venerdì 16 ottobre 2015

Fessi


Le analisi e i commenti sulla manovra finanziaria 2016, com’è ovvio, si sprecano. In attesa di leggere ciò che dirà Mario Seminerio (dopo quello che ha già detto nelle scorse settimane), dico la mia per quanto banale possa essere: più che una manovra economica si tratta di una manovra politica che ha un unico obiettivo: il consenso in prospettiva delle elezioni.

Si sono regalati per quest’anno 8.060 euro ai padroni per passare fintamente un lavoratore da un contratto a tempo determinato a uno indeterminato. Ancora soldi i padroni li riceveranno per altri due anni. Dico che si tratta di una finzione poiché con la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori il padrone può licenziare quando vuole e sotto qualunque “tempo”.

Si sta pensando di fare coriandoli dell’articolo 19 dello stesso Statuto, in modo da introdurre il salario minimo. Bella fregatura per chi lavora. Si dice che il salario minimo esiste in molti paesi. Sì, ma certe forme di sfruttamento esistono solo in Italia (vedi la schiavitù dei voucher), tra l’altro con i salari tra i più bassi dell’area euro. E vorrò vedere il salario minimo applicato al cosiddetto “caporalato”.

Per quanto riguarda la ventilata flessibilità sulle pensioni, si sa che l’Europa matrigna non vuole si tocchino. Per togliere la Tasi, invece, Renzi dice a Bruxelles: “decidiamo noi”.



La cosa minima da fare era quella di togliere quell’obbrobrio dei cosiddetti “incrementi alla speranza di vita”. Così come andavano tolte le penalizzazioni a quei lavoratori precoci che dopo aver raggiunto il massimo contributivo (42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne) hanno meno di 62 anni. Tali penalizzazioni sono state tolte, con un emendamento dello scorso anno, ma fino al 31-12-2017, e però non si comprende perché siano state lasciate per gli anni successivi. Insomma, una delle tante porcate che s’aggiungono alla madre ti tutte le porcate: la Monti-Fornero.

E che dire del canone Rai nella bolletta elettrica? La Rai per finanziarsi non può andare oltre un certo tetto pubblicitario e ciò favorisce ovviamente la concorrenza. E allora a pagare siamo noi. Interessante sapere che l’emendamento che chiedeva per i dipendenti apicali dell’azienda, partecipata al 99% dal ministero del Tesoro, lo stesso trattamento dei manager pubblici, cioè un limite massimo di 240 mila euro l’anno, è stato bocciato. A superare quel tetto sono decine di megadirigenti. Lo stipendio dell’attuale direttore generale Antonio Campo Dall’Orto oscilla intorno ai 650 mila euro annui. Per la presidente della Rai Monica Maggioni il compenso è di circa 330 mila euro.


Andate a votare, fessi.

3 commenti:

  1. Aggiungo, tra gli aspetti minori, lo sblocco dopo sei anni del contratto dell'impiego pubblico con la ricca dote di 8 euro lordi a testa al mese (su stipendi medi di 1000-1200 euro), in cambio sicuramente di altre angherie e porcherie finora congelate e ora pronte ad essere rovesciate sulla testa dei dipendenti (legge Brunetta, privatizzazioni).

    Ai risibili, patetici pigolii dei capponi dei sindacati di categoria - tra i più collusi col potere - verrà risposto che poco è meglio di nulla, malgrado il fatto che quel nulla fosse illegale perfino per la legge di classe, e quel poco sia un insulto.

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    1. paghiamo errori antichi e recenti, tipo l'abolizione della scala mobile
      non c'è sindacato o partito politico i cui massimi esponenti non siano stati corrotti.

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  2. e dai sondaggi sembrerebbe che il capo del governo aumenti i consensi....
    Non resta che dire che questo governo è quello che vogliono gli italiani nell'esultanza di tutte le destre e nella mancanza di una sinistra.

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