Quante speranze deluse, nove milioni di voti buttati
nel cesso. Scrivevo il 17 marzo:
Il Movimento grillista, nelle
intenzioni di milioni di elettori, dovrebbe anzitutto rappresentare il
tentativo di trovare una via d’uscita alla situazione attuale, di dare una
scossa all’immobilismo della solita giostra politica che per troppo tempo si è
illusa che la crisi fosse una fase di passaggio e di poter cooptare consenso
con concessioni di vario genere a determinati gruppi sociali. Per altri milioni
di suoi elettori, invece, si tratta di una dichiarazione di messa in mora delle
tradizionali forme della rappresentanza. Il Movimento grillista rappresenta
anche – per voce del suo leader – la presa d’atto che il welfare – nelle forme
sperequative nelle quali l’abbiamo conosciuto – non è più sostenibile. Grillo
questo fatto l’ha ben chiaro e si fa portatore delle istanze che da ciò
derivano, soprattutto una.
Il Movimento arruola una gran
massa socialmente non ben definibile che va dal professionista in difficoltà a
quella di giovani reclute di semiproletari irrequieti e ansiosi in cerca di uno
status ora precluso dalle condizioni distributive attuali di reddito e di
occupazione, ossia dalla nuova divisione internazionale del lavoro e
della produzione.....
Il successivo 24 marzo:
….. le giovani e i giovanotti che sono entrati
in parlamento, non hanno mai ricevuto uno stipendio in vita loro oppure si è
trattato di qualcosa attorno ai mille euro. A giorni questi proletari che
aspirano a uno status borghese riceveranno per la prima volta gli emolumenti
spettanti, ben oltre 10mila euro. Grillo è lontano, a Genova, e loro – così
giovani e attenti ai richiami – sono a far vita a Roma. Quello dei soldi è un
dettaglio che li indurrà a volerci restare nella capitale, in posizione di
comodità. Il più a lungo possibile. Tempo al tempo, nulla è più nobile e mobile
di un seggio in parlamento, nessun voto è più discreto e segreto di quello
elettronico.
Tutto quello che di concreto ha prodotto finora il 5 Stelle è stato il
via libera a Berlusconi e la grande disputa sui propri stipendi. Grillo si è
sopravalutato e ha sottovalutato di che cosa è fatta realmente questa società,
la debolezza degli uomini e l’astuzia di chi la gestisce. Il 7 settembre 2012,
scrivevo:
… i suoi voti saranno messi in frigorifero
come le famose 350mila firme. Abbiamo a che fare con la malavita e con
interessi multimiliardari, dalla sanità agli armamenti, dalle banche alle
assicurazioni. Non guardano in faccia a nessuno. Chiaro che non mi riferisco
solo alle marionette sul proscenio, ma alle forze che stanno dietro, autoctone
e foreste.
Si vende ciò che è molto popolare, poi il tempo un poco per volta rende nota ogni cosa. Dei 160 parlamentari 5 Stelle sconosciuti alla massa dei loro elettori, al massimo ce ne saranno alcuni che vogliono un vero cambiamento, tutti gli altri cercano un accomodamento. E ciò è in linea con la tradizione e gli interessi della maggioranza di questo paese.
Nessun commento:
Posta un commento