giovedì 10 marzo 2022

Vieni, ti racconto delle dure sanzioni alla Russia


Le sanzioni imposte al sistema bancario e finanziario russo dagli Stati Uniti e dalla NATO, insieme ai divieti sull’importazione di petrolio russo da parte degli Stati Uniti (che evidentemente possono farne a meno), hanno fatto salire alle stelle i prezzi delle materie prime, non solo per il petrolio e il gas naturale, ma anche per il grano e altri cereali insieme ai metalli industriali.

Il petrolio viaggia sui 110 al barile, a dicembre era a 70 dollari. I prezzi del gas in Europa hanno raggiunto i 300 euro al megawattora. Un anno fa il prezzo era circa 25 euro (dunque buone notizie anche per il shale gas americano). Se non fosse inutile, inviterei i nostri crociati autarchici a riflettere su questo dato prima del doloroso incontro con la realtà.

Lunedì, il prezzo del nichel al London Metals Exchange è aumentato del 75%, a 50.000 dollari la tonnellata. Il giorno successivo è raddoppiato a 100.000, quindi è sceso di nuovo a 80.000 prima che il LME sospendesse le negoziazioni del lucido metallo.

I prezzi del nichel di solito si muovono quotidianamente al massimo di una piccola percentuale e i trader di lunga data del LME affermano di non aver mai visto nulla di simile prima.

Non è improbabile da come stanno le cose che uno o più importanti investitori speculativi o istituti finanziari possano subire un colpo significativo a causa delle forti oscillazioni dei mercati, con conseguenze di vasta portata sul sistema finanziario globale.

Un esempio di cosa può succedere in giro per il mondo, senza dover parlare per forza degli Usa: il principale produttore di acciaio inossidabile della Cina, Tsingshan Holding Group, aveva stipulato contratti sulla base del presupposto che il prezzo del nichel sarebbe diminuito. L’aumento vertiginoso del suo prezzo ha lasciato l’azienda con perdite per un totale di diversi miliardi di dollari. Le stime iniziali sui media cinesi erano sugli 8 miliardi di dollari.

L’impennata dei prezzi delle materie prime, che sta già alzando di parecchi punti il tasso d’inflazione in tutto il mondo (in Usa sfiora l’8% e l’Europa insegue), ha complicato enormemente la situazione delle principali banche centrali mondiali e anche di quelle private.

UniCredit, per fare il caso nostro, ha reso noto di potersi vedere costretta ad affrontare perdite per circa 7 miliardi di euro nello “scenario estremo” in base al quale le sue attività russe dovessero venire cancellate, e un’esposizione netta transfrontaliera verso società per 4,5 miliardi, di cui circa il 5% è stato colpito da sanzioni. Tuttavia, il gruppo di Piazza Gaetana Aulenti rassicura che il dividendo 2021 di 1,2 miliardi di euro sarà regolarmente distribuito. È buona regola di non scontentare gli azionisti se poi la sera dopo sei a cena da uno di loro.

Il Mib 30 da inizio anno ha lasciato il 14,5%, il parigino Cac 40 il 14, il Dax 30 di Francoforte il 16, il DJ il 7% nell’ultimo mese ma dall’inizio dell’anno quasi il 10%, il Nasdaq quasi l’8 e dall’inizio dell’anno oltre il 18%. E siamo solo all’inizio.

Insomma, senza farla lunga, sia l’inasprimento della politica monetaria (per ora solo annunciata, vedremo domani) e sia le sanzioni dirette contro la Russia stanno crerando una situazione di svendita generalizzata tale che tra un paio di settimane gli eventi bellici potrebbero quasi (forse anche senza il quasi) passare in secondo piano. A Wall Street sicuramente ci stanno pensando, a Washington vi saranno costretti dagli eventi. A Parigi Macron continua a telefonare a Putin scongiurandolo (ad aprile ha le elezioni), a Roma invece veglia il grande nonno nazionale ed è al “lavoro” un giovane che è già leggenda in tutte le sedi diplomatiche del mondo, il tutto farcito con la dolce crema di latte fresco.

Non subito, ma tra qualche settimana non ci saranno in piazza solo gli autotrasportatori, e tra un paio di mesi non è da escludere che salariati e pensionati possano mettere in relazione i propri cambiamenti di tenore di vita con quanto ci racconta la propaganda sulle drastiche sanzioni che dovrebbero mettere la Russia in ginocchio, anzi, in default. Quanto alle elezioni del prossimo anno ho grande curiosità. Fin da ora mi piacerebbe sapere che farà quel 40% stabile che non risponde nei sondaggi. 

4 commenti:

  1. https://m.facebook.com/sharer.php?fs=7&sid=4379733395461133&refid=13&__tn__=J

    Ceramica, il 50% dei costi di produzione è nel gas.
    Nel distretto di Sassuolo tra il 50 e il 60% delle aziende sta spegnendo i forni.

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    1. ma noi abbasseremo la temperatura dei termosifoni e spegneremo le luci ai monumenti. forse anche quella dei film a luci rosse.

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    2. invito a leggere i miei 25 lettori un post del 26 luglio 2010 che racconta, fatti e dati alla mano, cose che a leggerle oggi sembrano davvero appartenere a un altro mondo. Smemorati davvero.

      http://diciottobrumaio.blogspot.com/2010/07/le-cose-che-contano.html

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  2. È probabile l'aumento degli astenuti, perché al momento una offerta politica differente. Sono tutti i partiti o meglio definibiili i comitati di affari allineati e coperti sulle posizioni USA.

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