La verità, quando la si cerca con le parole, diventa subito finzione. Perché la verità, come la sfinge, non parla.
Prova a fare delle domande a Siri, l’assistente vocale di Apple, e chiedi se Dio esiste. Ti sentirai rispondere: “Se possibile, chiedi a qualcuno più qualificato di me questo tipo di risposte”. E ciò dovrebbe rassicurare, poiché questo tipo di risposte ha bisogno di un bugiardo vero, ossia di un essere umano.
Succede un po’ per tutte le cose, soprattutto quando si tratta di soldi. Tipo: “Direttore, è un buon investimento quello che mi sta proponendo?”. Risposta perentoria: “Signora mia, un diamante è per sempre, come dice la pubblicità. Veda qui, c’è la quotazione ufficiale, guardi il grafico come schizza ... ”. La signora gongola e ne ordina un paio d’etti impegnando anche l’eredità del povero babbo.
La verità venne non troppo presto a galla: quei diamanti avevano lo stesso valore delle perline colorate, e le loro quotazioni erano aleatorie quanto i famosi bulbi di tulipano che a suo tempo fecero impazzire solo i pazzi. Bpm e Unicredit per la truffa dei diamanti furono sanzionate per 3,35 e 4 milioni. Carezze.
Per quanto riguarda i bitcoin, titolavo significativamente in un post del febbraio dell’anno scorso: Un’esplosione nucleare ci attende. Un mese prima, in altro post, il titolo fu altrettanto eloquente: L’albero dei bitcoin, con trasparente analogia all’albero degli zecchini d’oro.
Senza farla lunga sintetizzo: i bitcoin esistono solo nella testa di alcuni, perciò non hanno alcun valore, ma solo un prezzo speculativo. Non sono, a rigore, nemmeno una vera scrittura contabile, un credito bancario di un istituto registrato presso l’autorità pubblica monetaria. Come dice il loro nome, il bitcoin è una moneta puramente digitale, come del resto in gran parte qualunque fiat money.
Dunque sono una moneta “immateriale”? Niente è immateriale nel mondo, nemmeno i nostri sogni e i nostri pensieri, che richiedono l’attività delle nostre piccole cellule grigie. Per creare elettronicamente questo raggiro è necessaria molta energia poiché il Bitcoin è creato da “minatori”, cioè persone dietro i loro schermi che gestiscono computer enormi per creare transazioni in un aggeggio chiamato “blockchain”. È questa attività di “mining” che viene remunerata sotto forma di Bitcoin. Follie complesse in linea con le nostre avvolgenti disperazioni.
La moneta emessa dalle banche centrali, invece, realmente o solo come moneta di conto elettronica (intercambiabile con banconote), se non altro ha come garanzia uno Stato o una Banca centrale che, anche nell’eventualità di bancarotta e ristrutturazione del debito pubblico, non si estinguono e non proprio tutto è perduto (magari con qualche miliardo di marchi post bellici puoi comprarti la corda per impiccarti).
Per i bitcoin si può contare solo sulla mera fiducia degli investitori, cioè ombre nella notte. In tempi di tassi negativi, nei momenti in cui si comincia ad avvertire una certa eccitazione del mercato per certi “prodotti”, si può giocare qualche soldino in robaccia come i bitcoin, un po’ come a testa o croce, o come nell’acquisto di bulbi di tulipano e simili, ma non si tratta di oggetti da collezionare e tantomeno da tesaurizzare. Mai rischiare la torta, al massimo un bignè. Prima si realizza e meglio è, che viene anche in rima.
D'accordissimo con te Olympe, sempre saggia: l'obiettivo delle storie non è raccontare la verità, ma raccontare un sistema, un mondo. Il profeta vide la bellissima sfinge ma provò compassione e annotò: in principio fu il verbo. E non sapendo quale parola, farfugliò prima parole a caso e poi una frase: "Babbo, ti devo dire una cosa, ti ricordi di quell'investimento? Ci hanno venduto un sogno, in questo grigiume borghese, ci hanno ridato la speranza. Da quanto tempo non sognavamo?" Il babbo rifletté e ammise che era cosa buona e giusta, un attimo prima della colluttazione.
RispondiEliminaMB
L'ultima volta ho dovuto letteralmente raschiare la torta, la carta da forno non ha funzionato, io e gli ospiti siamo rimasti a discutere per interi minuti sulla fisica della carta da forno, non arrivando ad alcuna conclusione: ma secondo me era l'impasto, non abbiamo dormito la notte.
RispondiEliminaMB