martedì 7 maggio 2013

Se fa schifo a lui, figuriamoci a noi



Francamente non si sa più cosa dire che già non sia stato masticato e digerito a noia. Ognuno poi ci aggiunge del suo, ma il risultato è quello che fa venire il vomito. Nonostante frequenti il grande imbroglio dai tempi i cui Andreotti figurava come un politico emergente, non è cambiato nulla. La tecnica e la pratica auto-conservativa di questo sistema e di tutto ciò che di logoro e marcio esso rappresenta è andata oltre le previsioni di chiunque.



Lo stesso Nipote è costretto a dire – per evitare gli si rida apertamente e pubblicamente in faccia – che il “suo” governo non piace nemmeno a lui. Sostiene – mentendo – che avrebbe preferito altro, ma la forza delle cose, l’immanenza della necessità, dice, ha sortito questa schifezza. I fatti sono altri. Se il Pd avesse concesso ai 5 Stelle quanto si è fatto imporre da Berlusconi, sarebbe nato un governo diverso. I notabili del Pd avevano bisogno di certezze, il resto è stato l’esito di violente lotte intestine tra le diverse sette e di gelosie tra capetti. N’è prova la circostanza che al 5 Stelle non si vuole lasciare nemmeno la presidenza di un paio di commissioni di un certo rilievo.

Un giorno, forse, verrà a galla che il niet non è solo nostrano, bensì, come del resto vado anche in tal caso ripetendo da oltre un mese, viene da lontano. Il 5 Stelle, nonostante costituisca un movimento ideologicamente reazionario, proprio per la sua imprevedibilità e l’assenza di un sicuro controllo, rappresenta un pericolo per il sistema.

Il frazionismo piddista da un lato, un Berlusconi a piede libero e mano sciolta dall’altro, significa anzitutto poter garantire l’instabilità governativa e cioè disporre a piacimento di questo paese. Al buon senso comune queste cose andrebbero spiegate con qualche dettaglio, e tuttavia è necessaria un’evidente prostituzione intellettuale perché tutto funzioni come sempre.

Siamo sempre stati una colonia di qualcuno. Nel 1859 senza l’appoggio diretto della Francia e il sostegno dell’Inghilterra l’anno dopo, quindi l’alleanza con la Prussia del 1866, il regno di Piemonte sarebbe rimasto una curiosità geografica fino al secolo XX. L’unità si è concretizzata solo perché funzionale ad alcune potenze europee. In seguito, del Patto di Londra si è avuta solo una parte del bottino, quella che non si poteva proprio negare. L’Italia doveva essere sì una potenza europea, ma di seconda classe. L’unico che aspirò realmente di dare all’Italia un ruolo internazionale fu Mussolini. Ma si trattava di un bluff scoperto che si chiuse con un disastro e che poteva finire pure peggio.

Il secondo dopoguerra fu segnato dagli accordi spartitori tra le grandi potenze, non meno che dagli inganni del PCI sapientemente coltivati per mezzo secolo, dapprima con la teoria del sorpasso e poi con il compromesso storico. In buona sostanza al PCI e al sindacato di riferimento si delegava il controllo sulla classe operaia e sul proletariato in generale, un circuito di regolazione della forza-lavoro che rispecchiasse le necessità del capitale, in cambio di prebende e la creazione di un blocco sociale di consenso e di riferimento specifico.

Il PCI è sempre stato un partito controrivoluzionario. Dalle sue ceneri cosa poteva nascere di diverso di quel connubio di nostalgici keynesiani, liberali rotti in culo e di baciapile che si chiama Partito democratico?

7 commenti:

  1. Nel 1848-66, come nel 1943-45, c'erano nella nazione minoranze attive - minoranze, ma molto attive, di cui oggi tendiamo a dimenticarci e che vengono da più parti irrise e neglette, per ignoranza o revisionismo storico - che fecero una differenza tra un'Italia mero e passivo materiale geopolitico in mano altrui e qualcosa di più e di diverso: non solo oggetto, ma anche soggetto di politica interna ed estera. In particolare nel primo periodo: l'esito del Risorgimento non fu esattamente quello che le altre potenze si aspettavano e su cui avevano fatto i propri calcoli.

    Di quelle o analoghe spinte ideali oggi non c'è traccia, e la differenza è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere.

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  2. La maschia invettiva non è nelle mie corde, ma credo di saperla apprezzare, in alcuni casi. E questo è uno di quelli. L'analisi invece è, al solito, tanto sintetica quanto efficace. Si, "al buon senso comune queste cose andrebbero spiegate con qualche dettaglio", ma sinceramente in questo luogo, non mancano gli stimoli per approfondire. Patto di Londra? Niente di più attuale.
    Conscrit

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    1. ogni tanto ci onori di un commento. hai fatto tuo il motto: la scrittura per essere preziosa dev'essere rara?
      ciao

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  3. Dalle ceneri del Pci e di una parte (cospicua) della Dc, nevvero?

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  4. E' molto che la seguo. La ritengo una marxista, ma è veramente marxista solo colui che è per la dittatura del proletariato. E' così per lei? O il suo marxismo è solo un vezzo, un modo per avere ragione nelle chiacchere da internet? E' ora che lei passi dalle parole ai fatti. Il mio partito ha bisogno di cervelli come il suo, il proletariato ne ha bisogno. Gli operai come me autodidatti non bastano, lei ci serve. Saluti rossi. Migliorati Isidoro PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI NOVARA.

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