Chissà se Mafalda di Savoia avrà visto al
collo della sua amica Emmy, Emma Johanna Henny Sonnemann, la stupenda collana di
diamanti appartenuta ad Adele Bloch-Bauer. Credo proprio di sì, per esempio in
una delle non rare occasioni mondane nelle quali le due frauen tedesche s’incontravano (*). Tuttavia Mafalda può aver visto
la collana di Adele al collo della signora Emmy Göring solo dopo l’Anschluss (1938), e
quindi in epoca successiva alle vacanze trascorse assieme ai coniugi Göring a Capri con i rispettivi mariti (1937). Non so dire se ciò avvenne in
occasione della visita a Roma di Hitler e dei suoi gerarchi (maggio 1938),
quando Hitler e i coniugi Göring furono ospiti di Mafalda e di suo marito Philipp nella loro
residenza romana di Villa Polissena.
La collana di diamanti, come detto, era
appartenuta ad Adele Bloch-Bauer,
nata Bauer, moglie di un industriale ebreo dello zucchero, Ferdinand Bloch, coniugi
residenti in Elisabethstraße 18, nel centro di Vienna, in un
palazzo che esiste tutt’ora, posto di fronte allo Schillerpark e proprio dietro
all’Accademia di belle Arti. Il loro salotto era frequentato dalle celebrità
dell’epoca. Adele Bloch-Bauer morì ben
prima dell’Anschluss, di meningite, nel 1925. I suoi gioielli erano passati
alla nipote, Maria Vittoria Bloch, coniugata Altmann, prima di finire
ad ornare la signora Göring, la
quale li aveva avuti in dono da suo marito quale refurtiva.
Adele Bloch-Bauer tuttavia è nota per un altro motivo,
ossia per essere considerata – a torto o a ragione – come la Monna Lisa
moderna. Infatti è suo il celeberrimo ritratto (1907) realizzato nel “periodo
d’oro” da Gustav Klimt (ne realizzò anche un secondo nel 1912, e poi Adele è
ritratta anche nei due dipinti di Giuditta). Per realizzare la sua “Monna Lisa”
austriaca, Klimt la ritrasse in circa 150 disegni preparatori (si dice che fu
l’amante della sua modella). La vicenda di quei ritratti – più che ritratti si
potrebbero definire “abbigliamenti” – di Adele e di altri dipinti di Klimt a
lei appartenuti, appassionò non poco il pubblico austriaco e quello americano
per decenni, dopo la guerra (**). Adele nel suo testamento aveva destinato i
dipinti, tra i quali due paesaggi veramente notevoli, alla Österreichische Galerie. Il marito non se ne volle separare, non solo per motivi venali. Poi vennero gli amici di Mafalda di Savoia ... .
L'Austria, al termine della Seconda guerra,
dichiara prive di valore le transazioni basate sulle leggi naziste e la
galleria del Belvedere sostenne che i Klimt di cui s’è detto gli appartenevano
in quanto dono di Adele. Non è esattamente così: il proprietario dei dipinti
era Ferdinand, il marito di Adele, che per iscritto li lasciò ai nipoti. Ma per
dimostrarlo occorrono anni: la lettera con le sue volontà rimane chiusa in un cassetto
del ministero della cultura austriaco fino al 1998, quando un giornalista
investigativo la rende pubblica. Il dipinto Adele Bloch-Bauer I – per molti anni visibile nella
galleria del Belvedere – è infine
stato restituito agli eredi legittimi, negli Usa, e poi acquistato dal magnate
dei cosmetici Ronald S. Lauder per la cifra di 135 milioni di dollari.
(*) La principessa Mafalda di Savoia,
secondogenita del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena, sposando il
principe Philipp von Hessen-Kassel,
Oberpräsident dell’Assia-Nassau (incarico affidatogli
dal cancelliere del Reich Adolf Hitler, il quale approfittava della posizione
del principe per farne uno strumento della sua politica verso Mussolini e
l’Italia), divenne a tutti gli effetti cittadina e principessa tedesca. Anche i figli di Mafalda, Maurizio,
Enrico, Ottone ed Elisabetta, erano a tutti gli effetti cittadini del Reich
tedesco.
Mafalda era membro effettivo
dell’organizzazione NS-Frauenschaft, alla quale versava
regolarmente cinque marchi mensili d’iscrizione, partecipando, anche se non
regolarmente, a eventi e feste dell’organizzazione.
I coniugi Philipp e Mafalda, come dichiarerà,
dopo la guerra, il generale Karl Wolf, capo delle Waffen-SS durante
l’occupazione in Italia, “sono stati spesso ai grandi raduni e dimostrazioni di
partito, e venivano loro assegnati i posti corrispondenti al loro rango, e
quindi erano stati visti in tutto il mondo”.
In Assia-Nassau aveva sede il famigerato
sanatorio Hadamar, quindi sotto la giurisdizione dell’Oberpräsident.
(**) Prescindendo dai gusti artistici personali, Göring non si fece alcun
problema di inserire nella propria collezione i dipinti di Klimt.
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