Chi
può dire che in questo mondo crudele non c’è mai una buona notizia? I
parlamenti e i governi non si prendono cura del pianeta, dei poveri, dei
migranti, dei disoccupati e degli esodati, di questo e di quello? Per fortuna
ci sono i padroni del mondo a preoccuparsi con quanti euro o dollari dobbiamo campare, dove
abitare e che cosa mangiare. Sono gli stessi che pagano lo stipendio a chi ci
canta la melodia della crisi senza menzionare mai il capitalismo. Ma vi pare
che vi sia ancora bisogno di editorialisti deficienti e della satira per farci
ridere, delle pagine culturali per farci pensare?
Quante galline ci devono stare in un
metro quadrato d'allevamento? Nove (in Europa), 23 negli Usa. Si possono dare
gli ormoni ai maiali (no in Europa, sì negli Usa)? Si possono lavare con il
cloro i polli (sì negli Usa, no in Europa)? Ovviamente, i polli, i maiali, i
vitelli americani costano meno. E se un governo europeo volesse bloccarli,
potrebbe trovarsi sotto accusa davanti ad un collegio arbitrale di tre
avvocati.
Polli
al cloro e maiali agli ormoni per ingrassare e far felici le multinazionali, come
se non bastassero le adulterazioni alimentari già in corso. Ma quale ambiente e
salute, è il denaro il vero volto della democrazia, ciò che conta è abbassare i
costi e alzare i profitti. Se i terreni agricoli, i fiumi e i torrenti sono
inquinati, l’aria è irrespirabile, il cibo è veleno, vi diranno che è colpa
dell’egoismo e della stupidità dell’uomo.
Perché
mai un agricoltore dovrebbe mettere meno fertilizzanti e pesticidi, per farsi
fottere dalla concorrenza? Perché un peschereccio dovrebbe pescare di meno? Gli
agricoltori e i pescatori, fosse per loro, userebbero meno fertilizzanti e
pesticidi, pescherebbero di meno e più selettivamente. Ma siamo sette miliardi,
bisogna dar da mangiare a tutti. Che balla enorme, e ci crediamo! Il modello di
vita che ci propone questo sistema è quello dello schiavo. Ti dicono persino quale
acqua bere per pisciare e con che cosa pulirti il culo.
Non
i tribunali, bensì un collegio arbitrale gestito da privati deciderà sulla base
delle norme del Ttip di quali schifezze americane dovremmo nutrirci. Al massimo
sarà riconosciuta la monetizzazione del danno, ex post, dopo decenni di
battaglie legali, in qualche caso, forse, si riuscirà a strappare una mancia
riparatrice. Un déjà-vu dal quale poi un regista coraggioso imbastirà un film premiato con l’oscar per magnificare le sorti magnifiche e progressive del
sistema che sa autoemendarsi.
Sui
trattati che ci hanno portato in questo inferno e che ci sprofonderanno in un
baratro sempre più profondo, gli elettori non saranno mai chiamati ad esprimersi,
resteranno sempre dei clienti passivi. E del resto, per contro, cosa
cambierebbe? Pensiamo solo
all’acqua: non è concepita per essere bevuta ma per essere venduta! Quale cazzo
di referendum: quella che non può essere venduta, che cade dal cielo, può
essere solo un flagello, lo vediamo bene. Meglio il vino se non sei in Arabia
Saudita.
Ci piace molto credere alle favole perché alla fine "tutti vissero felici e contenti".
RispondiEliminaCiao.
P.S. Ti leggo sempre molto volentieri. Tieni duro.
Michele.
ciao
Elimina"Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
RispondiEliminal’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro"e meno che mai la carta dei trattati Ttip...e la chiamano democrazia
Posso sapere il testo in corsivo di chi è?
RispondiEliminaGrazie!
repubblica
EliminaAi selezionati lettori di questo blog, propongo questo articolo sul TTIP.
RispondiEliminaSaluti a tutti.
http://www.rinnovabili.it/ambiente/ttip-proposta-europea-sviluppo-sostenibile-333/