mercoledì 12 ottobre 2022

Il dettaglio della cravatta di seta


Vi sono settimane in cui il Domenicale si sfoglia e poi si getta direttamente nel cestino; altre, in cui qualche articolo si legge e più raramente si ritaglia, accomodando poi e come sempre Gianfranco Ravasi nella differenziata.

La scorsa domenica è stata una di quelle fortunate, con un articolo di Francesco Maria Colombo. Già il titolo è intrigante: Per illustrare un bel cimitero serve un vero snob. Per me i cimiteri rappresentano un tema irresistibile.

Colombo può starci agli antipodi per le pose e l’austero tweed col quale conduce la sua trasmissione il giovedì sera su Classica HD, però va riconosciuto il suo valore poliedrico, che non lesina di esibire non solo come critico musicale.

Nell’articolo in questione parla di Philippe Jullian, un illustratore e scrittore di cui in italiano esce un libro: Il circo del Père Lachaise, Medusa editore. Le illustrazioni di Jullian possono piacere oppure no, ma il suo talento è indiscutibile, i suoi scarabocchi sottili e delicati, scapricciati e nervosi, sono densi di significati, spesso irriverenti e graffianti (illustrò Proust, Wilde e Dickens), e fu autore di una critica molto seria e inquietante dei suoi (e nostri) tempi.

Per dire del tipo d’uomo, era uno che teneva i poster (originali) di Alphonse Mucha in bagno, e a una hostess che gli offriva un budino al cioccolato e crema chiamato Nègre en chemise, rispose: “Io li preferisco senza”. Impensabile nell’ipocrisia di oggi.

Jullian, espertissimo di belle cose antiquarie, è anche autore di biografie di personaggi fin de siècle e di romanzi. Colombo nella sua recensione cita “un libro di culto, ormai introvabile, romanzo folle e visionario che in francese si conosce come La Fuite en Égypte”. Riedito da Franco Maria Ricci nel 1973, con il titolo di Madame, non è proprio introvabile in lingua originale. Fantasia barocca, anche questo libro di Jullian richiede una società colta, diversa da quella delle classifiche top ten dello stesso Domenicale, diversa da quel cretinetti che ieri mi ha rinfacciato di aver usato la foto di un bambino in un post.

Alvar González-Palacios, un altro distintissimo signore che assomiglia nella postura a Francesco Maria Colombo, in un profilo uscito nel meraviglioso Persona e maschera (Archinto, 2014), definiva Jullian come un uomo piccolo e delicato, “un uccelletto”. Un burlone incallito che diceva di aver ereditato l’amore per i bei mobili e per i begli uomini dalla nonna materna. Come scrisse Giorgio Villani, “il dettaglio della cravatta di seta con la quale s’impiccò conferisce alla sua morte qualcosa ancora una volta di settecentesco”. 

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