mercoledì 10 ottobre 2012

Si domandi a Grillo



BeppeGrillo mi sta simpatico. L’ho già scritto. È un tipo che s’impegna, suda, nuota, e soprattutto fa delle battute esilaranti. Dice il blog di Grillo:

La Regione Sicilia vanta un credito di un miliardo di euro nei confronti dello Stato italiano […]. La Sicilia potrebbe vivere meglio senza l'Italia, ma l'Italia non potrebbe vivere senza la Sicilia.

Ora, con tutta la simpatia per questa regione straordinaria, unica per molti aspetti, le cose non stanno esattamente così. La regione siciliana ha un gravissimo e urgente problema di liquidità (lo Stato le ha recentemente versato 400milioni di euro) e … di residui attivi. Bisogna vedere cosa nascondono questi residui attivi che ammontano a ben 15,7 miliardi!

I residui attivi sono crediti accertati ma non riscossi, come quelli del comune di Napoli che non incassa le multe e gli affitti e di tanti altri enti locali. La domanda è come mai la Regione siciliana non riscuota somme per un ammontare così ingente a fronte di una situazione di illiquidità e di oggettive difficoltà finanziarie. Prendiamo un esempio sul caso del credito che la regione Sicilia vanta verso lo Stato di cui parla Grillo: che succede se la Regione iscrive a residuo attivo somme spese in attività inutili e clientelari, imputandole al Fondo per le aree sottoutilizzate? Può succedere che il governo non riconosca questo tipo di credito (200milioni di euro), perché i fondi Fas possono essere utilizzati solo per investimenti. Ecco come una spesa pazza può trasformarsi in un residuo attivo e quindi in un credito inesigibile. Ovvero, in un debito occulto. E a quanto ammontano questi crediti fittizi? Impossibile dirlo.

Più in generale, sulla situazione del bilancio regionale, il presidente della Corte dei Conti siciliana, Rita Arrigoni, scrive che il rendiconto finanziario regionale del passato esercizio «registra una situazione di notevole, preoccupante deterioramento: tutti o quasi i saldi fondamentali presentano valori negativi. Così per il saldo netto da finanziare e per il ricorso al mercato, mentre crescono a dismisura le obbligazioni da onorare in esercizi futuri in corrispondenza con un volume di residui passivi crescenti da 5 a 7 miliardi di euro». E aggiunge: «In questo quadro, certamente allarmante, si iscrive un debito regionale in continua crescita che ha visto recentemente attivati, fra novembre e dicembre 2011, nuovi prestiti per 818 milioni» che fanno salire l'esposizione totale a 5,3 miliardi. 

E infatti  prendiamo la norma approvata qualche giorno prima delle dimissioni del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo nel punto in cui si proponeva di sbloccare il pagamento dei circa 700 milioni che gli enti pubblici siciliani devono alle imprese che si occupano del ciclo integrato dei rifiuti. Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, l’ha bloccata, facendo notare come essa fosse priva di copertura finanziaria e pertanto non in linea con il dettato anche costituzionale. La verità è che i pagamenti sono paralizzati per le inadempienze degli enti locali: basterebbe far pagare la Tarsu ai cittadini invece di acconsentire tacitamente a una grande evasione della tassa sui rifiuti!

Secondo quanto riferisce un articolo de Il sole 24ore, tra tutti i 390 comuni siciliani sull’anno 2009 e 2010 la media dell'evasione della Tarsu sfiora il 50%, ma con punte del 90% in molti comuni. Nel 2009 su 592,341 milioni previsti restano da incassare 216,328 milioni (ma in questo caso molti comuni non hanno risposto e l'evasione si attesta a poco più del 36%). Nel 2010 su un incasso previsto di 644,444 milioni (ma mancano all'appello una decina di comuni che non hanno comunicato i dati) restano da recuperare 307,412 milioni, ovvero il 47,7 per cento.

Si domandi a BeppeGrillo: posto che la Sicilia potrebbe vivere meglio senza l'Italia, ma l'Italia non potrebbe vivere senza di essa, vogliamo fargliele pagare le tasse ai siciliani che non le pagano, oppure è intendimento del Movimento 5 stelle di proseguire, se vincente e chiamato a governare in Sicilia, di lasciar andare le cose come vanno in attesa che siano gli altri italiani a pagarle per loro?

9 commenti:

  1. carissimo
    non è che i siciliani non vogliono pagare le tasse. E' che i loro padroni (politici) non vogliono che le paghino così da averli sempre asserviti e pronti al riconoscente voto di scambio. La platealità con cui si elargiscono “favori” (gettare brioche al popolo affamato) per ricevere in cambio l’autorizzazione a rubare (voto) è direttamente proporzionale alle temperature meteo e cerebrali, alla latitudine e longitudine dei luoghi e della gente ed alla sedimentazione storica delle loro abitudini “civili”. La sostanza dei comportamenti è uguale in tutto il mondo. La corruzione è il fondamento stesso della rappresentanza (cioè della politica). Così come un bambino sta per natura con le gambine aperte così un politico sta per natura in parlamento per rubare. La politica è un’invenzione a cui credono tutti. Fino a quando ci sarà la politica comunemente intesa (rappresentanza) ci saranno tiranni e sudditi, padroni e schiavi. E’ la rappresentanza che genera l’errore. La rappresentanza è il bug del sistema. Conoscere tale bug consente a taluni di vivere da nababbi ed obbliga talaltri a morire di fame. Il popolo, purtroppo, ha bisogno di essere guidato (come le pecore) e, dopo, di essere educato (scuola ed istituzioni) alla convivenza civile. Ma per effettuare tali operazioni occorrerebbe un reset degli umani, una sorta di riprogrammazione della specie. Perché negli umanoidi la testa è come un chip di silicio, memoria fissa e volatile (rom e ram) piena di ordini da eseguire (algoritmi) impartiti dai programmatori (tiranni, politici). Io voterò Grillo. Poi che faccia come gli altri poco importa. Per lui (cioè il m5s) sarebbe la prima volta. E la prima volta … non si scorda mai! Ciao.

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    1. caro Gianni, tu dici:
      "non è che i siciliani non vogliono pagare le tasse"
      e allora le paghino quelli che non le pagano, così ci togliamo il pensiero

      tu motivi: E' che i loro padroni (politici) non vogliono che le paghino così da averli sempre asserviti e pronti al riconoscente voto di scambio

      come scusa forse è ben trovata, ma non regge perché la frittata potrebbe essere rivoltata: certi siciliani non vogliono pagare le tasse e trovano amministratori locali, in cambio del voto, che li assecondano

      CIAO

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    2. Quella dei siciliani che non vogliono pagare non è una scusa poiché il voto di scambio prevede espressamente che entrambi i contraenti il”patto” ricevano benefici dalla cosa. Quindi la rinuncia da parte dell’una o dell’altra parte di quanto pattuito (anche se il più delle volte sono solo promesse) è un non sense. Il popolo, pagando le tasse (o perlomeno pagandole tutte e magari vigilando anche sull’operato dei politici), dimostrerebbe qualità civiche che non può possedere dopo secoli di diseducazione alla cosa pubblica ed al bene comune. D’altronde è l’intero mondo che è costituito da un individualismo sfrenato e da interesse totale per il profitto personale. Il senso civico non esiste. I popoli (o coloro) che lo posseggono lo hanno ricevuto in eredità dalla loro storia e non certo grazie ad un ragionamento etico ed interiore. Un’abitudine insomma, un semplice riflesso pavloviano! L’essere umano è fondamentalmente stupido e programmabile. Inoltre, non pagare, sarebbe una piccola rivoluzione. E come può rivoltarsi un popolo senza coscienza e senso civico?Se pur riuscisse a reagire lo farebbe per fame e non certamente per anelito di libertà! Al massimo, quindi, sarebbe una rivolta e non una rivoluzione. Trovi forse corretto che gli operai dell’ilva o dell’alcoa o della fiat protestino “civilmente” in cima a qualche torre per poi andarsene a casa con una mano avanti ed una indietro?O gli studenti che di giorno protestano per una scuola migliore e a sera se ne tornano a casa con il cranio sfasciato dalle manganellate?Chi vuoi che se ne freghi delle proteste “civili”?Al primo tentativo di insurrezione ti mandano un esercito di poliziotti a sfasciarti il cranio e così ti levi subito il vizio! Da una parte l’incivile passività da diseducazione e dall’altra la repressione da dittatura.

      La vera follia, a mio avviso, è l’accettazione passiva di cui siamo più o meno tutti protagonisti. Facciamo anche l’applauso al boia che ci taglierà la testa. Grillo non potrà fare probabilmente granché ma nel suo tentativo ci spero. Quelli del m5s sono umanoidi programmati e programmabili come tutti. Ma, parafrasando, il loro sistema operativo è “aperto” (tipo Linux) e non chiuso ed inespugnabile (?si fa per dire) (tipo windows). Forse c’è qualche speranza di bloccare qualche algoritmo e di riprogrammare qualche pezzo del software. La speranza è l’ultima a morire. Ciao.

      Gio

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    3. La tassazione, in un sistema liberal-democratico, dovrebbe avere una duplice funzione: procacciare allo stato quanto necessario per le pubbliche riconosciute necessità e tentare un difficile, se non impossibile, riequilibrio tra le disparità sociali. Uno scopo pratico ed uno esemplare. Quanto più ci si allontana da questi due imprescindibili obbietivi tanto più si deludono e scontentano gli individui che si sentono vessati e quindi moralmente giustificati alla trasgressione fiscale. L'obbligo contributivo viene assolto con orgoglio e con minore peso in quei paesi e luoghi nei quali i cittadini si sentono storicamente parte di un tutto di cui sono fieri. Le responsabilità delle nostrane furbesche contraddizioni, sicule, padane o romane, sono ovviamente adeguate alla posizione sociale e politica che si occupa e la complicità, tra le diverse categorie, non muta la gerarchia delle colpe. Gramsci e Salvemini, mi sembra, ne scrissero ampiamente senza arrivare, peraltro, a conclusioni che non fossero di carattere essenzialmente storico/sociale.
      Conscrit

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  2. ho posto, alla fine del post, una domanda. prego rispondere nel merito. solo dopo aver risposto faremo sociologia.
    buona giornata ad entrambi

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  3. Va bene. Rispondo come se fossi Beppe Grillo. Le tasse i siciliani (ma è uguale sia a Napoli che a Milano) le devono pagare, naturalmente. E tutte. E tutte le mafie e le connivenze devono essere spazzate via. Serve uno Stato inflessibile che dispiega l’esercito per strada e punisce in vmaniera esemplare i corrotti. Ovviamente l’esercito dovrebbe prima arrestare tutti i politici e tutta la classe dirigente ladrona e, con uomini nuovi, tentare il rinnovamento sociale (pene severe e controllo straordinario) partendo dalla scuola e dall’educazione. Opera biblica ma non impossibile. Solo un pochino utopica. Ma per una grande parete ci vuole un grande pennello. Ciao.

    p.s. ai politici ladroni di professione (che sono in politica da 10 – 30 anni) farei anche un esproprio di ogni loro bene mobile ed immobile e farei accertamenti sui redditi anche dei loro amici e parenti nell’ultimo ventennio.
    Un politico dovrebbe percepire non più di 1500 euro al mese, andare a lavorare con mezzi propri e superare un concorso pubblico.
    Ed alla prima ora di assenza dal lavoro licenziato ed interdetto a vita dai pubblici uffici.
    Come un qualsiasi operaio. Solo così, forse, finirebbe l’assalto alla dirigenza. Il pesce puzza sempre dalla testa. Sempre.
    Ciao.

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  4. Apprezzo la drammatica comicità e la coraggiosa follia di Beppe Grillo ma non ne condivido il pensiero politico, nè vedo in lui il salvatore di qualsiasi patria, insulare o meno. Non credo, pertanto, di avere alcun titolo per dare delle risposte ad affermazioni paradossali che non mi riguardano nè, tanto meno, titoli per impartire lezioni di scienze umane a chicchessia. Colgo invece nell'uso frequente e generico dell'identificazione geografica di provenienza, i siciliani, i padani, i romani, ecc., che io appositamente reitero, una semplificazione arbitraria che non aiuta a capire per agire ma che può suggerire, temo, l'agire prima di sapere. E questo, prudentemente, mi riguarda.
    Conscrit

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    1. va bene, allora tanto per capire e quindi sapere prima di agire, come li chiamiamo i siciliani nell'uso frequente e generico che non pagano la tarsu e i romani che nell'uso frequente e generico parcheggiano in doppia e tripla fila e i napoletani che nell'uso frequente e generico non pagano l'assicurazione e i lombardi o i veneti che nell'uso frequente e generico evadono il fisco?

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  5. Sono mascalzoni, grandi e piccoli, che approfittano vilmente di una Stato lassista e spesso complice. Mascalzoni, grandi e piccoli, che approfittano subdolamente dei loro concittadini e della loro pazienza ed ignoranza. In alternativa: farabutti, canaglia, infami, fino al classico, ma sempre valido, ladri.
    Conscrit

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