lunedì 26 ottobre 2015

Le volpi e l’accordo sulle galline


Chi può dire che in questo mondo crudele non c’è mai una buona notizia? I parlamenti e i governi non si prendono cura del pianeta, dei poveri, dei migranti, dei disoccupati e degli esodati, di questo e di quello? Per fortuna ci sono i padroni del mondo a preoccuparsi con quanti euro o dollari dobbiamo campare, dove abitare e che cosa mangiare. Sono gli stessi che pagano lo stipendio a chi ci canta la melodia della crisi senza menzionare mai il capitalismo. Ma vi pare che vi sia ancora bisogno di editorialisti deficienti e della satira per farci ridere, delle pagine culturali per farci pensare?

Quante galline ci devono stare in un metro quadrato d'allevamento? Nove (in Europa), 23 negli Usa. Si possono dare gli ormoni ai maiali (no in Europa, sì negli Usa)? Si possono lavare con il cloro i polli (sì negli Usa, no in Europa)? Ovviamente, i polli, i maiali, i vitelli americani costano meno. E se un governo europeo volesse bloccarli, potrebbe trovarsi sotto accusa davanti ad un collegio arbitrale di tre avvocati.



Polli al cloro e maiali agli ormoni per ingrassare e far felici le multinazionali, come se non bastassero le adulterazioni alimentari già in corso. Ma quale ambiente e salute, è il denaro il vero volto della democrazia, ciò che conta è abbassare i costi e alzare i profitti. Se i terreni agricoli, i fiumi e i torrenti sono inquinati, l’aria è irrespirabile, il cibo è veleno, vi diranno che è colpa dell’egoismo e della stupidità dell’uomo.

Perché mai un agricoltore dovrebbe mettere meno fertilizzanti e pesticidi, per farsi fottere dalla concorrenza? Perché un peschereccio dovrebbe pescare di meno? Gli agricoltori e i pescatori, fosse per loro, userebbero meno fertilizzanti e pesticidi, pescherebbero di meno e più selettivamente. Ma siamo sette miliardi, bisogna dar da mangiare a tutti. Che balla enorme, e ci crediamo! Il modello di vita che ci propone questo sistema è quello dello schiavo. Ti dicono persino quale acqua bere per pisciare e con che cosa pulirti il culo.

Non i tribunali, bensì un collegio arbitrale gestito da privati deciderà sulla base delle norme del Ttip di quali schifezze americane dovremmo nutrirci. Al massimo sarà riconosciuta la monetizzazione del danno, ex post, dopo decenni di battaglie legali, in qualche caso, forse, si riuscirà a strappare una mancia riparatrice. Un déjà-vu dal quale poi un regista coraggioso imbastirà un film premiato con l’oscar per magnificare le sorti magnifiche e progressive del sistema che sa autoemendarsi.


Sui trattati che ci hanno portato in questo inferno e che ci sprofonderanno in un baratro sempre più profondo, gli elettori non saranno mai chiamati ad esprimersi, resteranno sempre dei clienti passivi. E del resto, per contro, cosa cambierebbe? Pensiamo solo all’acqua: non è concepita per essere bevuta ma per essere venduta! Quale cazzo di referendum: quella che non può essere venduta, che cade dal cielo, può essere solo un flagello, lo vediamo bene. Meglio il vino se non sei in Arabia Saudita.

6 commenti:

  1. Ci piace molto credere alle favole perché alla fine "tutti vissero felici e contenti".
    Ciao.

    P.S. Ti leggo sempre molto volentieri. Tieni duro.

    Michele.

    RispondiElimina
  2. "Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
    l’ultimo fiume avvelenato,
    l’ultimo pesce pescato,
    ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro"e meno che mai la carta dei trattati Ttip...e la chiamano democrazia

    RispondiElimina
  3. Posso sapere il testo in corsivo di chi è?

    Grazie!

    RispondiElimina
  4. Ai selezionati lettori di questo blog, propongo questo articolo sul TTIP.
    Saluti a tutti.

    http://www.rinnovabili.it/ambiente/ttip-proposta-europea-sviluppo-sostenibile-333/

    RispondiElimina