venerdì 13 ottobre 2023

L’elefante nella stanza


Un gran polverone è stato sollevato per la presa di posizione di numerose organizzazioni studentesche dell’università di Harvard le quali in una lettera, intitolata “Dichiarazione congiunta dei gruppi di solidarietà di Harvard Palestine sulla situazione in Palestina”, hanno scritto di ritenere “il regime israeliano interamente responsabile di tutta la violenza in corso”.

Pochi mesi or sono, quasi tremila intellettuali, personaggi pubblici e altre persone, prevalentemente ebrei, da tutto il mondo, hanno firmato una lettera dal titolo “L’elefante nella stanza”, in cui descrivevano le condizioni che hanno preceduto l’attacco di Hamas.

«Al popolo palestinese mancano quasi tutti i diritti fondamentali, compreso il diritto di voto e di protesta. Affrontano una violenza costante: solo quest’anno, le forze israeliane hanno ucciso oltre 190 palestinesi in Cisgiordania e Gaza e demolito oltre 590 strutture. I vigilantes dei coloni bruciano, saccheggiano e uccidono impunemente.

«Senza uguali diritti per tutti, sia in uno stato, due stati, o in qualche altro quadro politico, c’è sempre il pericolo di una dittatura. Non può esserci democrazia per gli ebrei in Israele finché i palestinesi vivono sotto un regime di apartheid, come lo hanno descritto gli esperti legali israeliani.

«Lo scopo ultimo della revisione giudiziaria è inasprire le restrizioni su Gaza, privare i palestinesi di pari diritti sia oltre che al suo interno la linea verde, annettere più terra e pulire etnicamente tutti i territori sotto il dominio israeliano dalla loro popolazione palestinese. I problemi non sono iniziati con l’attuale governo radicale: il suprematismo ebraico è in crescita da anni ed è stato sancito dalla legge sullo Stato nazionale del 2018.

«Gli ebrei americani sono da tempo in prima linea nelle cause di giustizia sociale, dall’uguaglianza razziale al diritto all’aborto, ma non hanno prestato sufficiente attenzione all’elefante nella stanza: l’occupazione di lunga data da parte di Israele che, lo ripetiamo, ha prodotto un regime di apartheid. Mentre Israele è diventato sempre più di destra ed è caduto sotto l’incantesimo dell’agenda messianica, omofobica e misogina dell’attuale governo, i giovani ebrei americani si sono allontanati sempre più da esso. Nel frattempo, i finanziatori miliardari ebrei americani aiutano a sostenere l’estrema destra israeliana.»

Per i cacciatori di teste di casa nostra, informo che i nomi dei firmatari sono in calce alla lettera stessa.

Ciò che colpisce scorrendo l’elenco dei firmatari, scrive il Washington Post, sono le “molte figure che si autodefiniscono sioniste, come l’acclamato storico Benny Morris”.

Uno dei principali promulgatori della lettera, il prof. Omer Bartov, “un eminente studioso israeliano dell’Olocausto della Brown University”, vede “un cambiamento molto radicale che ha portato in superficie” tensioni e ingiustizie che da tempo scorrono sotto la presunta temporaneità di Israele – ma ormai vecchia più di mezzo secolo: l’occupazione della Cisgiordania.

Sempre il Washington Post: Bartov ha descritto i pericoli posti dalla coalizione di Netanyahu in termini storici e minacciosi. “Sono uno storico del 20° secolo e non accedo facilmente alle analogie“, di come il fascismo europeo abbia preso piede quando movimenti politici un tempo marginali sono riusciti a entrare nei governi e hanno messo le mani sulle leve del potere: “Questo è il momento attuale in Israele. È terrificante vederlo accadere”.

Tutto questo viene ora deliberatamente soppresso. Si sta architettando una narrazione totalmente falsa e menzognera, secondo la quale Israele sarebbe vittima di attacchi in stile nazista da parte dei palestinesi, che in realtà sono oppressi e sottoposti a ripetuti bombardamenti e massacri da decenni.

Lo scopo dell’assalto israeliano a Gaza è uccidere quanti più palestinesi possibile e rendere Gaza disfunzionale e inabitabile. Il regime di Netanyahu intende cancellare Gaza dalla faccia della terra, un fatto confermato dall’annuncio di ieri secondo cui Israele chiede che 1,1 milioni di persone che vivono nella parte settentrionale di Gaza evacuino entro 24 ore.

Questo è un progetto genocida. Ci sono 2,2 milioni di persone a Gaza, che ha una delle densità di popolazione più alte al mondo. Metà della popolazione, circa un milione di persone, ha meno di 18 anni. Intrappolati dalla chiusura dei valichi di frontiera con Israele ed Egitto, devono affrontare la fame sistematica, i bombardamenti costanti e la prospettiva di un’invasione imminente.

Quando agli inizi del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia insorsero contro l’occupazione nazista, seguiti un anno dopo dalla resistenza polacca, il regime di Hitler rase al suolo la città in un modo paragonabile alla distruzione di Gaza che è ora nelle sue fasi iniziali. 

5 commenti:

  1. Grazie per l' articolo.
    Mi sembra di poter affermare che i sottoscrittori dell'appello siano perlopiù ebrei laici, secolarizzati e cosmopoliti; nella "madrepatria" le loro parole suonano ipocrite alle orecchie dei sionisti suprematisti, anzi, come nel caso di Benny Morris, la controaccusa è di essere ebrei-che-odiano-sé-stessi (e che per giunta stanno al sicuro, direbbero loro).
    Riporto l'osservazione dell'ex-diplomatico britannico Alistair Croocke secondo il quale la deriva guerrafondaia del governo israeliano è favorita tanto dalla personalità e dai guai di Netanyahu quanto dall'azione politica di fanatici religiosi quali Ben-Gvir e Smotrich che per diritto non hanno prestato il servizio militare e che pertanto non si contengono alle solite violente strategie segregazioniste.
    Non si riflette mai abbastanza sul fatto che questi personaggi vengano eletti: appellarsi al fatto che Israele sia una democrazia è in fondo accusare il popolo israeliano dei crimini di Stato commessi in loro nome più di quanto gli abitanti di Gaza siano responsabili dei crimini di Hamas, organizzazione paramilitare.
    (Peppe)

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  2. La religione, nata per trasformare la bestia in uomo,
    sta trasformando l’uomo in bestia
    (José Saramago)

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  3. Il limone è giallo, la luce centrale del semaforo è gialla: la luce centrale del semaforo è un limone.
    Sopraffazione, imperialismo, genocidi, pulizie etniche, sono nella storia della umanità, secoli prima che si costituisse il fascismo.

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    1. Testina gialla, dall'epoca della legge del taglione al diritto internazionale qualche passo avanti è stato fatto

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