domenica 1 maggio 2022

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Il Ministro consigliere a Berlino, [Massimo] Magistrati, al Ministro degli esteri, Ciano

Lettera personale s.n. –Berlino, 30 agosto 1939.

Un po’ di cronistoria, per «fissare» le battute di questi ultimi giorni, con particolare riguardo alla così detta «missione» Henderson [amb. Britannico a Berlino] ed alla trattativa anglo- tedesca.

Ho controllato queste notizie sia presso i Tedeschi, sia presso il mio collega britannico. Penso quindi che esse siano, per quanto possibile, esatte nei confronti degli sviluppi graduali degli avvenimenti.

Nel tardo pomeriggio di giovedì 24 Agosto il Cancelliere Hitler giunse in apparecchio da Berchtesgaden al Campo di Aviazione berlinese di Tempelhof. Ebbi occasione di scambiare con lui qualche parola. Era soddisfatto dell’avvenimento moscovita ed apparve lieto di apprendere come il ritorno di von Ribbentrop fosse annunziato come imminente. Alle 18,30, infatti, il grande quadrimotore che recava il Ministro degli Affari Esteri del Reich atterrava regolarmente, avendo compiuto in poche ore il volo Mosca-Berlino. Tutti avevano aspetto felice.

Era evidentemente generale il convincimento che il «colpo di scena» aveva sconvolto tutti i piani franco-inglesi e che, nel disastro della politica dell’accerchiamento, Parigi e Londra avrebbero definitivamente rinunziato a qualsiasi intervento. La partita sembrava già vinta. Ed in serata aveva luogo una lunga conversazione «gratulatoria» Hitler-Ribbentrop.

Nella mattinata di venerdì 25, cominciarono a giungere le prime notizie dell’irrigidimento britannico. Londra, dopo un primo momento di sbigottimento, si riprendeva. L’annunzio della decisione del Governo inglese di procedere senz’altro alla stipulazione dell’accordo con Varsavia per la concessione della garanzia dava il colpo di grazia. Riappariva, e sempre più precisa, la minaccia di un immediato intervento franco-inglese nel conflitto. Cadevano molte illusioni e si rilevava una situazione militare non perfetta: ad Occidente lo schieramento militare tedesco, per quanto un’immediata offensiva francese fosse da escludersi, appariva assolutamente insufficiente.

Nella mattinata furono impartite le prime disposizioni per far affluire i rinforzi ad Occidente e contemporaneamente si prospettava l’opportunità di un rinvio dell’inizio delle operazioni ad Oriente che, dapprima fissato per il giorno di domenica 27, era stato in seguito anticipato di 24 ore e deciso quindi per il giorno di sabato 26.

Poco prima di mezzogiorno Hitler faceva conoscere all’Ambasciatore britannico il suo desiderio di personalmente parlargli. L’incontro aveva luogo alle 12,30 ed in esso il Cancelliere, rifacendo tutta la storia degli avvenimenti e delle richieste tedesche, poneva in rilievo se non fosse possibile, con una pronta risoluzione della pendente questione, evitare un conflitto tedesco-britannico, e quindi una guerra europea. L’Ambasciatore veniva pregato di recarsi personalmente a Londra per illustrare al suo Governo questa conversazione. Sir Nevile Henderson prendeva la risoluzione di recarsi effettivamente a Londra ma, nel pomeriggio, per poter appoggiare il suo rapporto orale su di un qualche chiaro pezzo di carta, chiedeva alla Cancelleria che Hitler precisasse il suo pensiero in un qualche documento. Dopo qualche esitazione, si decideva, da parte tedesca, di dare all’Ambasciatore il resoconto della conversazione compilato dal Ministro ed Interprete Schmidt, che vi aveva assistito.

Il Cancelliere convocava dopo poco alla Cancelleria lAmbasciatore di Francia, Coulondre, ed aveva con lui, nel tardo pomeriggio, una lunga conversazione, nella quale ripeteva più o meno le stesse argomentazioni già usate con il Rappresentante britannico e poneva in rilievo, naturalmente, l’inutilità di una guerra franco-tedesca. Coulondre veniva, a sua volta, pregato di portare la conversazione a conoscenza del signor Daladier.

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Subito dopo aveva luogo presso il Führer una riunione dei Capi dell’Esercito, dalla quale dovette senza dubbio emergere la necessità, nella nuova situazione, di guadagnare tempo. Venivano subito impartite urgentissime disposizioni: sospensione dell’ordine di movimento per le truppe ad Oriente, intensificazione dei movimenti verso Occidente. Le informazioni date da Roatta quella sera stessa, alle 20,30, sulla base di notizie udite da lui direttamente mentre si trovava nell’Ufficio di una alta personalità militare del Ministero della Guerra, sono risultate molto esatte. Si approfittò subito della trattativa con l’Inghilterra e con la Francia per parare e fronteggiare il nuovo compito e la nuova situazione.

Henderson e Coulondre ebbero frattanto gravi difficoltà nelle comunicazioni telefoniche con Londra e con Parigi. Finalmente, appunto per facilitare la trattativa, l’autorità militare diede, verso le 21, via libera alle loro conversazioni. Coulondre informò esaurientemente il signor Daladier del suo colloquio con Hitler. E Daladier si dispose ad inviare al Cancelliere la nota lettera che pervenne a Berlino e venne consegnata nella giornata di Sabato. Henderson, essendo ormai troppo tardi per partire, decideva di lasciare Berlino nelle prime ore di Sabato per Londra, e veniva messo a sua disposizione un apparecchio tedesco.

Questa, nella linea generale, l’origine e la cronistoria della trattativa tedesco-britannica, che, dopo battute ottimistiche e pessimistiche, attraversa oggi, a seguito della risposta tedesca di chiedere all’Inghilterra di ottenere « subito » da Varsavia l’inizio a Berlino delle conversazioni dirette tra i due Paesi in conflitto, un ben cattivo momento. Gli Inglesi sono alquanto scettici perchè non trovano «reasonable» la richiesta, e molto di più lo sono i Tedeschi. Veramente ora, se i preparativi ad Occidente fossero terminati, Hitler potrebbe premere il famoso bottone per dare l’ordine di cominciare! Ciò non vuoi dire che non sono pochi quelli che sarebbero lieti se potessero fare macchina indietro!

Ora sento parlare di nuove iniziative: Papa, Londra, Italia. Tanti elementi diversi, la cui fusione non mi sembra eccessivamente adatta per fermare i Tedeschi. A meno che, forse, accanto a quelle iniziative, non vi sia almeno il piatto, pronto e caldo, di Danzica, fatto per dare a Hitler la soddisfazione, per il suo prestigio, di poter entrare subito nella Città, personalmente, secondo le sue abitudini, per proclamarne l’unione al Reich.

Frattanto tutti qui attendono perplessi, e tristamente e disciplinatamente rassegnati.

L’ambasciatore a Berlino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano

Fono. 589. Berlino, 31 agosto 1939, ore 2,25 (pervenuto ore 6).

La risposta inglese è arrivata ed è stata portata da Henderson a Ribbentrop poco dopo le 23. Essa in sostanza constata la pratica impossibilità di «produrre uno speciale plenipotenziario polacco a Berlino per oggi stesso» e quindi suggerisce le vie di negoziazioni normali e cioè la consegna all’Ambasciatore polacco a Berlino di quelle che Berlino considera le possibili basi di negoziazioni.

Effettivamente il Governo tedesco aveva già elaborato queste basi e ciò in un documento di 16 punti di cui è stata data ad Henderson sommaria lettura. Sennonché nessuno essendosi presentato da parte polacca a prenderne cognizione, rimane da vedere se, dico se, e quale ulteriore seguito la cosa possa avere.

In questo momento Henderson sta cercando convincere l’Ambasciatore di Polonia a farsi egli stesso parte diligente e quindi domandare senz’altro la comunicazione del documento. Si tratta però di vedere se Lipski si sente autorizzato a farlo oppure se ritenga dover prima chiedere istruzioni a Varsavia.

Intanto questa sera a mezzanotte - ritengo in seguito alla ricevuta conferma della notizia della mobilitazione polacca - si è riunito sotto la presidenza di Goering il Consiglio della Difesa.

L’ambasciatore a Berlino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano

T. Urgentissimo 590. Berlino, 31 agosto 1939, Ore 9,04. Rif. mio fonogramma 589.

Se un fatto nuovo non si produce subito Germania fra poche ore sarà in guerra. Questo fatto nuovo potrebbe essere o una telefonata diretta e personale del Duce al Führer o la presentazione immediata dell’Ambasciatore di Polonia Lipski per negoziare.

L’ambasciatore a Berlino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano

Fono Urgentissimo 595. Berlino, 31 agosto 1939, ore 21,40.

Proposte elaborate da Germania per soluzione questione polacca, erano, bisogna riconoscerlo, veramente moderate e ragionevoli. Credo ancora fermamente che la situazione possa essere salvata:

1) facendo arrivare per domani mattina - dico domani mattina – l’annunzio (dico soltanto annunzio) che Governo polacco, avuto conoscenza tali proposte, le accetta come base di discussione;

2) è disposto inviare a Berlino od in località prossima frontiera un plenipotenziario nella persona del Maresciallo Rydz-Smigly.

Una forte decisa pressione di Londra su Varsavia, - incoraggiata ed appoggiata da noi -, dovrebbe poter portare al risultato desiderato. In verità bisogna riconoscere che Londra nell’annunciare che Varsavia era disposta a trattare direttamente ha fatto troppo affidamento sopra la ragionevolezza della Polonia. Bisogna che Londra si mostri questa volta categorica. Designazione polacca Maresciallo Rydz-Smigly renderebbe naturale nomina plenipotenziario tedesco nella persona del Maresciallo Goering che è favorevole.

L’ambasciatore a Belino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano Fono 604. Berlino, 2 settembre 1939, ore 15,15.

Ribbentrop mi ha detto che il Führer ha preso conoscenza dell’ultimo messaggio da me trasmesso questa mattina alle 10. Egli non sarebbe alieno dal prenderlo in considerazione, ma egli si trova in presenza di due note (inglese e francese) di ieri sera di cui è poco chiaro il carattere. Se questo carattere fosse ultimativo, allora il Führer non prenderebbe in considerazione alcuna proposta e risponderebbe naturalmente alle note inglese e francese in senso nettamente negativo.

Col consenso di Ribbentrop mi sono recato subito da Henderson, di quale mi ha autorizzato a dichiarare che la nota, inglese di ieri sera non (dico non) ha carattere ultimativo. Ne ho avvertito subito Ribbentrop ma questi desidera:
1) averne conferma anche da Roma;

2) sapere se la Germania avrebbe tempo per elaborare la proposta del Duce fino per es. a domattina a mezzogiorno.
Ho risposto che avrei subito comunicato con V. E. avvertendo peraltro che, nelle circostanze, una risposta almeno di principio mi sarebbe sembrata opportuna entro oggi.

Prego assicurazioni e istruzioni immediate.
Ho impressione che iniziativa stessa possa avere successo.

Il Ministro degli Esteri, Ciano, all’ambasciatore a Berlino, Attolico

Fono s.n.. Roma, 2 settembre 1939, ore 20,20.

Per informazione vi comunico che gli inglesi - essendosi da ieri mattina verificato il fatto nuovo dell’occupazione di parte del territorio polacco - mettono adesso come condizione fondamentale per la conferenza l’evacuazione di tale territorio e il ritiro delle truppe tedesche entro le frontiere. In tale stato di cose - salvo avviso contrario del Governo germanico - il Duce non si sente di dare ulteriore corso alle conversazioni.

L’ambasciatore a Berlino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano

Lettera segreta 6584. Berlino, 4 settembre 1939.

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La giornata del 2 settembre è per me molto significativa. O mi sbaglio o la Germania spera in un nostro nuovo intervento diplomatico quando – liquidata la Polonia – essa si troverà a dover cominciare (perché fino allora essa non la farà, almeno sul serio) la vera guerra, quella sul fronte occidentale. In questo momento essa potrà essere disposta a condizioni di pace anche generose (*).

(*) Il documento porta il visto di Mussolini.

L’ambasciatore a Belino, Attolico, al Ministro degli Esteri, Ciano

Telespresso 6585/2043. Berlino, 4 settembre 1939.

Giova, prima che la memoria se ne perda, fissare taluni punti e talune date specialmente interessanti ai fini della storia.

È ormai provato che, fino al 25 agosto, i Tedeschi si ostinavano a non credere in una guerra generale. Ritornato da Mosca il 24, con uno sguardo che arieggiava il « veni, vidi, vici » di cesariana memoria, Ribbentrop credeva fermamente di avere – dopo ciò – praticamente allontanato dalla Germania il pericolo dell’intervento franco-inglese.

È la mattina del 25 che arriva - fulmine a ciel sereno - la risposta di Londra al patto germano- sovietico e cioè la conclusione di un’alleanza - formale e definitiva - con la Polonia.

La Germania - che aveva ordinato l’inizio delle operazioni per il 26 - corre ai ripari. Sono convocati Henderson e Coulondre [ambasciatori anglo-francesi a Belino] per un messaggio di pace suscettibile di ottenere, se non il disinteressamento franco-inglese, almeno il procrastinamento della loro entrata in azione [...].

Il Führer manda contemporaneamente un messaggio anche al Duce. Questi risponde subito con una prima, fondamentale chiarificazione della nostra situazione. Il messaggio del Duce mi viene trasmesso per telefono, in chiaro. Non è da escludere che il suo senso generale ne sia stato portato a conoscenza del Führer per via breve. Quando io porto tradotto il messaggio – verso le sei pomeridiane – il Führer chiede di considerarlo. È probabilmente allora che il Führer sospende o conferma definitivamente la sospensione delle istruzioni già date per l’inizio delle operazioni il 26.

Mi riservo di controllare ancora più minutamente le ore, ma mi sembra che le cose siano effettivamente andate proprio così. Il Führer comincia ora a comprendere chiaramente tutta la situazione. Aveva assoluto bisogno, per lo meno, di guadagnar tempo onde non farsi prendere - per giunta privo dell’aiuto attivo dell’Italia - quasi interamente alla sprovvista sul fronte occidentale.

Altro punto che merita di esser chiarito è quello della ultima mediazione inglese. Henderson ritorna da Londra con la proposta di negoziazioni dirette polacco-tedesche. A parer mio, il Governo tedesco ha creduto di non dover rigettare la proposta se non altro a scopo tattico. Esso quindi, dopo matura considerazione, invita, a bruciapelo, la Polonia a inviare un plenipotenziario, promettendo, nell’attesa, di elaborare delle opportune basi di discussione.

È adesso l’Inghilterra - la quale evidentemente aveva fatto un soverchio affidamento sulla ragionevolezza polacca - che si trova in imbarazzo. Varsavia nicchia e Londra mostra di non aver la possibilità o la forza di far cedere la Polonia.

Londra replica quindi fra il sì e il no. Ha così luogo, fra le 11 e la mezzanotte del 30, l’incontro Henderson-Ribbentrop in cui questi, preso atto della mancata presentazione del plenipotenziario polacco, dichiara all’Ambasciatore inglese che ormai tutto è inutile, persino il comunicare le proposte che il Governo tedesco, fedele - esso - alla promessa, aveva frattanto elaborato e che erano di una esemplare moderazione e generosità. Egli tuttavia le legge, con concitata fretta e in tedesco, a Henderson il quale, affranto dalla fatica e dalla tensione nervosa, non trova la forza per esigere che le proposte gli siano, comunque e subito, comunicate per iscritto. Si mette all’opera allo scopo il giorno dopo, ma era già tardi. Lo stesso Lipski non ne domanda, nel pomeriggio del 31, il testo [Józef Lipski, ambasciatore polacco a Berlino tra il 1934 e il 1939].

Una vera e propria comunicazione delle proposte tedesche così all’Inghilterra come alla Polonia quindi è mancata e non si può perciò onestamente dire che esse siano mai state - da chicchessia - rifiutate. Si può, però, altrettanto onestamente, dire che l’Inghilterra, quando si trattò di mettere in contatto i due contendenti, si trovò a non poter disporre della Polonia.

È altrettanto evidente poi, a mio avviso, che il contegno polacco si spiega, oltreché con un orgoglio disgiunto da un qualunque «senso di proporzioni», anche col deliberato proposito di voler giuocare la carta della guerra finché era buona, cioè fino a quando la Polonia era sicura di poter contare sull’Inghilterra.

(I testi qui proposti sono tratti da: Ministero degli Esteri, Documenti Diplomatici Italiani, Ottava serie, vol. XIII; Nona serie, vol. I, Libreria dello Stato, 1953 e 1954).


3 commenti:

  1. Gentile Olympe
    ( visto che non lo dice nessuno lo dico io che non commento quasi mai )
    Questo post è davvero fantastico.Documenti originali, roba di lusso per chi apprezza. In rete non c'è nulla di paragonabile al suo blog. La ringrazio molto

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