Dio
creò l’uomo per ultimo, dopo le mosche e le zanzare, e magnanimamente lo fece a sua immagine
e somiglianza. Bisogna dire, a onore del vero, che come artigiano dell’argilla
il lavoro non riuscì subito troppo bene, per un risultato accettabile ci vollero diverse repliche. Le antiche mitologie si assomigliano tutte e
non è difficile credere che esse abbiano una radice comune. Anche le mitologie
moderne si assomigliano tutte e abbiamo la certezza che esse hanno una matrice
comune: si chiama scienza.
L’ultima
storiella, ossia l’ultima variante (che poi, se non stai sul chi va là, è sempre
la penultima), viene dall’Asia, anzi, dall’ultima propaggine dell’Europa,
insomma non è molto chiaro da dove, dipende dal punto di vista, poiché dal lato
storico-culturale la Georgia appartiene all’Europa, ma da quello geografico la
questione si complica, come sempre quando ci si spinge da quelle parti. Considerando
la depressione del Kuma-Manych come confine tra Europa ed Asia, tutto il
territorio della Georgia ricadrebbe infatti nel continente asiatico, mentre nel
caso si ponga tale confine lungo lo spartiacque caucasico oppure sulla linea
dei fiumi Kura e Rioni, allora parte del territorio georgiano ricadrebbe anche
in Europa.
Saputo
questo, ognuno se la sbrighi come crede. Sta di fatto che a pochi chilometri a
nord della città armena di Stepanavan, c’è Dmansi, che però è una località
georgiana, e un sito archeologico noto con lo stesso toponimo. Qui sono stati
trovati diversi resti di ominidi (Homo
erectus georgicus), e anche quello di un tizio che – dicono – è il più
antico ominide fuori dall’Africa, il quale rappresenterebbe una fase di poco successiva
la transizione da Australopithecus a Homo erectus (siamo in zona temporale Pleistocene
inferiore). La scoperta non è nuova, risale a più di venti anni or sono, ma se
ne parla in questi giorni sui media.
Pare
che l’Homo habilis, Homo rudolfensis e Homo erectus – le prime tre specie
riconosciute del genere Homo – non
sarebbero indicativi di specie distinte, ma solo l'espressione delle variazioni
individuali di membri di un'unica specie. Lenin non si sbagliava quando disse:
Un comune lignaggio, la lotta di classe viene dopo.
E,
pare di capire, anche la Bibbia grossomodo è nel giusto. Non ci resta che
attendere l’interpretazione di un qualche antropologo cattolico – ce n’è sempre
uno – e di seguito le determinazioni dottrinali che necessariamente ne trarrà
il nuovo corso bergoliano. Di poi, la replica dell’Uaar, un pamphlet di
Odifreddi e una lettera ricevuta con “sorpresa ed emozione”.
Dipende quale dito.
RispondiEliminaE l' Homo Gasparris dove lo metti?
RispondiEliminaMi rifiuto di appartenere alla stessa specie!!!
ciao
Tony
“I fossili di Dmanisi - spiega Giorgio Manzi, dell'Università di Roma "La Sapienza", il cui nuovo libro Il grande racconto dell'evoluzione umana sarà in libreria a giorni - portano con sé eredità del passato e caratteri di forme che si sarebbero evolute nel futuro. Quel sito è una specie di "ombelico del mondo" del Pleistocene. E la loro eccezionale variabilità rappresenta una specie di instabilità morfologica". Siamo passati, insomma, da una fase in cui i cambiamenti più evidenti riguardavano la postura bipede a una in cui riguardano il cervello, e le notevoli differenze dei crani di Dmanisi testimoniano soltanto una transizione.
RispondiEliminaMa il dibattito è solo all'inizio, e purtroppo non potrà beneficiare dell'unico strumento che risolverebbe la questione una volta per tutte, l'analisi del DNA. "Con la sola morfologia - dice Gianfranco Biondi, dell'Università dell'Aquila - non è facile rispondere a questi interrogativi. E per il momento non siamo in grado di estrarre il DNA dalle ossa come è stato fatto per le forme antiche di Homo sapiens e i Neandertal. Per ora non abbiamo la tecnologia per andare oltre 150.000 anni fa". In altre parole, dobbiamo aspettare. A meno che altre scoperte non tornino a infiammare il dibattito tra gli antropologi.
http://www.nazioneindiana.com/2011/11/28/homo-sapiens-al-palazzo-delle-esposizioni-di-roma-intervista-a-telmo-pievani/