Pietro Giarda, l’ex ministro di Monti per i rapporti con il parlamento, prima di
lasciare la seggiola ha depositato 295 pagine di un suo rapporto sulla spesa
pubblica. Insomma, nella permanenza al dicastero il suo copia incolla è stato di mezza paginetta al
giorno, anche meno se consideriamo grafici e tabelle. È su tale rapporto del'ex ministro con le orecchie a Dumbo, e non sulle carte del ministro Bondi, che Carlo
Cottarelli si accinge ad usare l’ascia per tagliare le “inefficienze” e gli
“sprechi” di spesa. E che vi siano inefficienze, sprechi e sovrapposizioni mi
pare non vi siano dubbi. Si pensi solo al fatto che polizia e carabinieri
costano 14 miliardi all’anno, senza dire della guardia di finanza, delle
capitanerie di porto, della forestale, delle polizie provinciali, prefetture, eccetera. Senza dire del resto.
Meno noto è il fatto – ma sono dettagli – che per
fare questo ingrato lavoro, il Cottarelli Carlo esige uno stipendio “vicino al
tetto di 294mila euro”. E, soprattutto, un contratto triennale inattaccabile, dunque
al riparo dallo spoil system, qualunque siano i risultati
della sua immane e (vedremo) inane fatica. Però, informano i giornali, ha rinunciato
all’auto blu. Già me li vedo il Cottarelli e il suo pool di funzionari prendere
l’autobus e obliterare il biglietto!
*
Bisogna riconoscere un innegabile merito a Silvio Berlusconi, anche se si tratta di un merito che egli, lo sa bene, non avrebbe conseguito senza l’interessata complicità di un paese arretrato socialmente, culturalmente e moralmente, quello stesso paese che egli ha icasticamente ritratto con una celebre frase. Un merito nemmeno tanto singolare dato che il suo nome è aggiunto a una lunga lista di non meno meritevoli. E tuttavia tra quella teoria di nomi il suo si adorna di un asterisco, un richiamo a piè di pagina, una segnalazione di encomio.
Nessuno come Berlusconi ha reso palese una
verità che altrimenti l’ipocrisia e la mistificazione tendono a nascondere, ossia
che il diritto si può comprare e con le leggi si può mercanteggiare. Lo dimostra
da trent’anni, ad libitum, perciò solo se si è in malafede o sciocchi si può
credere che questo sistema sociale sia altro da una combinazione di soldi,
affari e intese di potere.
Come detto, egli non rappresenta l’unico
caso, è però raro l’asterisco, l’attributo d’eccellenza che lo accompagna, poiché
in nessuna sedicente democrazia un pluricondannato per reati comuni può
continuare a sedere nel seggio parlamentare e condizionare a capriccio, con il
partito del quale è padrone, il governo e dunque ogni aspetto della vita del
paese.
È da dire, ad onore del vero, che in
nessun’altra democrazia, sia pure immaginaria, un presidente della repubblica
intratterrebbe rapporti diretti e indiretti, a qualsiasi titolo e sottotitolo, con un individuo del genere o con
i suoi emissari; in nessun’altra democrazia, per quanto affetta da “ritardo mediterraneo”, il parlamento tollererebbe
per gli stessi motivi che egli non fosse ancora decaduto in giusta applicazione di legge.
Infine bisogna anche dire che se un simile faccendiere
si fosse limitato a coltivare la sua carriera imprenditoriale senza
intraprendere quella politica, non
avrebbe trovato l’opposizione di una magistratura così occhiuta e severa, e dunque
certi reati non sarebbero venuti a galla e per altri delitti il reo se la
sarebbe sbrogliata meglio. Non perché innocente, questo è pacifico, ma perché
avrebbe potuto profittare del silenzio dei media dei quali è proprietario e della
complicità di altri potentati purché la conduzione dei suoi affari non desse
fastidio.
E tuttavia quando le leggi di bilancio di
uno Stato sono soggette al placet di un potere di verifica esterno, e il quadro
di “stabilità” governativo è ad arbitrio di uno come Silvio Berlusconi, tutto quello che con le parole viene aggiunto
è, me ne rendo conto, chiacchiera.
Si può discutere sul fatto che non abbia senso avere trentacinque corpi di polizia diversi che in teoria fanno più o meno la stessa cosa (polizia, carabinieri, ecc...), ma un servizio di emergenza universale come quello del 112 non andrei a toccarlo in nome della fantasmagorica spending review.
RispondiEliminaO vogliamo solo la polizia privata?
Carlo
magari tagliamo i costi di rappresentanza e quelli per i soggiorni marini e montani, solo per citare
EliminaEn passant
RispondiEliminaB non ha capito bene - o se crede di fregare anche loro è mal consigliato e avrà un durissimo risveglio - che la mafia ha deciso in che campo stare.
Si sa, i maggiordomi hanno un coraggio da leoni a sbattere fuori ospiti indesiderati per i loro padroni...anche se d'alto lignaggio.
Domani un'ora in più. ciao gianni