domenica 31 maggio 2015

Un buio ancora più nero


Qualunque possa essere il risultato delle urne, esso sarà assolutamente ininfluente, sotto ogni punto di vista. Dovesse il Pd perdere anche tutte le regioni. Dovesse vincere chiunque, fosse pure il sedicente partito comunista di Marco Ferrando. Per la gente comune, per chi ha un lavoro precario, un sussidio di disoccupazione, per chi non ha nemmeno quelli, per chi tira a campare con una pensioncina, le elezioni non porteranno in ogni caso alcuna novità che possa riguardarli tangibilmente.

Il debito pubblico ci vede prigionieri delle consorterie finanziarie internazionali non meno della Grecia. Come Stato nazione siamo e saremo ancor più uno “staterello sbatacchiato” tra l’egemonia tedesca e la crisi di sistema. Germania e Francia hanno già detto no alla revisione del trattato di Lisbona e Renzi ha presentato un documento in cui l’Italia si offre spoglia di qualunque resideua autonomia nazionale.

L’unico risultato elettorale che potrebbe avere un qualche significato politico, in un paese come l’Italia, sarebbe un’astensione di massa, oltre il 50 per cento. Non sarà così. Alla fine dei conti, bene o male, stipendi pubblici e pensioni vengono accreditati regolarmente, e ciò è la sola cosa che tiene in piedi il sistema. Qui, in Grecia, ovunque.

Se andrà bene solo un 40 per cento circa non si recherà al voto. E ciò è già molto, ma non basta. Il fatto che i talk televisivi non funzionino più non ha alcuna importanza, ciò che importa è che essi continuino a esserci, a raccontarci fesserie e a distrarre quella residua massa di teleutenti che ancora nutre qualche apparente interesse per la politica e le cose di questo mondo. Apparente poiché la realtà sta da tutt’altra parte.


È quel 30 per cento del paese (più l'altro 30 d'inconsapevoli totali) che fa la differenza, che va a votare e voterà fino allo stremo. Non perché ci crede, poiché in fondo ha sfiducia nel sistema come qualsiasi altro, ma perché ha paura del salto di binario. Nulla potrà sconfiggere questa paura se non un attacco ancora più duro a ciò che resta del welfare e alle condizioni di vita complessive, dunque un buio ancora più nero.

14 commenti:

  1. CaravOlympe mi piacerebbe sapere che cosa cambierebbe nel caso piu' del 50% degli elettori non andasse a votare? Quale scenario si aprirebbe? Perche' cosi' tanta importanza all astensionismo? In assenza di movimenti o partiti "rivoluzionari" non cambierebbe assolutamente nulla.
    vince

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    1. il fatto che alle elezioni legislative (e in parte anche a quelle amministrative) oltre la metà dell'elettorato non si recasse alle urne avrebbe sicuramente un impatto politico di non poco conto. un sistema si regge se è legittimato, tanto più in un paese dove l'affluenza alle urne storicamente è stata plebiscitaria o quasi. approfondirò il tema più avanti.

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  2. Sedicente partito comunista di Marco Ferrando...Perchè? Non è affare tuo,far diventare un vero partito comunista il PCL. Fallo fare a chi ci sta dentro anche contro Ferrando.Conosci alla perfezione il marxismo, ma esso è una teoria per l'azione. E tu che fai? Scrivi e basta. L'arma della critica...Aggiungi tu il resto. Tu non fai un cazzo, punto. E questo è imperdonabile, ed è per questo che tu diventi un sedicente marxista, una Kautsky. Scrivi per l'applauso dunque, e io ti batto le mani. Poi lo spettacolo finisce e resta la realtà, la lotta di classe. Già, ma tu speri nell'astensione. Una speranza da peggior anarchismo: dove è finito il tuo marxismo? Dove è finito l'uso a fini rivoluzionari delle elezioni e della tribuna parlamentare? Il voto non cambia nulla! Banale, ogni marxista lo sa. Ma tu riceverai l'applauso della tua platea! Degli adulatori che però, a leggerli, non hanno capito un cazzo e non faranno un cazzo. Adesso io ti fischio. E’ Marx che ha ragione, non tu. Scrivi, vai avanti così, rimastica ancora una volta la verità scientifica del marxismo. Ma a che serve? Saranno altri a completare ciò che tu non hai il coraggio di fare. E tu non hai il coraggio di fare la solo cosa giusta: mettere in pratica ciò che sai. Ciò, per quello che accade e accadrà, ti rende immorale. Saluti rossi. Migliorati Isidoro PCL Novara.

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    1. Caro Isidoro, La ringrazio per il contributo di chiarimento. Da tempo mi chiedevo cosa mi sfuggisse e quali irresolubili contraddizioni segnassero la mia coscienza. Terrò conto e conserverò memoria nel mio curriculum, specie per quanto riguarda l'affettuoso accostamento all'anarchismo. Non mi era ancora capitato, ma è bello sapere le cose che non si sospettavano nemmeno. Saluti anarchici, quindi.

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    2. Caro Migliorati,

      faccio una doverosa premessa: guardo con assoluto rispetto il percorso politico di ogni compagno in buona fede, senza farne questioni personali (a che pro?).
      Presumo anche che, anagraficamente, l'esperienza deponga tutta a suo favore.
      E tuttavia, proprio per questo, mi sembrava utile intervenire per esporle il mio punto di vista.

      Comprendere che il sistema elettorale è una delle armi della classe dominante per legittimare e perpetuare il suo dominio non pregiudica altri tipi di intervento politico, anzi.
      Apre delle praterie sconfinate.
      Vorrei farla riflettere su due questioni, per trarne le relative conseguenze.
      La prima riguarda i dati dell'astensione, che Olympe non manca di sottolineare e porre alla nostra attenzione: l'aumento imponente in ogni paese d'Europa è evidente, segnale inequivocabile di una sfiducia ed uno scoramento crescente in certe classi verso questo sistema.
      Seconda questione: il totale smarrimento da parte delle più giovani generazioni (tra cui mi annovero) di ogni tipo di visione di classe, anticapitalista ed internazionalista (ha mai provato a parlare ad un giovane di borghesia, proletariato, lotta e dittatura di classe? Nove volte su dieci la risposta sarà accompagnata da sonore risate).
      Ora, mi sembra che qui ci definiamo tutti marxisti: chi più, chi meno, dovremmo quindi avere una visione d'insieme delle tendenze generali di questo sistema (le conferme sono quotidiane e l'ultima crisi ne è la riprova).
      Appurato tutto ciò e sommati i due dati sopra, mi chiedo come possiate ostinarvi a voler coinvolgere una classe in un meccanismo che, lei stessa, percepisce già - e percepirà sempre più nella stridente inconciliabilità tra necessità materiali e promesse elettorali - come illusorio, truffaldino.
      Non dovremmo confrontarci con la prassi?
      La prassi non ci dice forse che, per il proletariato, il baraccone elettorale è solo una strada senza uscita foriera di illusioni?
      E a proposito di illusioni, quante se ne devono vendere ancora ai dominati?
      Fa parte di un partito che continua a parlare di "nazionalizzazioni" (celando quindi alla classe la natura borghese dello stato e dei suoi apparati) ; che non perde occasione di "alzare la bandiera palestinese" (cit.) ad ogni vittima del sionismo ; ecc...
      È questo il tipo di intervento politico "marxista" a cui volete chiamare le nuove generazioni di proletari?

      Se così fosse, ringrazio il cielo di aver scovato questo blog anni orsono e di non aver perso altro tempo rincorrendo illusioni che, mi perdoni, anche il suo PCL continua a puntellare.
      Facendomi capire come il mio tempo e le mie energie fossero meglio indirizzabili verso altri lidi (nello specifico, la mia posizione mi ha avvicinato a Battaglia Comunista).

      In definitiva e senza offesa: credo sia molto più sostanzialmente rivoluzionario il "non fare un cazzo" (come sostiene lei) di Olympe che tutto il vostro presenziare nelle tornate elettorali.
      Detto ciò, in bocca al lupo per la tattica entrista nel tentativo di "far diventare un vero partito comunista il PCL".
      E attenzione a non scambiare come "ruota motrice della rivoluzione la nuda volontà" (Marx).

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  3. Caro Marcos, con me sfondi una porta aperta. Quando scrivi:"Fa parte di un partito che continua a parlare di "nazionalizzazioni" (celando quindi alla classe la natura borghese dello stato e dei suoi apparati) ; che non perde occasione di "alzare la bandiera palestinese" (cit.) ad ogni vittima del sionismo ; ecc..." E' proprio quello che ho detto in faccia a Ferrando e co. Per le nazionalizzazioni idem con USB: gli ho lasciati sbattendo la porta. Ora sono nel SI COBAS come delegato sindacale, non solo come tesserato. Lo stesso discorso sul ruolo del sindacato. La mia tesi: FUORI I RIVOLUZIONARI DA CGIL! Tutto scritto, tutto portato come emendamenti allo scorso congresso. Se mi dai la email ti mando il documento. Ecco la mia: miglioratiisidoro@yahoo.it. Ma quale entrismo!! Io sono lexemburghista, non trotskysta! Come comunista di sinistra sto nel PCL perchè usa le elezioni ed il parlamentarismo per la propaganda e l'agitazione politica. Punto. Certo, compagni come quelli di Battaglia Comunista preferiscono volantinare. Sforzo inutile e ridicolo, se l'obiettivo è quello di raggiungere i milioni di proletari italiani polverizzati in centinaia di migliaia di piccole e piccolissime aziende italiane. Piccolo è bello, ma è orribile se devi camminare e dare a mano i volantini. Salvini lo fa? No va in TV, dove può vomitare il suo programma politico. I comunisti devono fare lo stesso tutto qui. In quanto a Madame, il suo sperare nell'astensione è spiegabile solo con il suo particolare astensionismo. Un astensionismo di cervello e non di pancia. Ma il problema è proprio quello: come passando dalla pancia del proletariato si arriva al suo cervello? Propaganda e agitazione politica sempre e dappertutto. Mi sembra chiaro. L'astensione in se, non vale nulla, perchè non è in questione se votare o meno. Negli USA l'astensione è sempre stata massiccia, ma invece...Perchè l'influsso ideologico della borghesia è molto più profondo che non quello molto superficiale del voto democratico. Profondo, viscerale, di pancia. Infatti se l'ideologia può riempire la testa, non può sostituire un pasto necessario. Appunto, non è altro che materialismo storico. Signora, lei ha un debito con la classe, se lo scriva nel curriculum. Accanto ad Anarchia, che per un marxista non è un insulto, anzi. Quando in una rivoluzione si comincia a fucilare gli anarchici, quella rivoluzione è finita e fallita allo stesso tempo. Saluti rossi

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    1. Ha ragione, ognuno paghi i suoi debiti. So bene quali sono i miei e anche quanto li ho pagati e quali sono in sospeso. Su BC concordo, se posso intromettermi. Anche perché conoscevo bene la situazione e non ho motivo per pensare che essa sia cambiata. Per quanto riguarda l'astensione vedo che lei non ha compreso quanto scrivo in proposito, e non perché non scrivo chiare le cose. Sulla mia testa e la mia pancia lei presume situazioni e cose che non conosce, ma non è la prima volta che le capita. Non me ne curo, non per alterigia ma perché ho altro di cui occuparmi. Soprattutto, a riguardo del mio riferimento al suo PCL, credo che lei non sappia assumere, ma ciò è tipico, un atteggiamento più distaccato e ironico, meno piccato, verso il mondo. Non si può vivere tutto il tempo che ci resta di classe e rivoluzione. Scialla.

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    2. Migliorati, comprendo quel tipo di intervento politico che espone sopra e lo rispetto.
      Continuo invece a non condividere la posizione su elezioni ed astensionismo, a maggior ragione se una gran parte del proletariato mostra di aver già perso totalmente fiducia nel sistema elettorale borghese e nelle sue promesse.
      A mio modesto avviso, questa dovrebbe essere l'ora di spiegare alla classe il motivo per cui il sistema istituzionale borghese (e le relative elezioni) nulla possono più contro il tifone della crisi capitalistica e della progressiva erosione di diritti acquisiti.
      Partiti come il PCL, come le scrivevo negli esempi che lei ha mostrato di condividere, spesso creano invece una deleteria confusione.

      BC avrà i suoi limiti, non lo metto in dubbio.
      E tuttavia sono molte le caratteristiche di questa organizzazione che non ammettono obiezioni:

      - possesso di una piattaforma teorico-politica fedele all'impianto marxista-leninista chiara, senza nessun tipo di concessione all'opportunismo;

      - assoluta disponibilità al confronto con tutte le forze politiche/sindacali/associative che si pongono nello stesso "alveo" (tanto che non sono mancate anche discussioni con compagni del PCL alle assemblee nazionali di quest'ultimo);

      - consapevolezza della necessità di costruire il Partito Comunista internazionale rivoluzionario futuro, e di essere una componente di questo progetto (componente che, in questo senso, alla fondamentale salvaguardia della teoria rivoluzionaria comunista ha aggiunto la creazione della Tendenza Comunista Internazionalista).

      Riallacciandomi a quanto dicevo sopra sulle generazioni di proletari più giovani e prive di coscienza di classe (destinate a subire nel tempo gli effetti più tragici di queste crisi), tutto ciò mi sembra di fondamentale importanza.
      La confusione (anche creata coscientemente) è già troppa.
      Conditio sine qua non per la ripresa della classe è la correttezza e la chiarezza della teoria politica.
      La storia ci ha spesso dimostrato che è anzitutto attorno a questa che si possono coagulare le forze più coscienti in grado di risvegliare l'intera classe.

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    3. Caro compagno Marcos l'astensione non è boicottaggio. Se BC volesse essere totalmente "leninista", dovrebbe ricordarsi che il partito di Lenin non era per l'astensione, ma per il boicottaggio della Duma. Se non si comprende che c'è un’abissale differenza tra i due termini, non si è capito nulla di politica e tanto meno di marxismo. E' facile sfruttare l'astensione elettorale e interpretarla a propri fini. In realtà in politica, nessuno si può astenere. E' possibile astenersi se l'uomo è un animale sociale e dunque politico? Astensione! La borghesia trema perchè il teatrino democratico non diverte più? Se ne fotte, se agli italicchi non piace più la democrazia vorrà dire che la dittatura del capitale sarà esplicita e guai a chi non andrà a votare! Astensione! Ma gli italioti pagano le tasse? Ma certo! Da questo punto di vista, fanno più danni allo Stato gli evasori, che sono pure dei borghesi! Tagliamo corto. La tesi giusta è quella di Engels rispetto al suffragio universale: è il termometro della rivoluzione. Certo, nel senso che misura l'influenza del partito rivoluzionario nella classe. Lo zero assoluto dell'astensione, significa zero influenza del partito. Significa anche uno zero d'influenza della borghesia, ma essa è materialmente la classe dominate! Mentre il sistema democratico borghese è una finzione, non lo è il suo potere politico, c'è. Boicottare dunque, perché è sinonimo di rivoluzione. L’astensione è la rivolta degli anarchici, individuale ed individualista. Se poi il tutto avviene nel bel paese, gli italiculi ci mettono il loro cialtronesco egoismo, tutto il loro antistato se lo stato non li mantiene: CAZZO L’ALTRA VOLTA TI HO VOTATO E MI TAGLI LA PENSIONE?! L’astensione è un problema per la borghesia e solo per essa. Però uno svantaggio del nostro avversario non è necessariamente un nostro vantaggio. In quanto a Madame, ora capisco. Madame è l’ambasciatrice del marxismo, e si sa non può portare pena. Io in quanto ambasciatore dei morti di fame, ma mai sazi di marxismo, le comunico che in Yemen l’imperialismo sta usando armi nucleari. Già, armi a protoni. E’ inutile dire che tale uso è ridondante rispetto al conflitto in corso nell’area. Il terreno è però l’ideale per testare tali ordigni: un deserto, poco popolato, ma abitato da yemeniti di cui la platea internazionale, in primis il proletariato occidentale, non frega che una beata minchia. Sono materialista storico, ma ho i brividi comunque. Sono che li useranno di nuovo, ma il deserto verrà dopo. Ora ha pena Madame? Saluti rossi.

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    4. Astensionismo elettorale non significa astensionismo politico.
      Nessuno mette in dubbio le necessità di propaganda ed agitazioni.
      E nessuno è così allocco da credere che l'astensionismo che abbiamo sotto gli occhi sia di una classe cosciente; in questo senso, perciò, non c'è alcuna "interpretazione dell'astensionismo a propri fini".

      Ampi strati di lavoratori salariati mostrano di non aver più alcun tipo di interesse e fiducia nelle fandonie elettoralistiche.
      Io, che da marxista devo tentare di spiegare alla classe come la democrazia borghese sia l'involucro perfetto per l'attuale dominio di un'altra classe, perché dovrei interpretare in senso negativo la disaffezione dalle urne?
      Per di più, in totale mancanza del partito rivoluzionario cui fa cenno!
      Sarà mio compito provare a sfruttarla nel malessere crescente.
      Questa, in poverissime parole, la questione.
      In tal senso, concordo quando scrive "uno svantaggio del nostro avversario non è necessariamente un nostro vantaggio".

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    5. Mi scuso anticipatamente per il 'pippone'...

      Condivido le adeguate risposte di Marcos sulla idiozia politica di legittimare nei fatti il parlamento come possibile sede di propaganda del programma comunista e lo strumento elettorale come utile proprio mentre l'astensionismo decreta (seppur ciò sia in se insufficiente da un punto di visto politico, e seppure sia erroneo interpretarlo come campanello o misuratore di un avanzamento di coscienza rivoluzionaria delle masse), registra la positiva (per ogni rivoluzionario lo è) e progressiva sfiducia espressa dai proletari nei loro confronti. Che andrebbero sfruttate, piuttosto che snobbarle o stigmatizzarle o, peggio, tentare di invertirle come tendenze predicando il voto tattico (quale proletario, c'è da chiedersi, ne capirà mai il significato?!)

      Detto questo, francamente non si comprende il motivo per cui il compagno Isidoro ritenga in qualche modo opportuno o utile tirare in ballo i compagni di BC per suffragare (o credendo di farlo) le sue posizioni politiche. Ma tant'è. Nè si capisce il senso di stare dentro il PCL (facendo 'opposizione interna') senza condividerne capisaldi politici e programmatici quali le CD. nazionalizzazioni 'nel' capitalismo, che sono tra le sue indicazioni prioritarie date ai proletari. La CD propaganda e agitazione la si fa di un programma, ma a quanto pare a Isidoro pare interessare (egli predilige) il mezzo in sè, ossia la mitica 'tribuna parlamentare ed elettorale', quasi che non sia possibile - avendolo, certo, un programma marxista (dal quale escluderei senz'altro le ferrandiane nazionalizzazioni capitalistiche) da propagandare - fare agitazione, propaganda e lavoro politico di intervento in altro modo e in ben altre sedi.

      Conosciamo peraltro bene le 'possibilità' e gli 'esiti' (quanto a maturazione della coscienza di classe e a propaganda del programma rivoluzionario nella classe dall'alto di quella 'splendida' tribuna, nonché quanto a "boicottaggio" in qualche modo efficace ) dell'uso della tribuna elettorale, del presunto 'boicottaggio' (non si capisce bene di cosa) e tanto più dell'entrismo praticati ormai da tempo dal PcL nelle istituzioni borghesi, prime fra tutte i sindacati (quelli concertativi e istituzionalizzati appieno ma anche quelli spavaldamente autodefinentisi... 'di classe'), e - personalmente - stenderei un velo pietoso.

      Le conosciamo tanto quanto basta per invitare Isidoro a risparmiarci il suo arrogante tacciare il lavoro dei compagni di BC come 'sforzo inutile e ridicolo'.

      ...

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    6. Visto che i compagni di BC vengono tirati in ballo improvvisamente - e, con evidenza, in modo strumentale e fazioso - mi permetto di sottolineare che la loro attività non si limita affatto all'agitazione e propaganda attraverso la 'distribuzione di un volantino', cosa che fra l'altro non solo viene giudicata 'sforzo inutile' e addirittura 'ridicolo' (... chissà mai perchè) ma diventa strumentale occasione - ancora una volta secondo l'insulso metodo elettoralistico della futile 'conta di numeri' - per sottolineare quanto la 'pochezza dei numeri' in termini di pochi militanti rispetto ai 'milioni di proletari' renda l'azione di quei compagni del tutto superflua.

      Bene, quei compagni - dei quali sono fiera di essere parte - producono e diffondono anche un giornale con distribuzione face-to-face e web, una rivista teorica di approfondimento (Prometeo), testi di formazione politica dei militanti, curano la preparazione teorica e politica dei loro militanti, svolgono assemblee pubbliche e un intenso e faticoso lavoro internazionale (come ben riportato da Marcos) per riallacciare i fili delle disperse avanguardie classiste.
      Ma anche, realisticamente parlando, ossia laddove ne hanno le forze militanti sufficienti, svolgono lavoro di intervento nelle lotte (nella scuola tra i lavoratori e gli studenti, logistica, discariche, Pomigliano, ecc.) col preciso intento di propagandare nella classe un programma (non chiacchiere alla: 'nazionalizziamo sotto controllo operaio' e fandonie simili), di dare indicazioni 'politiche' concrete e di prospettiva a quelle lotte, indirizzarle cioè verso una prospettiva di futura azione politica rivoluzionaria e non meramente rivendicativa, economicistica, contrattualistica, sindacalistica nel senso più deleterio che il termine esprima se visto in rapporto all'attuale situazione (fase imperialistica del capitale e crisi strutturale del sistema) di totale assenza di ogni minimo spazio di contrattazione.

      Risponderà a questo punto l'Isidoro: "ma questo lo facciamo anche noi, allora?".
      Allora ecco che c'è: lo fate sulla base di quale programma politico, di quali indicazioni alla classe (lottare per le nazionalizzazioni?!?!?!), di quale tattica d'intervento, di quali reali finalità e di quali esiti? Ecco, parliamo di questo, piuttosto che di ... piccoli numeri e 'ridicoli sforzi'.

      ...

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    7. Concludo e ripeto: ha senso agire politicamente in vista della diffusione e affermazione di un programma politico di classe, non semplicente concentrandosi sull'uso di uno strumento (il parlamentarismo rivoluzionario, ormai abbondantemente fuori tempo massimo, aggiungo io), usato peraltro per veicolare illusioni e fandonie colossali come quelle su citate.

      Strumento parlamentare che per di più, in maniera ignobilmente idealistica, non solo si valuta astrattamente (come in sè valido a prescindere), ma si tenta di giustificarne la validità nell'oggi attraverdo un'infantile interpretazione talmudica dei 'testi sacri', tirando per la giacchetta quando Marx ed Engels, quando il povero Lenin, che applicò è vero la tattica in questione ma in un contesto storico, politico, economico, sociale, del tutto diversi. (Contesto nel quale, giusto per citare 'solo una' fondamentale differenza rispetto ad oggi, le masse russe riponevano nella Duma, visti i trascorsi autoritari zaristi, la loro massima fiducia).
      Vecchio vizio dei CD. "marxisti biblici", come mi piace definirli, quello di citare ed "interpretare" Marx e co. al pari dei versetti biblici, dimenticando o peggio ignorando che il materialismo storico-dialettico è un metodo d'analisi, non un ... 'manuale d'istruzione'.

      Quanto infine all'astensionismo dei 'compagni di BC' - qualora fosse (ma non è) questo il motivo del tirarli qui in ballo - la loro posizione - e indicazione - politica è sufficientemente chiara, direi: il voto è un inganno, è illusione; la lotta e l'organizzazione autonoma dei lavoratori (principalmente dai sindacati) è la strada. Punto. Altro che "astensione in sè", caro Isidoro.
      Sarà davvero questo uno... "sforzo inutile e ridicolo"?!?!
      http://www.leftcom.org/it/articles/2013-01-13/il-voto-è-solo-un-inganno
      http://www.leftcom.org/it/articles/2015-04-13/il-nostro-impegno-oggi

      Saluti internazionalisti
      Karl

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  4. Per chi volesse conoscerci meglio e confrontarsi con noi sulle nostre posizioni e le più diverse tematiche politiche: http://giovaninternazionalisti.forumcommunity.net/m/

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