Il
presidente della camera, in occasione del primo maggio, ha detto che
l’emergenza lavoro fa sì che le vittime diventino carnefici. È stata dunque,
secondo questa versione, l’emergenza lavoro ad armare la mano di uno spostato. Con
un rovesciamento dialettico degno di miglior causa, il presidente della camera ha
voluto strumentalizzare un caso isolato facendolo valere quale esempio negativo
e paradigmatico da additare ai disoccupati e cassaintegrati, ai precari a vita
e ai lavoratori in nero. La ribellione, la resistenza di milioni di vittime contro
la violenza del sistema, è così irretita nell’episodio accaduto a Roma
domenica scorsa.
L’emergenza
lavoro, come la chiama la Boldrini, eletta nelle liste di Sinistra ecologia e libertà, sarebbe dunque frutto del caso, un
destino inesorabile che non ha cause precise. Non sarebbe, invece, il portato
necessario di un sistema economico non solo moralmente iniquo, ma assolutamente
irrazionale e selvaggio nelle sue dinamiche. Si preferisce evitare qualunque accenno
sulle responsabilità in capo a questo sistema economico e alla sua gestione
politica, celebrare il primo maggio in serenità, nella pace sociale, senza tirare
in ballo quell’antico perché.
In
tal modo, eludendo le cause di quanto avviene nella generalità della situazione sociale, il discrimine tra vittime e
carnefici diventa labile, confuso, una categoria morale mutevole e
intercambiabile, da spendere a ogni buona occasione. E che dire ai disperati
del delta del Niger, quelli che succhiano un po’ di petrolio dalle pipeline, lo
stesso che le multinazionali pompano a pieno regime dalle terre nelle quali sono
nati e vivono da generazioni? Attenti a non trasformarvi da vittime in volgari
ladruncoli, in criminali che violano la legge?
E se
finalmente i disperati passassero dalla mera protesta alla resistenza
organizzata e attiva, quale posizione in merito assumerebbe l’onorevole
Boldrini, di sinistra, ecologista e libertaria? Nel suo repertorio di
democratica intransigente, queste “vittime” si trasformerebbero ipso facto in
carnefici?
Prima
di rispondere, però, alla presidente della camera, che ha fatto una dura carriera
tra le disperazioni del pianeta provocate dall’agire (non solo cieco) di questo
sistema, andrebbe almeno ricordato che “protesta” è quando dico che questo e
quello non mi sta bene; “resistenza” è quando faccio in modo che ciò che non mi
sta bene non succeda ancora. Protesta è quando dico che non collaboro più.
Resistenza è quando faccio in modo che tutti gli altri non collaborino più.
Non
serve che l’on. Boldrini, eletta nelle liste di Sinistra ecologia e libertà, risponda al quesito, non ci vuole
molto a dedurre la risposta da ciò che dice e soprattutto da ciò che omette.
Per
quanto ci riguarda, i comunisti non si sono mai fatti incantare da queste
dicotomie moralistiche di vittime e carnefici, preferiamo chiamare le cose con
il loro vero nome, ossia distinguere tra sfruttati e sfruttatori.
Buon
Primo Maggio!
Sel = sinistra ecologia libertà:)
RispondiEliminagrazie
Eliminacome m'è venuto in mente socialismo proprio non so
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