mercoledì 2 marzo 2022

L'antichissimo combattimento


Ogni conflitto bellico è accompagnato sempre dalla stessa poesia: ci devono essere ragioni legittime per fare la guerra, in linea con il diritto internazionale.

Il diritto internazionale non è riuscito, dal 1945, a essere qualcosa di più di un insieme di regole che tutti violano costantemente. La possibilità per un Paese di attivare un intervento militare deve essere votata all’unanimità dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, USA, Regno Unito, Francia e Russia). Quale istituzione può operare con una norma del genere, dove prevalgono i veti incrociati? Viene da chiedersi se questa non sia stata introdotta fin dall’inizio in modo che l’ONU risultasse impotente e inefficace.

Inadatta alle esigenze delle nazioni, dalla fine della seconda guerra mondiale molti paesi hanno ignorato tale assurda regola per ingaggiare conflitti che ritenevano legittimi. I paesi arabi e gli israeliani, Sudafrica e Angola, Argentina e GB, India e Pakistan, Iran e Iraq, quante bombe sono cadute su Laos e Cambogia, per tacere del Vietnam? In queste condizioni, perché la Russia dovrebbe rispettare le leggi che molti altri paesi hanno infranto prima di lei?

Il criterio giuridico non è il modo migliore per vedere le cose chiaramente. Si possono violare i trattati, non la realtà. Gli incidenti invocati per scatenare una guerra sono reali o immaginari? Questa è l’unica griglia di lettura ragionevolmente affidabile per giudicare i meriti di un conflitto.

Gli Stati Uniti hanno attaccato, per fare un solo esempio, l’Iraq nel 2003, sostenendo che Saddam Hussein deteneva armi di distruzione di massa. Oggi sappiamo che questo era completamente falso, inventato a tavolino di sana pianta, e che l’Iraq non ne aveva. E anche ammesso le avesse avute, chi dava agli USA il diritto d’intervenire militarmente? I fatti sono molto reali.

Quando la Russia ha invaso l’Ucraina la scorsa settimana, con quale motivazione l’ha fatto? La guerra fredda è ancora calda lungo i confini con la Russia. Qualunque motivazione o provocazione, da una parte e dall’altra può andar bene oggi e anche domani. Chi, sano di mente e di principi, non è contro l’ignominia della guerra? Tuttavia questa è la realtà, il diritto internazionale ed eventuali impegni presi, anche solo verbali e sottintesi, contano solo nella misura in cui confortano le posizioni di ognuno.

È solo Putin a riscrivere la storia per muoversi in questa realtà, o anche altri l’hanno riscritta ben prima di lui? I vincitori della guerra fredda, non per loro merito, ma per demerito e abbandono dell’avversario, hanno dichiarato motu proprio finita la storia e garantita in eterno la loro esclusiva supremazia. Chi non ci sta è considerato un nemico da abbattere. Dapprima con le armi dell’economia, poi se non bastano quelle, un pretesto si trova sempre.

La difesa dei propri interessi essenziali, veri o pretestuosi, come quello della propria sicurezza, è una pratica comune a tutti i regimi, anche a quelli che si rappresentano per essere i più democratici, e non ha nulla a che vedere con una riscrittura della storia o i criteri del diritto, ma ha a che fare con la realtà intesa hic et nunc.

Quanto a “democrazia”, Putin non è forse stato eletto e poi rieletto con libere elezioni? Non erano libere, erano truccate, decise dallo strapotere mediatico di un partito? Vogliamo farci raccontare da Washington come si comprano e controllano i media, come si vota e soprattutto come si contano i voti? La Russia è dominata da una classe di oligarchi? Per l’amor di dio, a che cosa è ridotta la democrazia negli Stati Uniti e anche altrove?

Atene contro Sparta, la democrazia contro la dittatura di un’élite, l’antichissimo combattimento tra il Bene e il Male continua a essere rappresentato ai nostri giorni, a dar retta agli ideologi e agli idioti al seguito, come scontro tra due specie di ordinamenti politici, economici e sociali: quello buono e quello mafioso. Non rimpiangiamo il vecchio impero del male ma, da quando non c’è più, l’impero del bene ha prodotto disastri e tragedie. 

4 commenti:

  1. Quello che mi chiedo, è perché Putin non si sia fermato al riconoscimento delle due repubbliche nel Donbass?
    Avrebbe evitato di dare pretesto agli Usa attraverso la Nato, di averli contro.

    Saluti

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  2. Questa che segue, è una riflessione di un compagno, che per motivi di privacy citerò solo il nome: Maurizio.

    "Come immagino andrà a finire questa guerra

    Putin non è pazzo nell’accezione corrente del termine. Ha una mente mediamente deformata dal suo ruolo di leader borghese di un regime autoritario di un paese potentissimo e fragile allo stesso tempo. Molti leader europei e statunitensi dimostrano di essere ancora più squilibrati e incongrui di Putin e lo hanno rivelato costringendolo alla guerra. Gli hanno proposto una pace cartaginese e lui è andato a scuola di guerra da Annibale. Quanto sia convenuto agli europei estendere la Nato alle porte della Russia lo impareranno con una dura lezione sulla loro pelle. Ora tutti parlano delle difficoltà di Putin, delle sue valutazioni sbagliate, del suo esercito impantanato. La cosa che fior di giornalisti riesce a tralasciare sistematicamente è quali siano gli elementi di forza di Putin. La Cina approfitta della situazione per allargarsi sulla scena internazionale, l’India è comprensiva con la Russia e queste due potenze che messe insieme assommano quasi 3 miliardi di abitanti e sono arcinemiche fra loro, si sono astenute nel voto di condanna dell’invasione dell’Ucraina al consiglio di sicurezza dell’Onu. Intanto la Turchia ha deciso di non aderire alle sanzioni alla Russia. Putin ora insiste che non è contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. La von der Leyen ha detto che non ci sono le condizioni e che la cosa richiederebbe alcuni anni. Si dovrebbe riflettere su quanto sarebbero contenti gli europei di avere 45 milioni di nuovi cittadini comunitari che circolerebbero liberamente per il continente e magari centinaia di migliaia o forse alcuni milioni di loro smetterebbero immediatamente di essere immigrati clandestini. Bisognerebbe domandarsi poi quanto possono essere contenti gli ucraini di combattere per conto di chi gli dà subito armi letali per ammazzare i russi al prezzo di perdite ingentissime fra le proprie fila, ma li vuole nell’Ue solo fra alcuni anni. Non so se ci si rende conto che a meno di un collasso del suo fronte interno, con le masse russe che assaltano i forni, Putin ha praticamente già vinto la guerra. Ma con i nostri mezzi di informazione forse non ce ne accorgeremo mai".

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  3. intanto in Siria....baci e abbracci

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  4. Ogni volta che ripasso di qua respiro aria pulita, non l'aria fritta dei media embedded. Forse conosci John J Mearsheimer, troverai in rete i video delle sue conferenze alle principali università americane. Dice le stesse cose che dici tu, ma rivolgendosi alla futura classe dirigente USA. È bello vedere come si parlino francamente quando sono tra di loro.

    Pietro

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