Milioni
di votanti troveranno delle sufficienti motivazioni per recarsi ancora alle
urne, per l’ennesima volta farsi coglionare e così fornire nuovo alimento alla
mistificazione democratica.
E,
del resto, che fare altrimenti? Per esempio smetterla di drogarsi di promesse
spergiure che sappiamo benissimo non potranno essere mantenute nemmeno per
sbaglio. Alle masse interessa in definitiva racimolare quel tanto che basti
loro per mettere qualcosa nel carrello della spesa. La redistribuzione dei
redditi avviene in senso orizzontale come confermano anche gli ultimi dati
fiscali: per le classi proprietarie lo Stato rappresenta solo lo strumento per
difendere i loro interessi. Per il resto essi vedono l’iniziativa pubblica come
la morte, come il comunismo; per sua essenza queste classi sono incapaci di
vedervi qualunque differenza.
Il
gregge è chiamato a votare a favore o contro Zaia e quell’antipatica della
Moretti; a favore o contro Caldoro e quel simpaticone di De Luca, con
l’appoggio di un certo Ciriaco De Mita. Insomma, un motivo o una scusa per
votare si escogita sempre. Tanto, se non voti fanno ugualmente quello che
vogliono. Bravi, questo è un argomento sempreverde e contro il quale non vale
opporre nulla. Un po’ come quei filistei assai scettici che si recano in
chiesa: non si sa mai, dicono. E giù in ginocchio che il parroco prima ti benedice
e poi di sevizia. Per la politica politicante è lo stesso gioco.
*
L’aggressività
delle politiche neoliberiste non è per nulla e semplicemente l’aberrazione
della cattiva coscienza della classe dei proprietari. Per quanto ogni singolo capitalista
sia responsabile per la propria parte, qui la coscienza e la morale c’entrano
nulla. Ciò che avviene è una necessità per i rapporti di classe del capitalismo,
una questione di vita o di morte.
I
proprietari del mondo sanno bene che il primo interesse degli schiavi salariati
è l’eliminazione del sistema economico e sociale che garantisce e riproduce la
schiavitù. E ciò non può consistere in altro che nell’eliminazione dei loro sfruttatori
come classe.
I
proprietari sentono oscuramente che il prolungarsi indefinito di questa crisi
li sta minacciando, perciò hanno dato mandato ai loro gaglioffi di insistere
nella consueta campagna di diffamazione verso qualunque idea o iniziativa di
radicale alternativa, e altresì di offrire ampio spazio a quei movimenti di
protesta che sanno bene di poter controllare e i cui programmi riformisti sono
specchietti per gli sciocchi.
Anche questa volta mi recherò a votare, i dubbi se andare o no, ci sono e sono forti, ma non riesco a fare a meno di andare al seggio e dare una preferenza. Il " non si sa " mai per quanto riguarda la chiesa per me non esiste da anni, ma non riesco a liberarmi della scelta elettorale, almeno mi consola il fatto che non bisogna inginocchiarsi. Da buon proletario mi accontento di poco, e questo probabilmente è un riflesso condizionato che la classe dei proprietari è riuscita ad inculcare in modo subdolo, infatti me ne rendo conto ma non gli do alcuna importanza. Sono malato grave lo so.
RispondiEliminariconoscerlo è già qualcosa. su, coraggio, curati. ciao
EliminaHanno alzato un polverone con questa storia degli "impresentabili", come a dire che se ci fossero solo persone presentabili, saremmo governati da gente per bene, e sopratutto vivremmo effettivamente in una democrazia.
RispondiEliminaNon si vuol capire che: la classe politica è l'espressione del capitalismo che la seleziona accuratamente e te la mette nella scheda.
Ciao Olympe, Franco.
bravo Franco
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