La telenovela Berlusconi acchiappa molto e
non potrebbe essere diversamente dato che i media non campano d’altro da
vent’anni. E proprio perché si tratta di
una telenovela iniziata nel secolo scorso, nessuno vuol perdersi quella che
sembra, di volta in volta, la fine politica del protagonista. Che mondo sarebbe
il nostro senza Berlusconi? Di che cosa ci dovremmo occupare nei nostri
discorsi, nelle tante chiacchiere che facciamo? Immagina al bar o sul lavoro,
sui blog e su twitter, occuparsi di quello che ha detto o fatto Letta o Alfano,
l’on. Moretti e la tal dei tali. Inimmaginabile dopo vent’anni di overdose quotidiana,
c’è il rischio di schiattare d'astinenza.
La puntata alla quale abbiamo assistito in
questi giorni racconta di un uomo che aveva finora vinto ogni più incredibile
azzardo truccando le carte, e che nel momento di giocarsi la partita della vita
(così dicono di credere), una manche che vale tutta la posta (questo ripetono),
ha chiamato il buio, e poi, dopo aver cambiato quattro carte, ha detto: “parola”.
Nessuno ha avuto il coraggio di rilanciare e prendersi tutto il piatto, ma ognuno
dei giocatori è stato contento del risultato: si rifacciano le carte per
un’altra mano.
L’intera storia, la telenovela, finirà solo
con la morte del protagonista, di questo si può essere certi. Berlusconi non è
uno che scappa mollando il malloppo patrimoniale ed elettorale. La vera partita
la giocherà sotto il tavolo, l’importante è che non si sfasci il partito e
arrivare al più presto a nuove elezioni. Non c’è una legge che gli impedisca di
mettere il proprio nome sul simbolo, non c’è una legge che gli impedisca di
essere il padrone del partito, di essere presente nelle sue televisioni (e in
quelle compiacenti) e infine di essere convocato al Quirinale per le
consultazioni, di dettare le sue condizioni per la formazione di un nuovo
governo.
Il punto fondamentale è proprio questo:
arrivare al più presto, molto presto, alle elezioni. Prima che arrivino altre
sentenze definitive. Alle elezioni con questa legge, o con una, improbabile,
che gli possa garantire un premio di maggioranza decisivo. E per come si metteranno
le cose nei prossimi difficili mesi che aspettano l’attuale governo, una
vittoria elettorale di Berlusconi è possibile, anzi, probabile. In tal caso,
questa volta, non farebbe prigionieri. Su questa strada però Napolitano
rappresenta un ostacolo formidabile ma non insuperabile, e un altro, superabile
anche questo, è dato dalla Consulta sul porcellum.
Vedremo cosa saprà inventarsi nel frattempo Berlusconi, le cui risorse sono
ancora ingenti, e soprattutto cosa saprà combinare ancora una volta il Pd per
favorirlo.
E a noi che ce ne fotte! Tanto, NON stiamo nè con Berlusconi, nè con i liberisti atlantici del PD. Più se le danno di santa ragione, meglio è per noi no?
RispondiEliminagiustissimo anonimo, ma a noi cosa ci fotte? Noi chi siamo?
RispondiEliminaDopo i morti del barcone si vede qual'è l'unica differenza tra destra e sinistra.
A destra dicono che bisogna fermarli a casa loro.
A sinistra che bisogna invitarli a cena.
Non sono così sicuro che le elezioni siano ancora all'ordine del giorno... Non piacerebbero di sicuro né alla troika né a frau Merkel e ovviamente neanche a Napolitano....e poi il pd deve scornarsi col congresso e tenere a bagnomaria renzi, il pdl è in ristrutturazione..
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