Come
ogni anno il Credit Suisse Research
pubblica il suo Global Wealth Report 2015.
Provo a farne una sintesi per quanto riguarda alcuni dati di particolare
rilievo partendo dall’immagine della piramide qui sotto, quella della ricchezza
procapite.
Vediamo
subito che la componente più ricca della popolazione adulta, cioè il 10 per
cento, detiene l’87,7 per cento della ricchezza del mondo, per mentre il 90 per
cento della popolazione possiede solo il 12,3 per cento.
La
piramide della ricchezza globale (Global Wealth Pyramid) divide l’umanità in
quattro categorie di ricchezza: 3,4 miliardi di adulti con un patrimonio netto
di meno di 10mila $; 1 miliardo con un patrimonio netto da 10mila a 100mila $;
349 milioni con un patrimonio netto da 100mila a 1 milione di $; e 34 milioni
con un patrimonio netto di più di 1 milione di dollari.
La
categoria più bassa comprende il 71 per cento di tutti gli adulti e possiede
solo il 3 per cento della ricchezza totale; il 21 per cento degli adulti e
possiede il 12,5 per cento della ricchezza; il 7,4 percento degli adulti
possiede il 39,4 della ricchezza; infine lo strato superiore, lo 0,7 percento
degli adulti possiede 45,2 per cento della ricchezza.
Questo
strato superiore, definito dal rapporto come "high-net-worth individuals",
è esso stesso molto diseguale, come mostra una seconda piramide: 29,8 milioni
con un patrimonio da 1 milione a 5 milioni di $; 2,5 milioni con un patrimonio
da 5 milioni a 10 milioni; 1,34 milioni con un patrimonio da 10 milioni a 50
milioni e, infine, 123.800 adulti con asset superiori a 50 milioni di dollari.
Questi
123.800 "individui ultra-high-net-worth", come li chiama il rapporto,
sono la vera aristocrazia finanziaria globale, quella che esercita un’influenza
decisiva non solo sulle banche e le imprese, ma sui governi e le istituzioni
internazionali. Di questi, quasi 59.000, ossia circa la metà del totale, vivono
negli Stati Uniti. Un altro quarto risiede in Europa, soprattutto Gran
Bretagna, Germania, Svizzera, Francia e Italia, quindi in Cina e poi in
Giappone. Gli Stati Uniti hanno meno del 5 per cento della popolazione
mondiale, ma uno sbalorditivo 46 per cento dei milionari di tutto il mondo.
Questi
dati dimostrano che:
1) nell’epoca del
massimo sviluppo capitalistico finora raggiunto, la popolazione adulta
“benestante” (con patrimonio da poco meno di cento mila euro fino a circa un
milione) rappresenta un’infima minoranza sul totale, ossia meno del 10 per
cento, laddove per “benestante” si può intendere semplicemente chi possiede un
reddito da lavoro dipendente e un’abitazione e un’auto di proprietà, e laddove
si consideri che il welfare è stato di fatto smantellato;
2) l’aumento di
produttività e l’accumulo di ricchezza va sempre più, come del resto sostiene
esplicitamente il rapporto del Credit
Suisse, a vantaggio di poche
decine di migliaia di individui che diventano sempre più ricchi;
3) le forti
disparità di ricchezza tra paesi, così come le crescenti disparità sociali
all'interno dei paesi stessi, hanno un immenso impatto sul piano delle relazioni
internazionali, e assumono un carattere sempre più esplosivo nei conflitti tra
le grandi potenze;
4) l’imperialismo
degli Stati Uniti utilizza la sua posizione militare preponderante e il ruolo
del dollaro, valuta di riserva principale del mondo, come armi nel tentativo di
compensare il suo declino economico rispetto ai suoi principali rivali. Sul
piano interno, per quanto i media occidentali non ne parlino, l'America soffre
di tensioni sociali sempre più marcate, e sul piano internazionale si mostra
come la potenza più destabilizzante, nel tentativo di mantenere la sua
posizione di dominio globale con metodi sempre più sconsiderati e militaristi,
come quando rifornisce di armi i terroristi in Siria.
ognuno è imperialista con le armi che ha a disposizione in quel momento e nessuno stato, cioè società civile, può fare eccezione nella contesa globale per il plusvalore, ovvero la gara a risolvere le criticità che ne rendono difficoltose l' estorsione ed accumulazione.
RispondiEliminacirca l'accentramento oligarchico della ricchezza, la rappresentazione piramidale, "euclidea", non mi convince: la razionalità del dominio è meglio espressa in queste parole che ho appena letto:
"Anche l’impotenza del singolo a prevedere il proprio destino economico contribuisce a questa consolante mobilità. Della caduta non decide l’inabilità, ma una struttura gerarchica impenetrabile, in cui nessuno, forse neppure le somme sommità, può sentirsi sicuro: uguaglianza sotto la minaccia."
questo è Luca che cita Adorno. bravi
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