In attesa che qualcuno finalmente trovi la
quadratura del cerchio, ossia una “non soluzione” a quella cazzata (*) della
legge penale sull’immigrazione clandestina, ovvero che arrivi l’inverno, si
plachino le odissee clandestine attraverso il Canale di Sicilia e dunque il
clamore mediatico e tutto torni come prima e anzi peggio, apprendiamo che “la
vera rivoluzione è applicare la carta”. Sì, quella da parati.
Scrivevo l’altro ieri: Del resto, questi signori non ci ricordano spesso
che anche noi italiani, popolo di migranti oltre che di poeti e tesorieri di
partito, abbiamo traversato gli oceani a milioni? Come se l’Italia e l’Europa
di oggi fossero paragonabili alle Americhe e all’Australia di un secolo o anche
solo di cinquant’anni fa.
Prontamente Eugenio Scalfari raccoglie: “Gli italiani per circa un secolo sono stati un
popolo di emigranti in Europa, nelle America del Nord e del Sud, in Australia […].Quelli
che dalla costa della Libia e da altre del Medio Oriente affollano barconi che
somigliano a zattere a stento galleggianti, fuggono dalla morte certa e sfidano
quella probabile”.
Ad essere precisi, non gli “italiani” in
generale sono emigrati, come sostiene Scalfari, ma gli italiani costretti alla miseria dalla borghesia e dagli agrari. Altrimenti si eludono le cause, difettuccio comune
presso l’alta (???) intellettualità nostrana.
Ad ogni buon conto, in questo post del 7
ottobre illustravo le cifre dell’immigrazione in Italia, laddove si dimostra
come gli immigrati che attraversano il Mediterraneo sono una minoranza sul
totale. Pertanto il problema immigrazione è solo in parte effetto di coloro che
“affollano barconi” dalle coste africane, e con
ogni probabilità in numero ancor minore – anche se non trascurabile – sono
quelli che fuggono dalla morte certa
nei loro paesi.
Per gli altri, afferma giustamente
Scalfari, “occorre ampliare il diritto
d’asilo e fare accordi con i paesi
di provenienza affinché il respingimento
non faccia ritornare gli immigrati a quella schiavitù e quell’inferno per
sfuggire ai quali avevano affrontato rischi quasi mortali. Questo deve fare l’Italia e questo deve assolutamente
fare l’Europa”.
Per essere contrari su questo punto, bisogna
essere dei bischeri (sono tanti e in crescita gratis). Non è chiaro però cosa c'entri il "diritto d'asilo" con il "respingimento": una sovrapposizione voluta per tenere il piede in due scarpe.
Scalfari dice anche che bisogna “fare accordi con i paesi di provenienza
affinché il respingimento non faccia
ritornare gli immigrati a quella schiavitù”. Ciò vuol dire che gli
immigrati, quelli che non ottengono diritto d’asilo, e sono la maggior parte di
coloro che bussano alle porte d’Europa, debbono essere – parole testuali di
Scalfari – respinti nei loro paesi
d’origine, respingimento pur condizionato dalle solite parole di buoni propositi (campa immigrato che Scalfari
ti vuole bene).
Questi paesi – sempre nelle illuminanti predisposizioni
del Protocollo Scalfari – dovrebbero adottare misure, raccordate con l’Europa, atte a
eliminare le cause prime che hanno spinto gli immigrati alle nostre frontiere. Bel
sofisma. Se tali paesi (quei governi?) rimuovessero effettivamente gli
ostacoli che costringono la propria popolazione ad emigrare, allora il problema
emigrazione sarebbe bello e risolto, non servirebbe emigrare e nemmeno
respingere.
Insomma, chiacchiere, solo e sempre retorica
demagogica, tanto poi i problemi concreti saranno sempre gli altri a doverseli
grattare.
* * *
Se c’è chi rischia la pelle per avere un
piatto di minestra e l’acqua corrente, c’è chi invece arriva in Italia in aereo
con scorta adeguata, accolto da 100.000 persone. Una rock star, un calciatore
famoso, un premio Nobel per la medicina? No, una statua. Un capolavoro di epoca
classica, in marmo pario, a suo tempo trafugato e finalmente restituito ai
patri musei? Manco per idea, si tratta invece di una statua molto dozzinale di
gesso che raffigura un idolo, di inesistente pregio artistico ma evidentemente
di grande valore simbolico (**).
La statua è arrivata dal Portogallo, informa la stampa, per la “giornata mariana”. In un paese fatto così è giusto che
l’anno prossimo si preveda un altro taglio lineare alla sanità di ben 3,5miliardi. Taglio che coinvolgerà direttamente le regioni, alla faccia della
Corte Costituzionale – e quindi della famosa “carta” e della “vera rivoluzione”
– che aveva espressamente “escluso la possibilità di mettere altre tasse alle
amministrazioni locali”.
(*) Quando viene promulgata una legge per
disciplinare una certa questione e risolvere i problemi che essa crea, e
tuttavia questa legge non solo si rivela inefficace ma aggrava vecchi problemi
e ne aggiunge di nuovi, allora quella stessa legge, in termini strettamente
giuridici, è detta: cazzata. Posta
tale situazione, cioè le apparentemente giuste premesse e i soliti demenziali risultati,
il mantenimento in vigore della stessa legge è poi detto, sempre in termini da
manuale forense: grande cazzata.
(**) Paradossalmente i cattolici si
definiscono monoteisti. A tal fine distinguono tra venerazione e adorazione. Quanto
a sofismi non li batte nessuno. La menzogna consiste nell’effettività di un
mondo in cui solo la sopravvivenza è reale e la via non esiste se non
attraverso Dio e i suoi celebranti. Questa inversione della vita è la materia
stessa di cui la Chiesa trae la sua copiosa sostanza, non meno dello Stato che da
essa trae il motivo fondamentale della sua esistenza.
E' assolutamente giusto che si tagli ancora la sanità. Anzi, non capisco perché la dittatura europea sia così morbida con l'Italia. Di cosa hanno paura? Di rivolte? Potrebbero portare l'IVA al 90%, chiudere 9 ospedali su 10 e licenziare qualche altra milionata di persone. Tanto basta una statua di gesso o una partita di pallone a mettere tutto a posto.
RispondiEliminaForse ciò che sto per dire è triste ma ti volevo dire che riesci sempre a rallegrare le mie giornate.
RispondiEliminaStefano
mi conforta
Elimina