domenica 13 ottobre 2013

La Madonna laica (e poi anche l'altra)


In attesa che qualcuno finalmente trovi la quadratura del cerchio, ossia una “non soluzione” a quella cazzata (*) della legge penale sull’immigrazione clandestina, ovvero che arrivi l’inverno, si plachino le odissee clandestine attraverso il Canale di Sicilia e dunque il clamore mediatico e tutto torni come prima e anzi peggio, apprendiamo che “la vera rivoluzione è applicare la carta”. Sì, quella da parati.

Scrivevo l’altro ieri: Del resto, questi signori non ci ricordano spesso che anche noi italiani, popolo di migranti oltre che di poeti e tesorieri di partito, abbiamo traversato gli oceani a milioni? Come se l’Italia e l’Europa di oggi fossero paragonabili alle Americhe e all’Australia di un secolo o anche solo di cinquant’anni fa. 

Prontamente Eugenio Scalfari raccoglie: Gli italiani per circa un secolo sono stati un popolo di emigranti in Europa, nelle America del Nord e del Sud, in Australia […].Quelli che dalla costa della Libia e da altre del Medio Oriente affollano barconi che somigliano a zattere a stento galleggianti, fuggono dalla morte certa e sfidano quella probabile”



Ad essere precisi, non gli “italiani” in generale sono emigrati, come sostiene Scalfari, ma gli italiani costretti alla miseria dalla borghesia e dagli agrari. Altrimenti si eludono le cause, difettuccio comune presso l’alta (???) intellettualità nostrana.

Ad ogni buon conto, in questo post del 7 ottobre illustravo le cifre dell’immigrazione in Italia, laddove si dimostra come gli immigrati che attraversano il Mediterraneo sono una minoranza sul totale. Pertanto il problema immigrazione è solo in parte effetto di coloro che “affollano barconi” dalle coste africane, e con ogni probabilità in numero ancor minore – anche se non trascurabile – sono quelli che fuggono dalla morte certa nei loro paesi.

Per gli altri, afferma giustamente Scalfari, “occorre ampliare il diritto d’asilo e fare accordi con i paesi di provenienza affinché il respingimento non faccia ritornare gli immigrati a quella schiavitù e quell’inferno per sfuggire ai quali avevano affrontato rischi quasi mortali. Questo deve fare l’Italia e questo deve assolutamente fare l’Europa”.

Per essere contrari su questo punto, bisogna essere dei bischeri (sono tanti e in crescita gratis). Non è chiaro però cosa c'entri il "diritto d'asilo" con il "respingimento": una sovrapposizione voluta per tenere il piede in due scarpe.

Scalfari dice anche che bisogna “fare accordi con i paesi di provenienza affinché il respingimento non faccia ritornare gli immigrati a quella schiavitù”. Ciò vuol dire che gli immigrati, quelli che non ottengono diritto d’asilo, e sono la maggior parte di coloro che bussano alle porte d’Europa, debbono essere – parole testuali di Scalfari – respinti nei loro paesi d’origine, respingimento pur condizionato dalle solite parole di buoni propositi (campa immigrato che Scalfari ti vuole bene).

Questi paesi – sempre nelle illuminanti predisposizioni del Protocollo Scalfari – dovrebbero adottare misure, raccordate con l’Europa, atte a eliminare le cause prime che hanno spinto gli immigrati alle nostre frontiere. Bel sofisma. Se tali paesi (quei governi?) rimuovessero effettivamente gli ostacoli che costringono la propria popolazione ad emigrare, allora il problema emigrazione sarebbe bello e risolto, non servirebbe emigrare e nemmeno respingere.

Insomma, chiacchiere, solo e sempre retorica demagogica, tanto poi i problemi concreti saranno sempre gli altri a doverseli grattare.

* * *

Se c’è chi rischia la pelle per avere un piatto di minestra e l’acqua corrente, c’è chi invece arriva in Italia in aereo con scorta adeguata, accolto da 100.000 persone. Una rock star, un calciatore famoso, un premio Nobel per la medicina? No, una statua. Un capolavoro di epoca classica, in marmo pario, a suo tempo trafugato e finalmente restituito ai patri musei? Manco per idea, si tratta invece di una statua molto dozzinale di gesso che raffigura un idolo, di inesistente pregio artistico ma evidentemente di grande valore simbolico (**).

La statua è arrivata dal Portogallo, informa la stampa, per la “giornata mariana”. In un paese fatto così è giusto che l’anno prossimo si preveda un altro taglio lineare alla sanità di ben 3,5miliardi. Taglio che coinvolgerà direttamente le regioni, alla faccia della Corte Costituzionale – e quindi della famosa “carta” e della “vera rivoluzione” – che aveva espressamente “escluso la possibilità di mettere altre tasse alle amministrazioni locali”.

(*) Quando viene promulgata una legge per disciplinare una certa questione e risolvere i problemi che essa crea, e tuttavia questa legge non solo si rivela inefficace ma aggrava vecchi problemi e ne aggiunge di nuovi, allora quella stessa legge, in termini strettamente giuridici, è detta: cazzata. Posta tale situazione, cioè le apparentemente giuste premesse e i soliti demenziali risultati, il mantenimento in vigore della stessa legge è poi detto, sempre in termini da manuale forense: grande cazzata.


(**) Paradossalmente i cattolici si definiscono monoteisti. A tal fine distinguono tra venerazione e adorazione. Quanto a sofismi non li batte nessuno. La menzogna consiste nell’effettività di un mondo in cui solo la sopravvivenza è reale e la via non esiste se non attraverso Dio e i suoi celebranti. Questa inversione della vita è la materia stessa di cui la Chiesa trae la sua copiosa sostanza, non meno dello Stato che da essa trae il motivo fondamentale della sua esistenza.

3 commenti:

  1. E' assolutamente giusto che si tagli ancora la sanità. Anzi, non capisco perché la dittatura europea sia così morbida con l'Italia. Di cosa hanno paura? Di rivolte? Potrebbero portare l'IVA al 90%, chiudere 9 ospedali su 10 e licenziare qualche altra milionata di persone. Tanto basta una statua di gesso o una partita di pallone a mettere tutto a posto.

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  2. Forse ciò che sto per dire è triste ma ti volevo dire che riesci sempre a rallegrare le mie giornate.

    Stefano

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