giovedì 24 ottobre 2013

Il Paradiso


Alla fine è venuta anche questa scoperta: in codice si chiama z8 GLD 5296. Non si tratta di un nuovo programma d’intercettazione della NSA (tra parentesi: martedì scrivevo – forse trovando qualche scettico – che cellulari e computer di capi di stato e di governo sono intercettati, e ieri prontamente la cancelliera Merkel fa l’ipocrita “scoperta” che lo sono anche le sue conversazioni telefoniche). Ad ogni buon conto, con quella sigla ci si riferisce alla più lontana galassia finora individuata, a 13,1 miliardi di anni luce. A tale scoperta ha portato il programma chiamato Candels, con il quale sono state esaminate ben 100.000 galassie potenziali candidate ad essere fra le più distanti. Da queste, in base al loro colore, ne sono state poi estratte solo 43, che sono state studiate in dettaglio una ad una con i potenti telescopi a terra, analizzando la loro luce. Centomila galassie, se si pensa alla loro vastità e distanza le une dalle altre, può sembrare un numero enorme, e però pare ne esistano più di 100.000.000.000.



E tutto questo, a dar retta ai sacri testi, sarebbe stato creato dal buon Dio per permettere ai discendenti di Adamo ed Eva di farneticare congetture sul Giardino d’Oriente, il luogo della pace e della felicità, la patria dell’uomo. E pensare che gli antichi girovaghi del deserto siriaco affermavano che il paradiso era la grande oasi di Damasco (prima di Assad, ovviamente), adagiata tra laghi e montagne maestose, con giardini amenamente irrorati e pullulante di ogni specie di creature e ricolma di prodotti meravigliosi. Non avevano ancora visto Dubai, il nuovo ombelico del mondo (arabo).

E che l’Eden fosse da cercare da quelle parti, era la tesi prediletta dalla teologia di quel tempo. Sembra a noi una questione d’infima importanza quella relativa alla localizzazione del paradiso, ma essa per secoli e secoli ha avuto un rilievo nel dibattito erudito così in quello più volgare superiore perfino a quello che ha oggi la questione della “decadenza”. E, come non bastasse, una volta raggiunto un qualsiasi accordo su questo tema, subito se ne apriva un altro, non meno scottante, ossia sulla topografia del paradiso stesso. Com’è fatto 'sto posto? E qui è praticamente impossibile dar conto delle interpretazioni, perché ognuno aveva la sua da raccontare.

Con questi pensieri alle sei del mattino non è difficile sentirsi come un demiurgo dall’altro lato della vita. E tuttavia se la sera prima avete ascoltato per trenta secondi (impossibile di più) la trasmissione televisiva della Gruber, queste riflessioni vi sembreranno al confronto di una concretezza e di un’immanenza assolutamente superiori.


5 commenti:

  1. Suggerimento di correzione: la distanza è di 13,1 "miliardi" di anni luce.
    Complimenti per tutti i post.
    Fabio, assiduo lettore.

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    1. grazie Fabio, alle 6 del mattino potevano essere anche 13 metri. ciao

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  2. Un affresco del vuoto sul ciglio del baratro:

    LA FOLLIA DELL'IMPERO DI CHRIS HEDGES
    http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&
    file=article&sid=12498
    Buona giornata, nonostante tutto, gianni

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  3. Perché alle 6 del mattino uno ha questi pensieri ?

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    1. Perché alle 14,40 del mattino una/o ha queste domande? difficile stabilire. ;)

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