L’Italia dovrebbe essere un paese a forte
vocazione turistica, tanto più oggi che rischiamo di finire fuori dalla top tin
dei più ricchi del pianeta, nonostante l’attivo della
bilancia commerciale, il valore delle esportazioni superi quello delle
importazioni, le quali hanno raggiunto i 195 miliardi nel primo semestre di
quest’anno, dieci in più dell’anno scorso.
Per quanto riguarda il turismo sappiamo come
stanno le cose, ossia molto male. Non solo perché alle gondole veneziane hanno
imposto la targa e il coprifuoco, o per l’incuria nella quale è lasciata una
parte cospicua del patrimonio artistico (patrimonio dell’umanità solo a parole,
quanto a spese è patrimonio quasi esclusivamente a carico nostro), ovvero per
la gestione criminale del territorio e del paesaggio, ma anche per l’approccio che
in generale gli “operatori” pubblici e privati del settore riservano al
turista. Un approccio che definire truffaldino è spesso esatto.
Facciamo un passo indietro, diciamo di 75
anni. Nel maggio del 1938, Hitler, con un seguito da monarca medievale di circa
500 cortigiani, venne in visita in Italia (non si fece mancare quasi nulla: Roma,
Firenze e Napoli; a Venezia fu nel 1934, atterrando con un piccolo aereo al
Lido). A Roma fece da cicerone tal Bianchi Bandinelli, poi iscrittosi al …
(premio a chi indovina a quale partito). A Napoli il genio incompreso e il suo provvidenziale amico sentirono tuonare a salve i
possenti cannoni della marina da guerra, gli stessi che poi non affonderanno un
solo natante militare inglese (navi d’acciaio e teste di legno, disse qualcuno).
A Firenze, invece, Hitler visitò anche il
corridoio vasariano. Per l’occasione installarono nel lungo corridoio le
finestre, cosa inopportuna poiché si sarebbe potuta sfruttare l’occasione per fare
all’ospite un bagno in Arno. Da quelle finestre lo sguardo cinico e preveggente
del Führer indugiò sui ponti,
gli stessi che ordinerà ai suoi genieri di demolire sei anni dopo con lo stesso
aplomb artistico con il quale rase al suolo la città di Rotterdam dopo che questa
accettò di capitolare (1940).
Per rendere omaggio a quel genio, non certo per altri futili motivi,
desideravo visitare quel corridoio recentemente reso accessibile al pubblico. Al
pubblico, ma solo in gruppi guidati. Organizzare un gruppo per visitare un
corridoio, sia pure vasariano, è un’impresa più difficile che compostare un
nuovo gruppo parlamentare. Però, calma, ci pensano le agenzie, le quali
organizzano visite al corridoio vasariano con guida (solo lingua inglese, of course) al modico prezzo di 75 o 85
euro a cranio, rectius, ad personam.
Caro Führer, porta pazienza, non
possiamo seguire le tue orme, non siamo milionari texani.
è vero . difficile visitarlo . un vero peccato e una vera perdita per chi non l'ha ancora fatto o per chi non può permetterselo.io ancora ho negli occhi un piccolo autoritratto di Andrea del Sarto che mi ha tenuto ipnotizzata per parecchi minuti tanto che non riuscivo a staccargli più gli occhi di dosso.. tornerei solo per l'emozione che ho provato . magia dell'arte ......ciao olympe
RispondiEliminaciao Lucilla, ogni tanto ci si sente ed è un piacere.
EliminaScusandomi per l'O.T.
RispondiElimina"Riteniamo che il lavoro dignitoso sia la chiave per eradicare le povertà, migliorare la vita delle donne e degli uomini, stabilizzare l’economia e consentire agli individui di vivere nella pace e nella dignità". (Guglielmo Epifani)
http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Dati/Epifani-da-Stoccolma-appello-perche-il-lavoro-sia-dignitoso-in-tutto-il-mondo_32775807093.html
Io Olympe, mi sono fatto quattro risate, leggendo questo articolo.
Saluti da Franco
ciao Franco. a me non fanno più ridere da tanto tempo.
Eliminasarebbe il caso di cominciare a spegnere il cono di luce su questi individui esiziali .
EliminaCome darebbe la mia ragazza .. "io non gli dò audience!!" e schiaccia muto sul telecomando :))) quando lo fa con Casini prova in generale più piacere del solito!
EliminaIl corridoio vasariano a quelle cifre io non posso permettermi di visitarlo ma sono sicuro che la sua sostanziale privatizzazione sarà salutata come un fulgido esempio di start up culturale che poggia sulle nostre radici.
RispondiEliminaMagari un della valle qualsiasi sarebbe pronto a mettergli marchio, pubblicità o chissà cos'altro e la stampa amica non si scandalizzerebbe, anzi applaudirebbe di fronte a tanta modernità...
Quanto a Bianchi Bandinelli scommetto che si mise in tasca la tessera del Pci, o sbaglio?
A queste cifre non potrei mai permettermi di attraversare il corridoio vasariano... ma sono convinto che la sua sostanziale privatizzazione piace a tutta quella compagnia di giro che sostiene il decrepito capitalismo italiano e che ne parlerebbe come di una geniale start up che punta sulla cultura, sulla bellezza....Un Della Valle qualsiasi alla prima crepa sarebbe pronto a metterci una pubblicità a piazzarsi come sponsor, del resto le Tod's bisogna pur venderle....
RispondiEliminaQuanto a Bianchi Bandinelli scommetto che si prese la tessera del Pci....
ovviamente dopo l'8 settembre
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