mercoledì 2 ottobre 2013

Adele


Chissà se Mafalda di Savoia avrà visto al collo della sua amica Emmy, Emma Johanna Henny Sonnemann, la stupenda collana di diamanti appartenuta ad Adele Bloch-Bauer. Credo proprio di sì, per esempio in una delle non rare occasioni mondane nelle quali le due frauen tedesche s’incontravano (*). Tuttavia Mafalda può aver visto la collana di Adele al collo della signora Emmy Göring solo dopo l’Anschluss (1938), e quindi in epoca successiva alle vacanze trascorse assieme ai coniugi Göring a Capri con i rispettivi mariti (1937). Non so dire se ciò avvenne in occasione della visita a Roma di Hitler e dei suoi gerarchi (maggio 1938), quando Hitler e i coniugi Göring furono ospiti di Mafalda e di suo marito Philipp nella loro residenza romana di Villa Polissena. 




La collana di diamanti, come detto, era appartenuta ad Adele Bloch-Bauer, nata Bauer, moglie di un industriale ebreo dello zucchero, Ferdinand Bloch, coniugi residenti in Elisabethstraße 18, nel centro di Vienna, in un palazzo che esiste tutt’ora, posto di fronte allo Schillerpark e proprio dietro all’Accademia di belle Arti. Il loro salotto era frequentato dalle celebrità dell’epoca. Adele Bloch-Bauer morì ben prima dell’Anschluss, di meningite, nel 1925. I suoi gioielli erano passati alla nipote, Maria Vittoria Bloch, coniugata Altmann, prima di finire ad ornare la signora Göring, la quale li aveva avuti in dono da suo marito quale refurtiva.

Adele Bloch-Bauer tuttavia è nota per un altro motivo, ossia per essere considerata – a torto o a ragione – come la Monna Lisa moderna. Infatti è suo il celeberrimo ritratto (1907) realizzato nel “periodo d’oro” da Gustav Klimt (ne realizzò anche un secondo nel 1912, e poi Adele è ritratta anche nei due dipinti di Giuditta). Per realizzare la sua “Monna Lisa” austriaca, Klimt la ritrasse in circa 150 disegni preparatori (si dice che fu l’amante della sua modella). La vicenda di quei ritratti – più che ritratti si potrebbero definire “abbigliamenti” – di Adele e di altri dipinti di Klimt a lei appartenuti, appassionò non poco il pubblico austriaco e quello americano per decenni, dopo la guerra (**). Adele nel suo testamento aveva destinato i dipinti, tra i quali due paesaggi veramente notevoli, alla Österreichische Galerie. Il marito non se ne volle separare, non solo per motivi venali. Poi vennero gli amici di Mafalda di Savoia ... .

L'Austria, al termine della Seconda guerra, dichiara prive di valore le transazioni basate sulle leggi naziste e la galleria del Belvedere sostenne che i Klimt di cui s’è detto gli appartenevano in quanto dono di Adele. Non è esattamente così: il proprietario dei dipinti era Ferdinand, il marito di Adele, che per iscritto li lasciò ai nipoti. Ma per dimostrarlo occorrono anni: la lettera con le sue volontà rimane chiusa in un cassetto del ministero della cultura austriaco fino al 1998, quando un giornalista investigativo la rende pubblica. Il dipinto Adele Bloch-Bauer I – per molti anni visibile nella galleria del Belvedere – è infine stato restituito agli eredi legittimi, negli Usa, e poi acquistato dal magnate dei cosmetici Ronald S. Lauder per la cifra di 135 milioni di dollari.

(*) La principessa Mafalda di Savoia, secondogenita del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena, sposando il principe Philipp von Hessen-Kassel, Oberpräsident dell’Assia-Nassau (incarico affidatogli dal cancelliere del Reich Adolf Hitler, il quale approfittava della posizione del principe per farne uno strumento della sua politica verso Mussolini e l’Italia), divenne a tutti gli effetti cittadina e principessa tedesca. Anche i figli di Mafalda, Maurizio, Enrico, Ottone ed Elisabetta, erano a tutti gli effetti cittadini del Reich tedesco.

Mafalda era membro effettivo dell’organizzazione NS-Frauenschaft, alla quale versava regolarmente cinque marchi mensili d’iscrizione, partecipando, anche se non regolarmente, a eventi e feste dell’organizzazione.

I coniugi Philipp e Mafalda, come dichiarerà, dopo la guerra, il generale Karl Wolf, capo delle Waffen-SS durante l’occupazione in Italia, “sono stati spesso ai grandi raduni e dimostrazioni di partito, e venivano loro assegnati i posti corrispondenti al loro rango, e quindi erano stati visti in tutto il mondo”. 

In Assia-Nassau aveva sede il famigerato sanatorio Hadamar, quindi sotto la giurisdizione dell’Oberpräsident.


(**) Prescindendo dai gusti artistici personali, Göring non si fece alcun problema di inserire nella propria collezione i dipinti di Klimt.

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