Nessuna epoca vivente è mai il prodotto di una teoria, bensì di precisi interessi.
L’altro giorno la barzelletta della
restituzione in busta paga tra i 250 e i 300 euro (inizialmente s’era detto
350, ma poi dev’essere sembrata una cifra esagerata). Non è un'idea deplorevole dopo due aumenti dell’Iva e il rincaro di carburanti e di tutto il resto, dopo oltre un decennio di deflazione di salari, stipendi e pensioni, eccetera. È un gioco per occultare la realtà. Tanto per dire, la pressione fiscale nel trimestre è stata pari al 43,8%,
risultando superiore di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quasi metà dei nostri redditi se ne va in tasse e imposte, ma non c'è da preoccuparsi finché lo Stato continuerà a pagare mensilmente pensioni e stipendi, o la tua impresa dove lavori non chiude i battenti. Durerà fino a quando il 40% dei giovani disoccupati trovano due pasti gratis il giorno. Ma quanto? Non all'infinito, certo. È questo il tratto indiscutibilmente moderno della democrazia finché non finisce in bancarotta o non dichiara guerra.
In definitiva il ventilato rimborso prevede circa 80 centesimi al giorno, somma che dovrebbe portare un
gran sollievo alle famiglie, secondo le intenzioni dichiarate del governo, e rilanciarne i
consumi. Vedremo, ma non credo arriverà neanche questa elemosina.
E a proposito di Iva, nei primi otto mesi il gettito è calato del 5,2%, un’enormità. E che fa il governo? Aumenta l’Iva. Chiaro che si tratta di una presa in giro poiché in tal modo diminuiscono i consumi e quindi il gettito nella sua componente relativa. Se avessero seguito le raccomandazioni, non di sovversivi come me che lo vado ripetendo da anni, ma quelle contenute nell’ultimo rapporto della Banca d’Italia, avrebbero messo mano alle imposte sulle successioni e donazioni. Di lì i patrimoni non scappano, chi vuole ereditare deve denunciare fino all’ultimo centesimo sul modello 4 da presentare all’Ufficio delle entrate, altrimenti immobili, depositi e titoli non passano dai morti ai vivi. Ma tassare successioni e donazioni, togliere assurde franchigie e aumentare le aliquote ora ridicole, vuol dire soprattutto una cosa: colpire i grandi patrimoni parassitari, compresi quelli di politici e affini. Quei ricchi patrimoni che Monti Mario disse difficili da “scovare”. Solo fingendo di ignorare determinazioni di questo tipo i patrimoni vanno "scovati", in realtà essi sono alla luce del sole e si dovrebbero semplicemente tassare secondo equità e progressione.
Ieri, la proposta, l’emendamento, per
reintrodurre la prima rata dell’Imu sulle abitazioni di lusso. La soglia
sarebbe stata di 750 euro di rendita. Non mi avrebbe toccato, per questione di
una ventina di euro. Considerare un’abitazione con 750 euro di rendita
un’abitazione di lusso, come titolano i giornali, è una madornale sciocchezza. Tante
abitazioni, appartamenti, in zona semiperiferica e anche periferica,
classificati A/2, superano, spesso di poco, tale soglia (almeno nelle zone dove
il catasto funziona, e pare proprio non funzioni granché se l’operazione “case
fantasma” della GdF, di cui s’è avuta notizia il 4 ottobre, ha rilevato per il
momento oltre un milione di ectoplasmi). Questo lo sanno benissimo lor signori,
perciò la soglia proposta è stata fissata a 750 e non, poniamo, a 900 euro. Poi
qualcuno nelle alte sfere del Pd si deve essere fatto due conti: alle prossime
elezioni in tal modo si perdono almeno un milione di voti, si offre a
Berlusconi un’altra freccia al suo arco, e perciò l’emendamento è stato
ritirato.
Perfino uno con il cervello troppo vicino al
culo come Brunetta ha parlato di “scelta di classe” (ohibò).
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L’altra sera, durante una trasmissione
televisiva (Piazza pulita), sono state mostrate delle tabelle relative ad un
sondaggio. Una di queste illustrava le percentuali di risposta ai quesiti
fornite da “giovani” intervistati, e in tal modo si veniva a sapere che il 4%
aveva dichiarato una cosa, poi altra percentuale con risposta diversa, e via di
seguito. I dati venivano letti e commentati man mano dal presentatore e dal
responsabile del sondaggio. Non mi soffermo qui sul fatto che in base a come
sono formulate le domande è possibile suggerire le risposte e quindi orientare
i dati di un sondaggio. Colpiva un’altra cosa, almeno per chi vi ha fatto caso
e ne ha tratto le debite considerazioni. Unici dati della tabella non citati e
non commentati erano quelli riportati in fondo e scritti con un colore meno
evidente degli altri. Che cosa dicevano? Il 20% tondo aveva risposto con un
“non so” e un altro 30% esatto non aveva risposto alle domande. Che valore può
avere un sondaggio in cui il 50% degli intervistati non risponde ai quesiti? Nessuno,
soprattutto se un dato del genere viene taciuto in sede di valutazione. Un
semplice esempio, tra i tanti, di palese manipolazione.
Buona sera. La frase (citazione) di apertura del post, è di Marx? e di quale opera? Grazie.
RispondiEliminabuongiorno. le frasi in esergo, quando non diversamente indicato, sono di chi scrive. saluti.
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