Auguri di cuore per la Sua salute.
Eventi importanti come guerre e rivoluzioni sollevano invariabilmente complessi problemi di causalità, ed è uno dei motivi per cui lo studio della storia è un fondamento indispensabile per una seria analisi politica. Questa considerazione generale acquista un’importanza ancora più decisiva quando ci si riferisce alla Russia, luogo di eventi tra i più significativi del XX secolo, come la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 e la dissoluzione dell’Urss, nonché luogo dove indiscutibilmente fu decisa sotto il profilo bellico la sorte del nazifascismo.
Pertanto, oltre che necessario per una seria comprensione della politica russa attuale, lo studio della storia della Russia rimane fondamentale per comprendere la politica e i problemi del mondo contemporaneo nel loro insieme.
La catastrofe iniziata il 22 giugno 1941 è radicata nella coscienza collettiva dei russi. Non si tratta di giustificare le idee nazionalistiche di certi revanscisti russi, tuttavia l’esperienza della seconda guerra mondiale, la sua straordinaria dimensione (che non può essere colta da un americano e ormai nemmeno da un europeo), è un fattore importante per comprendere la percezione che certe situazioni possono avere sulla popolazione russa. E ciò prescinde dai veri o solo presunti sogni di ricostruzione di un impero perduto da parte dell’élite ora al potere.
Lo stesso vale per il trauma causato dalla dissoluzione dell’Urss, per l’impatto che quegli eventi hanno avuto sulla vita concreta e sulla psicologia del popolo russo e dunque sullo stesso Putin.
Se non ci si pone in questa prospettiva, se non si tiene conto di quella storia non troppo lontana e di come ha segnato in modo decisivo la coscienza del popolo russo, se non si tiene conto dell’enorme contributo di sangue che fu necessario per sconfiggere il nazifascismo (che non nacque dal nulla e dal caso), dei sacrifici compiuti per risollevarsi dopo l’esperienza e la distruzione dell’Urss, non si possono comprendere i problemi che riguardano la sicurezza della Russia e il ruolo che essa s’aspetta di vedersi riconosciuto nel contesto internazionale.
A fronte di ciò, l’intera copertura mediatica di questa guerra è stata caratterizzata da un livello disgustoso di volgarità e ipocrisia. Condannare l’invasione russa dell’Ucraina non può avere nulla a che vedere con la propaganda grottesca e unilaterale degli USA-NATO che presentano l’invasione come un atto di aggressione del tutto immotivato da parte della Russia.
Peraltro, anche se si accettano come assolutamente autentici tutti i crimini attribuiti ai russi nell’ultimo mese, non ci avviciniamo alla scala degli orrori inflitti dagli Stati Uniti e dalla NATO all’Iraq, alla Libia e all’Afghanistan, per non parlare degli altri paesi che sono stati oggetto dei bombardamenti statunitensi, degli attacchi missilistici e delle uccisioni mirate.
Nessuno ricorda “Shock and Awe”? Se il Pentagono avesse pianificato la guerra in Ucraina, Kiev e Kharkiv sarebbero state rase al suolo la prima notte di guerra. I media occidentali hanno reagito come se l’attacco all’ospedale di maternità di Mariupol (ammessa come vera la descrizione che ne è stata fatta), costato la vita a tre persone, fosse un atto d’indicibile e inusitata brutalità. Tutti hanno dimenticato il bombardamento statunitense del febbraio 1991 del rifugio antiaereo Amiriyah alla periferia di Baghdad che uccise più di mille donne e bambini.
Le vite dei popoli dell’Asia centrale e del Medio Oriente hanno meno valore e sono meno umane di quelle degli europei in Ucraina? I giornalisti che ora paragonano Putin a Hitler sembrano aver dimenticato ciò che avevano scritto loro stessi durante la guerra aerea contro la Serbia e la successiva invasione dell’Iraq, quando enfatizzavano la precisione dei missili tomahawk e altri ordigni eufemisticamente definiti “intelligenti”. E ora schiumano di rabbia per i crimini di Putin (*).
Com’è possibile comprendere le politiche russe senza un’analisi del contesto globale da cui prendono corpo? Posto che gli Stati Uniti hanno condotto guerre senza sosta, è irrazionale per Putin guardare con allarme all’espansione della NATO? Lui e altri responsabili politici russi sono certamente consapevoli dell’enorme interesse strategico degli Stati Uniti nella regione del Mar Nero, del Caspio e nel continente eurasiatico. Non è un segreto che il defunto Zbigniew Brzezinski e altri importanti strateghi statunitensi abbiano da tempo insistito sul fatto che il dominio statunitense dell’Eurasia, la cosiddetta “Isola del Mondo”, è un obiettivo strategico decisivo.
Brzezinski aveva affermato esplicitamente che la Russia, privata della sua influenza in Ucraina, sarebbe ridotta allo status di potenza minore. Più minacciosamente, Brzezinski parlò apertamente di attirare la Russia in una guerra in Ucraina che si sarebbe rivelata autodistruttiva come il precedente intervento sovietico in Afghanistan.
La Russia, guardando a ovest da Mosca, non ha frontiere naturali. Napoleone mise piede in quella che poi sarebbe ridiventata la capitale russa, Hitler vi giunse a un passo. Gli abitanti della “terza Roma” non l’hanno dimenticato, né per aver vissuto quell’esperienza, né per averla in varie forme introiettata. Quelle esperienze informano il modo in cui il popolo e i leader russi pensano e vedono il loro “vicino”. Peraltro l’Ucraina, già nel nome, non è considerata un paese “vicino”, ma come la terra di frontiera della Russia stessa.
Ancora una volta, la Russia ha percepito nelle azioni degli Stati Uniti e della NATO una seria minaccia, che non è una giustificazione dell’invasione attuale, tuttavia dovrebbe essere doverosa una valutazione critica di come le politiche degli Stati Uniti abbiano deliberatamente istigato questa guerra.
Se si fosse potuto ottenere un accordo sullo status non NATO dell’Ucraina, non sarebbe stato preferibile alla situazione attuale? Si può seriamente sostenere che la Russia non ci avesse provato per via diplomatica, che non avesse motivo di opporsi all’integrazione dell’Ucraina nella NATO?
I mascalzoni fanno finta di non sapere il perché e il percome di questa demenziale strategia degli USA-NATO che, non ho dubbi, alla lunga finirà per travolgerci tutti. Sono complici imperdonabili e senza vergogna.
Una nuova cortina di ferro economica che separi la Russia dall’Europa, favorisce solo gli interessi USA. Intanto le attività produttive avranno difficoltà ad andare avanti, altri lavoratori saranno licenziati, la disoccupazione aumenterà, sarà necessario nuovo debito pubblico, l’aumento dell’inflazione combinato con una sfrontata speculazione sui prezzi eroderà i salari e i risparmi di una vita. Siamo destinati a rivivere il passato, ma potrebbe essere anche peggio.
(*) Per fare un esempio un po’ meno recente, gli USA hanno sganciato sul Laos (1964-1973), dunque senza contare il Vietnam e la Cambogia, due milioni di tonnellate di bombe. Tante quanto quelle utilizziate nell’intera seconda guerra mondiale in Europa (un milione sulla Germania). Ecco perché ancor oggi, nonostante i continui interventi degli sminatori, ogni anno nel Laos decine di persone perdono la vita imbattendosi in ordigni inesplosi. Ufficialmente quella guerra non è mai esistita.
la "dimenticanza e le bugie" come instrumentum regni.
RispondiEliminahttps://www.fanpage.it/esteri/la-tigre-e-il-sonaglio-il-proverbio-recitato-da-xi-a-biden-che-svela-il-ruolo-della-cina-in-guerra/
Si è smarrito il più elementare senso della logica. Prendiamo ad esempio la questione dell’invio delle armi in Ucraina. Si è tirato in ballo il paragone con le armi che gli alleati inviavano alle forze partigiane in Europa nel secondo conflitto. Non c’è analogia più sbagliata e storicamente fuorviante di questa.
EliminaLe forze partigiane in Europa agivano a supporto dell’azione bellica degli alleati. Pertanto l’invio di armi ed equipaggiamenti aveva una sua motivazione sul piano operativo concreto, là dove c’era una prospettiva reale di vittoria. Senza tale prospettiva, l’alimentazione della guerra partigiana con l’invio di aiuti avrebbe solo provocato distruzione e vittima senza raggiungere nessun obiettivo efficace.
L’invio di armi all’Ucraina, in questo momento e senza un intervento diretto della Nato in prospettiva di una vittoria sul campo, è destinato solo a prolungare l’agonia dell’Ucraina stessa, l’estensione delle distruzioni e l’aumento delle vittime. Perciò è un atto sconsiderato se non addirittura criminale.
@Olympe
EliminaNon dimenticarti che viviamo nel regime capitalistico, e per gli avvoltoi venditori di armi è una manna dal cielo vendere armi.
Come vedi la logica c'è, ed è legata al sistema che potremmo così sintetizzarlo: Mors tua vita mea!
A distanza di sei mesi, un giovane soldato di nome Tom Glen scrisse una lettera nella quale accusava la Divisione Americal di “ordinaria brutalità” nei confronti della popolazione civile. L’allora Maggiore dell’esercito statunitense Colin Powell fu incaricato delle indagini. Il futuro Segretario di Stato concluse che le relazioni tra i soldati americani e la popolazione vietnamita fossero eccellenti. La questione fu così insabbiata, con quello che viene definito un whitewashing, ovvero una “candeggiatura” delle notizie.
RispondiEliminahttps://ecointernazionale.com/2021/03/my-lai-storia-di-un-massacro/?fbclid=IwAR0pJFdHShpszpaFIZbumr5VOO2zY2rY04cpzv19rVRExiH9XhesamiMd2Q
non si trattava di "ordinaria brutalità" (che pure c'era) ma della strage di Mỹ Lai,504 civili inermi e disarmati, principalmente anziani, donne, bambini e neonati.
Eliminai media americani in un primo momento rifiutarono di riportare la notizia del massacro.
solo il tenente Calley fu condannato, dapprima all'ergastolo, poi graziato da Nixon. alla fine scontò 3 anni e mezzo di arresti domiciliari a Fort Benning, poi fu dichiarato libero da un giudice federale.
Uno di tanti esempi di giustizie e democrazia negli USA.
Quello che lei evidenzia, è tutto scritto nel link.
EliminaBuona giornata!
Non esiste alcuna possibile giustificazione:
RispondiEliminahttps://www.amnesty.org/en/latest/news/2022/02/israels-apartheid-against-palestinians-a-cruel-system-of-domination-and-a-crime-against-humanity/
...e ancora, Harvard si unisce alle numerose entità e nazioni della comunità internazionale per condannare l'occupazione israeliana come un regime di apartheid che discrimina i palestinesi.
https://docs.google.com/viewerng/viewer?url=http://hrp.law.harvard.edu/wp-content/uploads/2022/03/IHRC-Addameer-Submission-to-HRC-COI-Apartheid-in-WB.pdf
bonste
Va bene calcare la mano, fa parte della passionalità, Ma anche la realtà ha le sue esigenze. E' vero: il tenente Calley si è fatto 3 anni a Fort Benning per la strage di My Lai e i suoi sottoposti niente. Però è anche vero che se "i media americani in un primo momento rifiutarono di riportare la notizia del massacro", in un secondo momento la notizia venne fuori. Io non credo che gli americani siano solo una banda di assassini: stragi e violenze sui civili le hanno commesse tutti, francesi, inglesi, spagnoli, portoghesi, olandesi e certamente anche noi italiani. E certamente anche i russi che ovviamente non sono gli angioletti del pianeta. E però mi pare che la stampa russa non abbia mai riportato nulla in proposito: né in un primo momento, né in un secondo, né in un terzo. Sarebbe istruttivo sapere, dalla stampa russa, quello che fecero le truppe sovietiche alle donne di Berlino nel 1945. O i russi in Cecenia, in Afghanistan e in Siria. Ma loro una Olympe così ben documentata non ce l'hanno, o per lo meno non so dove trovarla.
RispondiEliminaQuanto a Mantellini, i miei migliori auguri. Se lo può consolare vorrei fargi sapere che io ho preso il Covid (4 vaccinazioni perché avevo fatto anche l'influenzale). Sono guarito ma la mia opinione su quello che scrivo non è cambiata: cazzate erano prima e cazzate sono anche adesso.
A proposito di abusi nel 2014 in Ucraina:
RispondiEliminahttps://www.amnesty.org/en/wp-content/uploads/2021/06/eur500402014en.pdf
"L'innocenza (si parla di America) si è persa con le nefandezze commesse prima, durante e dopo tutti i conflitti, le destabilizzazioni, i colpi di Stato, gli omicidi e i crimini di guerra, L'eccezionalità americana è svanita con le pratiche di sfruttamento paradossalmente identiche a quelle degli imperi, adottate dagli Stati Uniti nei riguardi del resto del mondo fin dalla loro fondazione. Si deve a Kissinger la frase 'gli Stati Uniti non hanno alleati ma solo interessi'"
RispondiElimina....
"Allora è idealista anche Putin che con l'Ucraina ha fatto proprio il 'Modello Kosovo' inventato da noi e che tuttavia anche con l'invasione non ha ancora raggiunto la ferocia di uno di quei settanta giorni di bombardamenti che noi destinammo alla Serbia".
E non è l'ufficio stampa del Cremlino ma il Generale Fabio Mini sul numero di questo mese di Limes, uno che la NATO la conosce bene.
Giovanni