mercoledì 9 marzo 2022

Tu vuo’ fa’ l’americano

 

Ci sono voluti una decina di giorni perché prendesse corpo e si diffondesse l’idea che l’unica strada percorribile per far finire il macello in corso in Ucraina è la trattativa. Permangono tuttavia nutrite sacche di tifosi che insistono sull’invio di armi ai gloriosi resistenti. Uno di questi è un ragazzo di Pomigliano, che il destino ci ha dato come ministro degli Esteri. Quanti giorni ci vorranno ancora perché il principio di realtà prevalga anche in considerazione della presunta autarchia italica in tema di gas e materie prime? Quante industrie dovranno chiudere, quanto razionamento dovremmo subire e quanta Siberia dovrà entrare nelle nostre case?

Pare, ma non è detto che la cosa vada liscia, che ci si accinga a trattare sul Donbass, la Crimea (Odessa, anche se posta in Ucraina, fu fondata da un mercenario napoletano in servizio per Caterina II, lasciamola com’è e appartenga a tutti) e soprattutto su una costituzione ucraina improntata sulla neutralità (che gli farà sicuramente del bene all’Ucraina anche economicamente). E allora, perché non si poteva trattare prima del 25 febbraio, in una posizione certamente meno compromessa qual è oggi? Troppo presi dal carnevale i nostri leader europei per farsene promotori?

Comunque finisca questa pantomima che ha causato lutti e distruzioni, resterà aperta la questione degli altri confinanti russofobi, tutti aderenti alla Nato e vogliosi di menar ceffoni alla Russia avendo le spalle coperte. Sperare che l’Europa finalmente riesca a dotarsi di una credibile e dunque congrua difesa comune (superando le resistenze della Francia in primis), relegando quindi la Nato tra i ferri vecchi del XX secolo, sembra utopia. E ciò non fa ben sperare per il futuro.

Tutto ciò appartiene al lascito di Yalta e della guerra fredda, prima ancora all’esito della cosiddetta pace di Versailles, quindi della Germania nazista, delle sanzioni all’Italia fascista, che la Germania nazista non condivise accalappiando in tal modo il reietto Mussolini. Aveva ragione Fernand Braudel a riguardo del “longtemps”: siamo ancora a Roma e Cartagine, alla Moscovia dell’XI secolo, allo zarato, all’Islam, repubbliche marinare, Spagna e Portogallo, Amsterdam e Londra, schizzi di un’economia mondiale. E i loro massacri.

I vari capitalismi, nelle loro diverse forme e dimensioni, mercantile, industriale e commerciale, finanziario e digitale, continueranno a coesistere poiché il capitalismo nel suo scopo precipuo è uno solo. Altro che fine della storia.

5 commenti:

  1. Intanto, un primo risultato gli americani lo hanno ottenuto, così titola l'Ansa:
    Usa, il gasdotto Nord Stream 2 è morto. 'E' un pezzo di metallo'

    Lo ha detto la sottosegretaria agli Esteri americana, Victoria Nuland, in un'audizione al Senato

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    1. Ah la Nuland, vedo che il suo "Fuck the EU" continua con altri mezzi.
      Giovanni

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  2. È uno dei motivi fondamentali di questa guerra. Tempo al tempo

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  3. tu dici '' si diffondesse l’idea che l’unica strada percorribile per far finire il macello in corso in Ucraina è la trattativa.''

    onestamente inizio a pensare che con questo c'e' poco da trattare.
    Fattene una ragione Olimpia: zio vlad e la sua cricca ci voglion far fuori.
    Dirai : anche gli americani voglion far fuori quelli con cui fanno la guerra: si hai ragione.
    Ma questa volta vogliono fare fuore te (noi)

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  4. https://officinadeisaperi.it/eventi/in-turchia-la-mossa-diplomatica-piu-rilevante-da-il-manifesto/

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