Volodymyr Zelens’kyj si dice disposto a trattare con Mosca rinunciando alla Crimea. Ma la Crimea e già russa, abitata nella quasi totalità da russi, ed è una penisola strategica irrinunciabile per la sicurezza della Russia nei suoi confini meridionali, nel Mar Nero e nell’Asia Asia centrale.
Quella di Zelens’kyj è solo una mossa di propaganda, e tuttavia da Washington mandano a dire che la Crimea non sarà mai riconosciuta ai russi. Questo dovrebbe dare l’idea, anzi la certezza, anche alle più incarognite canaglie della propaganda occidentale su chi effettivamente decide la conduzione di questa guerra dopo averla istigata in ogni modo.
Tutto ciò è giocato sulla testa della popolazione ucraina, le vittime tra donne e bambini che fanno versare lacrime tanto ipocrite, dimenticando peraltro donne e bambini massacrati per otto anni dalle milizie nazionaliste ucraine armate, equipaggiate e finanziate dagli USA. Chi insiste nel voler mandare armi per alimentare questo massacro è egli stesso complice degli assassini che questa guerra l’hanno preparata e voluta.
Nessuna potenza accetterebbe ai propri confini che si venisse a determinare una situazione come quella creata negli ultimi 25 anni ai confini della Russia da parte degli Usa/Nato. Chi nega i motivi di sicurezza adotti dalla Russia in questa guerra d’attrito provocata dalla dagli Usa/Nato, vuoi dire che non capisce nulla di queste questioni, oppure, cosa più probabile, finge d’ignorare gli interessi diretti e vitali della Russia messi in pericolo ai suoi confini dall’abbaiare della Nato.
A meno che non si vogliano considerare gli Stati Uniti per ciò che non sono mai stati nella loro storia, ossia una nazione pacifica e rispettosa del diritto internazionale.
Nel post di domani darò qualche spunto di riflessione proprio su alcuni episodi non a caso poco “reclamizzati” di questa storia.
RispondiEliminaCorriere dell Sera, 15 giugno 1976
Enrico Berlinguer: "Io sento che non appartenendo l'Italia al Patto di Varsavia, da questo punto di vista c'è l'assoluta certezza che possiamo procedere lungo la via italiana al socialismo senza alcun condizionamento. Ma questo non vuol dire che nel blocco occidentale non esistano problemi: tanto è vero che noi ci vediamo costretti a rivendicare all'interno del Patto Atlantico, patto che pur non mettiamo in discussione, il diritto dell'Italia di decidere in modo autonomo del proprio destino."
Giampaolo Pansa: "Insomma il Patto Atlantico può essere anche uno scudo utile per costruire il socialismo nella libertà..."
Enrico Beringuer: "Io voglio che l'Italia non esca dal Patto Atlentico "anche" per questo, e non solo perché la nostra uscita sconvolgerebbe l'equilibrio internazionale. Mi sento più sicuro stando di qua, ma vedo che anche di qua ci sono seri tentativi per limitare la nostra autonomia."
Giampaolo Pansa:" Comunque lei non crede che il socialismo nella libertà sia più realizzabile nel sistema occidentale che in quello orientale?"
Enrico Berlinguer:" Sì. certo; il sistema occidentale offre meno vincoli. Però stia attento. Di là, all'Est, forse, vorrebbero che noi costruissimo il socialismo come piace a loro. Ma di qua, all'Ovest, alcuni non vorrebbero neanche lasciarci cominciare a farlo, anche nella libertà. Riconosco che da parte nostra c'è un certo azzardo a perseguire una via che non sempre piace né di qua né di là."
L'ultranazionalismo statunitense, pur cercando paradossalmente come nei fascismi una genesi mistica dopo aver cancellato gli indiani, è sempre restato profondamente RAZZISTA, gli ebrei parlano di 'assimilazione' ma sanno di barare e illudersi ed è grande sofferenza: faranno sempre finta di essere integrati, ci sono comunità antiche di cinesi, presenti fin dalla costituzione degli USA, che anche dopo generazioni vengono considerate corpo estraneo! Per non parlare delle comunità nere: Obama non era nemmeno un nero, sarebbe inconcepibile.
RispondiEliminaGli arzigogoli di Berlinguer potrebbero avere anche senso se concepissimo il mondo diviso in modo esattamente binario ammettendo solo due possibilità senza contemplare una terza possibilità. Ma se poi pensiamo che la ex nazista Austria per costituzione non è nella NATO e anche Svezia e Finlandia non sono nella NATO ma nemmeno nel Patto di Varsavia. Se poi consideriamo, pur in modo relativo, che rispetto all'Italia il welfare scandinavo è socialismo reale con una distribuzione di ricchezza senza precedenti (per noi inconcepibile!), in confronto allo scempio liberista reazionario italico ormai in frantumi e in preda all'alienazione con l'americanata del "Democratic Party" italiano (che configurerebbe così un solo partito democratico in Parlamento e gli altri illegali, ancora uno schema fascista): allora anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano!!
La NATO doveva essere necessariamente dismessa col Patto di Varsavia e col muro di Berlino: lo squilibrio sta facendo scivolare l'Europa in un baratro: lo schema coercitivo ipocritamente unionista in una cultura americana violentemente concorrenziale e anticooperativa manderà tutto in frantumi: la trasformazione in federalismo è ormai fuori tempo. Non è un discorso solo militare: il riarmo e l'esercito europeo non prevedono affatto la dismissione della NATO: l'idiota Trump era, nell'interesse europeo, un'occasione d'oro per liberare l'Europa dalla NATO, ma anche quando si presenta uno spiraglio favorevole i corrotti e deboli parlamenti europei, ostaggio di grosse società private e fondi speculativi americani, non prendono l'iniziativa: come una sindrome di Stoccolma.
MB