mercoledì 18 maggio 2022

Deportazioni live

Avevo letto la notizia nelle settimane scorse ma non ci volevo credere: le solite esagerazioni giornalistiche. E invece Boris Johnson ha effettivamente deciso di deportare gli immigrati approdati in Gran Bretagna in Ruanda, da dove potranno far esaminare le loro domande di asilo dalle autorità locali.

In un’intervista pubblicata sabato sul tabloid britannico Daily Mail, il primo ministro Boris Johnson ha affermato che un primo gruppo di 50 migranti era stato informato della deportazione in Ruanda nell’ambito del cosiddetto “partenariato per la migrazione e lo sviluppo economico”, un accordo da 120 milioni di sterline con il governo di Kagame siglato il mese scorso.

Secondo Johnson, l’accordo avrebbe soprattutto lo scopo di evitare le tragiche morti nella Manica, disincentivando i migranti clandestini dall’intraprendere la pericolosa traversata. E poi, del resto, il Ruanda sarebbe “uno dei Paesi più sicuri al mondo, riconosciuto a livello internazionale per il suo primato di accoglienza e integrazione dei migranti” (testuale).

Meno di un anno e mezzo fa, nel gennaio 2021, il suo stesso rappresentante alle Nazioni Unite si è ufficialmente dichiarato preoccupato per le restrizioni alla libertà di stampa in Ruanda e ha esortato le autorità a indagare sulle accuse di esecuzioni extragiudiziali, detenuti morti in prigione, sparizioni e torture.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) si è fatto avanti affermando che “le persone in fuga da guerre, conflitti e persecuzioni meritano compassione ed empatia” e che “non dovrebbero essere scambiate come merci e trasferite con la forza all'estero”.

Come detto, sarà il Ruanda a esaminare le domande di asilo dei candidati inviate da Londra. Secondo criteri ruandesi. E saranno le autorità ruandesi a decidere dove dovranno stabilirsi i richiedenti asilo.

Il Ruanda è uno dei paesi più piccoli dell’Africa continentale, con una superficie di 26.338 kmq, quanto la Sicilia, ed è uno dei più densamente popolati con più di 12 milioni di abitanti, con vari “problemi” etnici e di controversie sulla proprietà della terra.

Johnson, dopo le proteste per l’accordo di “sviluppo economico” con il Ruanda, ha promesso che gli “sfollati” (si chiamano ufficialmente così) dall’Ucraina non saranno deportati in Africa.

Finora solo l’Australia aveva adottato questa politica di deportazione dei migranti. Dal 2001, con la “soluzione pacifica” e, nel 2013, con l’operazione “confini sovrani”, Canberra ha inviato tutti gli stranieri arrivati illegalmente nei centri di detenzione delle vicine isole di Nauru e Manus, in Papua-Nuova Guinea, dove nessun giornalista può mettere piede, le

ONG non sono autorizzate e i detenuti si danno fuoco per sperare di uscire da quell’inferno).

Tuttavia l’Australia rimane responsabile dell’esame delle domande d’asilo. Spetta alle autorità australiane trovare un posto dove collocare migranti e profughi. Il Regno Unito va oltre. Secondo l’accordo con il Ruanda, si libera completamente del peso dei suoi richiedenti asilo e se ne lava le mani.

La stampa italiana, la libera informazione, ne ha fatto cenno il mese scorso, poi è sceso il silenzio sulla “ricollocazione” degli esseri umani che non leggono Kant in lingua originale. 

6 commenti:

  1. è molto probabile che i collaboratori, portaborse e il curatore di immagine di Pierluigi Bersani leggano anche questo blog: ieri il gattopardo emiliano ha usato il termine 'mercatista' che secondo i motori di ricerca è un termine molto raro (se si guardano le statistiche e le date compare nel dibattito pubblico quasi a distanza di anni, 2015, 2017) Non si usa praticamente mai, sono più frequenti altri termini, soprattutto nel vocabolario tecnico e partitico. E in questo blog il termine 'mercatista' è stato usato due giorni fa.
    Sarà certamente il karma, ma se costoro dovessero per caso leggere questo messaggio: un uomo che non sa più come fermare la ovvia ovvissima escalation delle armi (riscoprendo addirittura la Costituzione! che ripudia la guerra come strumento) e che parla oggi con una scopa infilata nel culo cercando di ramazzare la stanza: è un uomo perbene e onesto dagli alti valori morali e oggi un uomo da sostenere nonostante tutto.

    all'obiezione: perchè allora non dare anche ai curdi e agli iemeniti le armi per difendersi? Per difendere la libertà!

    Il buon gattopardo risponde: si si «lo riconosco: c'è un doppio standard» (testuale)

    finendo di ramazzare anche l'ultimo angolino della stanza, non certo con la stessa prepotenza con cui ha invocato le armi, ma che importa?

    gli ex comunisti preghino santa maria: che non finisca tutto come a Hiroshima e Nagasaki sotto "il controllo" della NATO, organizzazione per "la difesa", la protezione degli uomini d'onore, come la mafia.
    O alle prossime elezioni, come suggeriva Einstein: verranno a cercarvi con le clave.

    MB

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  2. sono in fase di disintossicazione, non guardo più quella roba

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    1. https://diciottobrumaio.blogspot.com/2018/04/sarebbe.html

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    2. Sempre ottima Olympe, anche per la ricchezza di vocabolario. Nel 2018, quattro anni fa

      mi riferisco però al 16 maggio 2022, quart'ultima riga, mentre l'intervento di Bersani è di ieri 17 maggio
      https://diciottobrumaio.blogspot.com/2022/05/blog-post_14.html?showComment=1652686824072#c1199130513148416251

      osservo spesso questi rimbalzi di terminologia, un altro è 'maccartismo': è segnato come raro e molto raro prima del 2022, lo so bene perché leggendo i giornali, blog, forum forse sono stato uno dei primi a resuscitarlo e in modo sistematico proprio sui forum di alcuni quotidiani

      la russofobia è maccartismo di prim'ordine, xenofobia criminale, e per forza di cose componente del fondamentalismo atlantista.

      Solo che mancava la parola giusta.

      MB


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  3. i visi pallidi parlano con lingua biforcuta

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  4. rettifico quel "ex comunisti", fin troppo indulgente, romantico e nostalgico per descrivere gli attuali slenzuolatori liberalizzatori privatizzatori liberisti guerrafondai maledetti

    Da Attualità Infermieristica: Fabriano, mancano infermieri: ospedale a rischio chiusura. Nursind valuta esposto in prefettura

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