Umanamente
mi spiace quanto è successo al carabiniere sparato domenica da uno spostato. So
perfettamente cosa significa una
lesione al rachide cervicale; so esattamente
quali sofferenze fisiche e psicologiche comporta un’invalidità permanente e
assoluta, l’aver bisogno dell’aiuto altrui per le cose più minute del
quotidiano, come vestirsi, lavarsi, sedersi, camminare, usare normalmente le
posate. Conosco i limiti e i rischi della neurochirurgia, le speranze deluse
della riabilitazione.
Tuttavia
m’incazzo quando si vuole equiparare questo e quello strumentalmente, quando
ogni tipo e forma di violenza è fatta uguale. Vi sono milioni di persone che
portano sulla propria carne i segni della violenza di questo insulso sistema
economico. Ogni giorno operai e lavoratori muoiono o restano invalidi perché i
loro così detti datori di lavoro non applicano le norme di tutela e sicurezza
più elementari. È violenza anche questa.
Quando
sento certi leader politici e le più alte cariche istituzionali parlare di
lavoro, dire: “stiamo lavorando”, ebbene dentro di me monta la rabbia. Loro non
hanno mai lavorato, non sanno cosa
sia il lavoro, non tanto come fatica fisica e sacrificio, ma per altri motivi. Non
sanno cosa significa cercare o perdere il lavoro e con esso ogni speranza. Non
sanno cos’è il lavoro sotto padroni, padroncini, capi e capetti. Lottare per conservare,
costi quel che costi, un posto di lavoro, ossia un salario. Eccetera.
Ognuno
di noi può subire e anzi subisce violenza in qualsiasi momento della sua
giornata. Dai padroni, dalla burocrazia, dall’informazione che racconta balle,
dalla pubblicità e delle sistematiche frodi commerciali, dalla politica che
t’inganna e dall’arroganza di un potere che nomina 40 tra sottosegretari e
viceministri. Dai poliziotti che ti massacrano i figli, ti torturano in
carcere, ti spiano.
L’elenco
delle violenze è infinito. Ognuno, se vuole, lo aggiorni, ma non potrà
completarlo. Perché questo sistema sa inventarsi e accumulare sempre nuove
violenze.
Umanamente condivido quello che dici. Come sempre. Basta pensare alle 500 e passa persone morte nel crollo di quel palazzo in Bangladesh. Si parla di lavoratori, sottopagati. E automaticamente diventa "insignificante" la vicenda nostrana. La causa di questi orrori, alla fine, come giustamente dici, è il sistema capitalista. E intanto da noi, facendo finta di non vedere questo "elefante che abbiamo in casa", si parla di IMU sì, IMU no, e delle sorti del PD, cioè di quelli che non hanno mai lavorato nella loro vita!
RispondiEliminaChe pazienza che ci vuole a spiegare pazientemente.