A proposito del gas naturale si sente ripetere diffusamente: dovevamo pensarci prima, adesso è tardi per renderci indipendenti dalla Russia.
Domanda: per importarlo da dove il gas, a che prezzo?
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la Russia non è solo il più grande fornitore di gas naturale in Europa, ma anche il secondo produttore mondiale di petrolio. E Mosca vende il suo greggio principalmente alle raffinerie europee. E anche altre materie prime. Pensiamo anche a chi tira a campare grazie all’import-export con la Russia, con la Cina, con la Turchia, insomma con tutti quelli che non ci piacciono.
Anche in questo caso, che facciamo? A chi dobbiamo rivolgerci per gas, petrolio e matreie prime, da chi dobbiamo farci eventualmente ricattare al posto della Russia? E tutto ciò per mantenere in piedi un carrozzone obsoleto e dispendioso come la NATO, la lunga mano di Washington e dei suoi interessi strategici?
La Cina detiene le maggiori riserve di terre rare, e anche di shale gas. Cancelliamo dal mappamondo la Russia e la Cina? Allora anche la Turchia di Erdoğan! E giocare i prossimi mondiali di calcio in Qatar? Non ci siamo ancora qualificati, per fortuna.
Però è strano, che l'Iran con tutto quel gas non abbia un ruolo predominante come la Russia nell'esportarlo.
RispondiEliminaSaluti
Aggiungo: mi scuso per le mie eventuali ignoranze o mancanza di documentazione.
EliminaA chi potrebbe vendere l’Iran il proprio gas? Ai suoi vicini nemici, peraltro ricchissimi di petrolio? Non basta trovare clienti, bisogna assicurarsi il controllo delle vie commerciali. Per esempio, nel secolo XIX, New York è diventata la capitale economica degli Stati Uniti vincendo la concorrenza con altre città costiere (Philadelphia e Boston) scavando un canale di quasi 600 km che univa l’Hudson al nord del paese. Il canale dell’Erie era una via di approvvigionamento sempre in funzione, che consentiva a New York di assorbire la produzione dell’entroterra, ossia di distribuire al paese i beni importati e di far giungere all’estero legname, pellicce, in seguito il carbone e altri prodotti.
Eliminasiamo tutti ignoranti di molte cose. il guaio è ignorarlo.
EliminaChi più squallido del sindaco Sala? Da quando in qua si chiede l'abiura agli artisti basandosi sulla loro nazionalità? Avrei migliaia di esempi di artisti provenienti da paesi di dubbia moralità, in tutto il dopoguerra, e potrei farli assolutamente bipartisan, buoni per antisovietici, antiamericani, anticinesi, antiisraeliani, antiislamici, antitutto. Il sindaco Sala potrebbe candidarsi a essere il più ostracizzato, visto il suo curriculum: tronchettiproveriano, morattiano, expomilanese, sinistrese. Con lui, però, il ricatto non funzionerebbe, essendo chiaramente disposto a abiurare anche la mamma.
RispondiEliminaTorniamo all'autarchia e riscopriamo l'Orbace, la Lanital, il Carcadè, il Cuoital, il Cafioc, la "benzina" Robur, il Caffeol, la salsa Rubra, le scarpe ortopediche...
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