L’intestino felice, Sonzogno, opera della 25enne tedesca Giulia Enders,
quattro edizioni in un mese e 50.000 copie vendute.
Ebbene
sì, ammetto e non me ne vergogno: ignoro quali siano correntemente i libri più venduti e il
nome dei loro autori. Questa mia tendenza a scollegarmi dai fasti editoriali
del presente è forse in parte riconducibile anche a fattori di natura senile, e
ciò potrebbe trovare conferma nel fatto, apparentemente paradossale ma ben noto in
geriatria, che di libri e autori del passato rievoco finanche minuzie con
felicità mirandolesca.
Tuttavia
ritengo di dover considerare altra causa ben più cogente di quella. Segnatamente,
per parlar chiaro, questo mio totale disinteresse per le pubblicazioni odierne ritengo
trovi il suo fondamentale motivo nello splendido stimolo che mi conduce con
cronometrica regolarità al cesso, non meno che la linearità cartesiana del mio disegno
evacuativo nel quale taluni critici potrebbero rintracciare, senza sforzo, un indubbio
significato artistico come già accadde per l’indimenticato Manzoni Piero.
Nella specie, trattasi di materiale di qualità mediamente fine e compatta che potrebbe aprire a riconoscimenti di ciliegia susina e verzure di stagione, e tuttavia posso negare che esso arricchisca un entusiasmante olfatto, anche quando unito a effluvi prodotto di cioccolato fondente. E perciò, checché se ne possa dire in giro, smentisco a tale riguardo e a fortiori ratione notizie su un finale piacevolmente balsamico.
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Cara Olympe io t'adoro...
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