lunedì 11 maggio 2015

"la nostra battaglia a tutti i livelli"


Barbara Spinelli, l’anno scorso candidata alle europee, dapprima annunciava l’intenzione, se eletta, di lasciare il seggio ad altri, e poi, effettivamente eletta, faceva marameo: al seggio non avrebbe rinunciato perché – diceva – glielo chiedevano gli elettori. Proclamava stentorea: “La verità è che daremo la nostra battaglia a tutti i livelli con Alexis Tsipras e con la sinistra europea”. Commentavo il 2 giugno: “Qui è l’entusiasmo per la lotta che parla, una sana ambizione che si accende, diamone atto. Essa non sceglie più da sé la propria condizione, ma è incalzata dagli elettori a quell’attività dove può eccellere e realizzare le proprie idee affinché la UE possa cambiare”.

Ora apprendiamo che l'eurodeputata esce dalla lista l'Altra Europa con Tsipras. Però rimarrà al parlamento di Strasburgo come indipendente nel gruppo Sinistra Unitaria Europea-Ngl. Annunciando che in Italia non entrerà in nessun gruppo, e infatti scrive in una nota: "Non intendo contribuire in alcun modo a un'ennesima atomizzazione della sinistra fondando o promuovendo un'ulteriore frazione politica. La mia attività sarà concentrata sulle attività parlamentari europee con attenzione particolare a quello che succede in Italia e in Grecia".

Se a Strasburgo spesassero solo vitto e alloggio, Barbara Spinelli col cavolo che avrebbe scelto di andarci per dare battaglia a tutti i livelli con Alexis Tsipras e con la sinistra europea. E ammettiamo pure che oltre a vitto e alloggio fossero corrisposti degli emolumenti pari a quelli medi di un salariato italiano, ebbene col cazzo che Barbara Spinelli resisterebbe in quella trincea concentrata sulle attività parlamentari europee. Ad ogni modo le responsabilità di gente come questa, interamente integrata nelle strutture della politica borghese, vanno ben oltre queste miserie. La borghesia si serve di questa patetiche marionette per contrastare lo sviluppo di un movimento sociale antagonista.


31 commenti:

  1. > lo sviluppo di un movimento sociale antagonista

    Il proletariato / non capitalisti non sono marziani, una specie di strana sottospecie che ha logiche rispetto a denaro e potere diverse da quelle dei "Sapiens".
    Ingordigia, anelito alla ricchezza, al potere, tendenza alla differenziazione, etc. (le caratteristiche che costituiscono i pilastri del capitalismo e del suo successo) sono etologiche.

    I movimenti sociali "antagonisti" non possono che essere fallimentari vuoi per il fatto delle essere contro (una metastrategia fallimentare) vuoi perché apologizzano una condizione di ugualizzazione innaturale.

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    1. eh daje con ste pippe pseudoscientifiche che non vedono né le dinamiche di movimento né le interazioni.
      monadi eterne ed immutabili.

      nell'umanità esistono i san francesco e gli hitler
      come non vedere che è il sistema sociale prodotto storicamente che porta al prevalere dell'uno o dell'altro?

      a daje retta a ste' pippe dovremmo essere ancora scimmie nelle foreste.

      e basta con ste ragnatele nel cervello arzate e cammina veramente e nun me fa' incazzà. g

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    2. sapevo che avresti risposto tu. grazie

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    3. > come non vedere che è il sistema sociale prodotto storicamente che porta al prevalere dell'uno o dell'altro?

      Il sistema sociale esiste e l'etologia di specie è chiara.
      Poi uno si inventa la morale dell'uguaglianza e fanfaluche del genere e parla di pippe pseudoscientifiche.

      Tra le altre cose le chefferies di cacciatori raccoglitori sono le uniche società nativamente egalitarie.
      In genere non scrivono sul web e non hanno neppure la TAC a disposizione per le diagnosi oncologiche e di altro tipo.

      Ci sono anche le pippe e basta e il fatto che siano scritte in romanesco non le rende migliori.

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    4. Ah metastratega, se c'è proprio un'invenzione che non si può attribuire a Marx è proprio quella della morale.

      quella abbonda in molte altre parrocchie,
      ma pare facile crederlo a chi sembra scambiare l'enologia per l'etologia

      una società che produce una gran massa di tipologie tumorali produce anche la tac che può aiutare a diagnosticarli ma non certo a curarli
      e quando leggo certi commenti sul web alla Sora Cecioni, sarei felice di essere un raccoglitore senza internet per non doverle rispondere nel suo linguaggio per reagire alla depressione che mi procurano. g

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    5. P.s. "Noi siamo una specie curiosa, l'unica rimasta da un gruppo di specie (il 'genere Homo') formato da almeno una dozzina di specie curiose. Le altre specie del gruppo si sono già estinte; alcune, come i Neanderthal, poco fa:neppure trentamila anni or sono. E' un gruppo di specie evolutasi in Africa, affine agli scimpanzé gerarchici e litigiosi, ma ncor più ai bonobo, i piccoli scimpanzé pacifici, allegramente promiscui ed egualitari."

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    6. g., sei capace di argomentare senza patetici tentativi di insulto da bar sport?

      > una società che produce una gran massa di tipologie tumorali

      Ahah, dunque i tumori sarebbero un prodotto culturale o in buona parte culturale.
      :)

      Ecco, se voi tornate a questo oscurantismo, compite e completate la rivoluzione tornando al punto di partenza.
      Marx ha ottenuto quello che voleva negare ovvero di sostituire gli oppi dei popoli con la una nuova teologia tecnoteista ugualista antiscientifica (la sua) degenerata col tempo a opinionismi ondivaghi e ostili alla realtà. Alcune credenze che appaiono anche qui lo testimoniano ancora una volta.
      Ad esempio che sia il sistema sociale che "induce" a prevalere l'uno sull'altro.

      Ecco il nuovo medioevo, siamo veramente fottuti.

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    7. Forse, metaforicamente, hanno ragione i preti: le pippe fan diventare ciechi !

      Taranto, bophal, casale monferrato, Černobyl, Fukushima, etc, etc, etc, prodotti culturali ?!?!?
      La dimensione sociale comprende solo il livello culturale?!?!?
      A questo porta l'enoetologia?!?!?

      Di fronte a tali e tanti deliri non posso che arrendermi e tornare coi miei bonobo (i bar non li frequento) , scusandomi con i lettori del blog e con Olympe per avergli dato spago. g

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    8. Ci sono varie teorie sulla funzione ecologica dei tumori ovvero del loro ruolo biologico alcune delle quali si basano su lettura evoluzionistica, ovvero come generatori casuali di modifiche che su scala temporale biologica permettono l'evoluzione.

      Il problema non è Taranto, bophal, casale monferrato, Černobyl, Fukushima ma il fatto che il modernismo non lo puoi prendere a metà. Esso ha un bilancio: quale è?
      Voglio l'auto per tutti, no, che tutti avrebbero il diritto all'auto, come dite voi a sinistra. Con quale acciaio lo faccio? con quale energia? prodotta come?

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  2. Perche' sorprendersi ? In fondo si tratta dell' ennesimo esempio del solito borghese-si-ma-di-sinistra che dopo essersi fatto porre alla " guida del proletariato" scopre per strada che le sue "necessita' " contavano piu' dei suoi "ideali" :-)

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  3. Olympe, è troppo comodo dire che si nasce Danculi o Piglianculi. E proprio con le chefferies si pone il dilemma delle società non ugualitarie. Perché nelle società divise in classi il popolo tollera che il frutto del suo duro lavoro sia trasferito alle élite? Perché le élite, per avere il consenso popolare ed allo stesso tempo mantenere il proprio stile di vita, hanno ideato soluzioni varie. 1) Disarmare le masse e trasformare l’esercito in classe elitaria, 2) Rendere le masse felici ridistribuendo i tributi in modi a queste graditi. 3) Usare il monopolio della forza per mantenere l’ordine pubblico e calmare la violenza, facendo contenti i bravi cittadini. 4) Fabbricare un’ideologia o una religione che giustifica la cleptocrazia.
    Ma non tutti si lasciano Decervellizzare e talvolta accadono cose inusitate, come la Comune di Parigi del 1870, o la Rivoluzione Russa, che fa scattare indegne alleanze per continuare a mantenere il POTERE. Lenin sa che «Il nostro compito immediato non è l'"instaurazione" del socialismo, ma, per ora, soltanto il passaggio al controllo della produzione sociale e della ripartizione dei prodotti da parte dei Soviet dei deputati operai», e deve inventarsi risposte ai problemi che ogni giorno si presentano in forma diversa: la pace di "Brest-Litovsk", che costa la perdita di tanto territorio, ma la salvezza di tante vite umane; deve difendere la giovane Repubblica dei Soviet nel 1919-1921 dalla guerra civile, dall’aggressione dei paesi imperialisti e dall’isolamento internazionale; all’interno ottiene l’appoggio di Trotskij appoggiando la formazione dei Soviet e la teoria della rivoluzione permanente, ossia l’esportazione della rivoluzione in tutto il mondo attraverso la lotta continua contro il capitalismo, ma anche all’interno, attraverso l’emancipazione di operai e contadini; risponde alla crisi di generi alimentari con la NEP, Nuova Politica Economica, liberalizzando il commercio dei prodotti agricoli. Muore precocemente nel Gennaio del 24 e gli subentra Stalin: finisce la Rivoluzione. Ma non finisce la voglia di ottenere una società più giusta e più umana.
    saluti

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    1. Nonno Franco la risposta al perchè te le sei data da solo: la storia, con i suoi picchi di necessità che si aggrumano sulle possibilità.

      E poi... piuttosto che "è troppo comodo dire che si nasce Danculi o Piglianculi" ...direi che è più comodo restare tra i Danculi se vi si nasce che passare con i Piglianculi. Tanto comodo che tanti Piglianculi, all'occasione, passano alla svelta con i Danculi, ma, poichè i posti da Danculi saranno inevitabilmente sempre meno, forse si apriranno altre strade più razionali, come da tanto tempo e in tante occasioni si è già cercato di fare.Ciao.g
      P.s Olympe scusa l'invadenza, sarà l'arrivo dell'estate che mi fa strabordare. ciao

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    2. > Perché nelle società divise in classi il popolo tollera che il frutto del suo duro lavoro sia trasferito alle élite?

      Perché il popolo è composto al 98% da persone il cui anelito è salire i livelli della piramide sociale ed avere qualcuno in più sotto da sfruttare. Ovvero di impossessarsi di mezzi di produzione di reddito e/o potere coi quali scalare la piramide sociale.
      Secondo le parole di Mao, mancati piccoli borghesi o borghesi che non sono della dimensione maggiore che desiderano.

      Il problema delle vostre teorie marxiste è che esse negano l'etologia, si propongono non solo di correggerla ma spesso di eliminarla e sostituirla. Sono quindi fallimentari se non in scale temporali relativamente brevi (qualche decennio) e con sistemi massimamente coercitivi (il capitalismo è molto più pericoloso in quanto subdolo ma è altrettanto permeato di una violenza diffusa).

      E' il paradosso della razionale irrazionalità del marxismo; un architettura ideologica con fondamenti anche razionali ma che sono irrazionali proprio perché contrari / incompatibili con l'etologia. Puoi tentare di governarla, non la puoi violentare o tentare di distruggerla.

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    3. Davanti a "si inventa la morale dell'uguaglianza" avevo deciso di astenermi dal perdere del tempo.
      Poi mi tocca leggere le solite fandonie ideologiche fatte passare come obiezioni alla scienza marxista: "sistemi massimamente coercitivi" per "scale temporali relativamente brevi".
      Basta questo per qualificarla come persona che non ha mai letto un rigo di Marx (se lo ha fatto, era certamente da qualche bignami).
      Mi par giusto tuttavia tentare di dare un consiglio ad un moderno Don Chisciotte che, così tenacemente, prova ad avallare le sue idee.
      Sperando adoperi la stessa tenacia nel correggerle qualora un giorno le riconosca fallaci.

      Un invito fatto con il cuore: la smetta di barricarsi dietro la comoda e forviante idea di "etologia" piegata a giustificare un suo pregiudizio, ossia che l'individuo sia biologicamente portato a prevalere sul suo simile.
      L'oscurantismo sarebbe quello marxista?
      Si rende conto che quella da lei esposta nelle poche righe sopra è una concezione dell'uomo che ricade prepotentemente nelle diatribe del periodo dei lumi (Hobbes, richiamato dallo stesso Lorentz: l'uomo è naturalmente e fondamentalmente cattivo, homo homini lupus, ecc...; per contro Rousseau: l'uomo è naturalmente e fondamentalmente buono)?
      Una concezione che, per inciso, non porta ad alcuna conclusione e non fa fare un solo passo in avanti nella comprensione dell'uomo e del suo divenire.

      Che ci creda o meno, la ricerca sull'uomo ha fatto successivamente passi da gigante (e non sono certo quei pregiudizi da lei espressi sopra).
      Si legga il primo centinaio di pagine de "L'ideologia tedesca".
      Noti come "coscienza" e "morale" non siano nient'altro che un prodotto, come cercava di spiegarle efficacemente l'amico qui sopra.
      Osservi come quelle che Adorno chiamerà "forze oggettive della storia" operano sull'uomo.
      Capirà forse allora che nessuno ha inventato proprio nessunissima "morale dell'uguaglianza", e che anche questo è un altro bel pregiudizio e stereotipo indotto, che vale la pena abbandonare se si vuole comprendere qualcosa sui processi socio-economici e sull'uomo che vi è attore e partecipe.
      E appunto si chieda cosa le ha permesso di vivere in una società con PC e Tac, e perché non si ritrova invece ancora con una catena al piede.
      A tal proposito: l'etologia le spiega perché non rischia di venire cacciato non appena varca la soglia di casa?
      Perché, se partiamo dall'assunto che esista un non meglio precisato gene della sopraffazione nell'essere umano, mi chiedo chi o cosa ci abbia condotto nell'anno 2015d.C. a conversare pacatamente su questo blog...
      Non interverrò oltre.
      Le rinnovo un consiglio amichevole: legga e rilegga "L'ideologia tedesca". E spazzi via tanti stereotipi: questi sì ideologici, da "falsa coscienza".

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    4. > a giustificare un suo pregiudizio, ossia che l'individuo sia biologicamente portato a prevalere sul suo simile

      Ohdioporco allahmaiale che mi vien da bestemmiare.

      Ma voi non avete mai visto cosa succede tra i bambini? cosa succede quando le regole sociali vengono allentate o crollano? sapete cosa avviene nelle carestie?
      Ma siete usciti ogni tanto dalle biblioteche per osservare la realogia della realtà oltre all'ideologia tedesca?

      Nietzsche aveva osservato tutto in La Genealogia della Morale. Però tutto questo è indigesto e quindi rimosso.

      "Fuori avanza lo stuolo dei zelanti dei diritti che volendo rifare il mondo più giusto e più che bello che mai [...] gravano l'esistente di una progressione infinita di codici e regolamentazioni, tutti a fin d'immenso bene, il cui unico risultato è una servitù tendente alla paralisi, alla rovina. [...] Diciamo con semplicità: cosa serve al leone e all'agnello per pascere insieme se non una corretta legislazione e una rete di servizi a sostegno?"

      G.L. Ferretti

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    5. Continua a cadere in contraddizione nel tentativo di dimostrare suoi (ribadisco) pregiudizi.
      Osserva gli effetti (sottolineo: effetti!) che producono sull'uomo dei fenomeni materiali come carestie o cataclismi sociali e quale conclusione ne trae? Che l'uomo è portato naturalmente alla sopraffazione, sic et sempliciter.
      Secoli di storia le sfilano sotto il naso anche nel suo vivere quotidiano, ma non importa: a lei serve solamente isolare vicende, fasi ed episodi che possano consolidare quel bel pregiudizio che ha stampato in testa.
      Il resto non esiste.
      È un modo di pensare, questo, che mi ricorda sempre quello dei lombrosiani in campo criminologico alla fine dell'800: quelli, da caratteristiche fisiche dell'individuo, pretendevano di individuare la tendenza a commettere delitti; chi la pensa come lei, da semplici reazioni dell'essere umano ad un contesto materiale, pretende di trarre leggi generali ed immutabili sulla natura dell'uomo.
      Altro che la "fine della storia" di cui parlava Fukuyama, di questo passo potrà pubblicare un bel phamplet dal titolo "fine dell'umanità".
      Temo che chi si chiude in biblioteca e rifiuta di osservare l'esistente ed il divenire dei processi socio-economici sia qualcun'altro.
      Voler fissare in modo granitico la natura dell'uomo come fa lei è un altro bel riflesso dei tempi che viviamo oggi e delle ideologie d'accatto che vi sono figlie.
      A qualcuno fa certamente comodo che ci sia chi abbia certe convinzioni.

      Che in società divise in classi esistano leoni ed agnelli, mi perdoni, ma deve andare a spiegarlo in ben altri lidi.
      Che la classe dominante si serva di una sovrastruttura giuridico-istituzionale per conservare lo status quo, idem come sopra.
      Che con lo sviluppo dei fattori produttivi le necessità materiali e i concretissimi interessi delle classi si polarizzino riflettendosi in diverse idee, morali, coscienze, è quello su cui dovrebbe riflettere.
      Ma dalle obiezioni che solleva continua a trapelare l'idea che Marx fosse un Papa Francesco dell''800.
      Le rinnovo pertanto l'invito alla lettura fatto sopra.
      Altrimenti persista pure con le superstizioni imprecando contro esseri inesistenti.
      O perseverando con certe idee, fa lo stesso.

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    6. Allora: ci sono sistemi sociali che si sono organizzati per gestire, controllare, inibire o supportare l'etologia e i comportamenti di specie.
      L'impegno educativo è millenario, incessante, tende ad essere completo, totalizzante proprio per non lasciare varchi. E' sufficiente un piccolo varco, una persona che non si adegui alle convenzioni e si osserva la fragilità e la incapacità di adattamento dei comportamenti culturali.
      Non c'è alcun bisogno di insegnare un'erezione ad un maschio (ragazzo, uomo, maturo, etc.) , ma c'è educazione, pedagogia, convenzioni sociali, diritto penale, sistema preventivo e repressivo che vigilano e operano affinché egli non si accoppi a forza con una femmina.

      I sistemi sociali e culturali, come tutti i sistemi, hanno dei domini, dei limiti entro i quali riescono a funzionare.
      Se in un motore diesel infili del cherosene, il fatto che cessi di funzionare, non significa che esso sia sbagliato o che il cherosene (usato nei motori aereonatuci) non sia un buon carburante. Semplicemente ci sono degli ambiti solo entro i quali quel sistema funziona.

      Non è voler fissare in modo granitico la natura dell'uomo ma dell'osservarla.
      Il fatto che il grosso dei comportamenti sia di tipo evolutivo e non culturale è una realtà considerata con ostilità da coloro che prediligono la cultura come centro del loro sistema di pensiero e valori.
      Questo è proprio questo il problema: ignorare la massa sommersa del ghiaccione (iceberg).
      Il fatto è - osserva Jared Diamond - che c'è una sorta di avvitamento in un amnesia sempre più grave nelle società via via via più complesse / artificializzate / ipertrofiche (sradicate dalla terra, direbbe Wendel Berry).
      Sillogismo poi assunzione: “ovvio” che così funziona.
      Si inizia a considerare scontato che funzioni così, si ignorano i costi e gli investimenti - nel senso più ampio del termine - che sono stati necessari e si prosegue ulteriormente in una ulteriore culturalizzazione.
      Solo che, come osservavo, i sistemi hanno dei domini.
      Se consideri ovvio che il motore funzioni a gasolio, potresti arrivare fino al punto che inizia a scarseggiare il gasolio. A questo punto, culturalmente, si fa il passo successivo: è un [mio] diritto che esso funzioni. Quindi visto che inizia a scarseggiare il gasolio, inizio a mettere del cherosene in serbatoio (non so se qualcuno avrà colto il problema principale: perché non c'è più gasolio? Ovvero la distruzione della oikos, della casa e l'hybris relativa,così ben apologizzata nella genesi, ad esempio ).

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    7. Il problema NON è interclasse: se uno pone lo sguardo al funzionamento all'interno delle classi (rispetto a quale criterio tassonomico/discrminante?) osserva gli stessi pattern, leoni ed agnelli non sono uno in questa classe l'altro in quella. Sono presenti in ogni gruppo superiore ad uno come consistenza numerica (a volte presenti anche in gruppi di uno solo esemplare, basta guardare allungare i tempi dell'osservazione e le pulsioni autodistruttive, le autofagie psicotiche non proprio così rare).
      Vai in una classe elementare, su un barcone di migranti, in un club di riccastri, in un condominio, in una squadra di pallamano, in un autobus e osservi l'etologia più o meno mitigata o camuffata da apparenze peculiari del contesto.
      Poi togli le risorse o le riduci (esci dal dominio) la cultura sparisce e si torna alla biologia via via più aspra.

      Certamente le norme morali, culturali sono di quanto più aleatorio e variabile nello spazio e nel tempo.
      I pattern profondi, invece, sono comuni a tutte le culture e legati proprio all'evoluzione e alla biologia, come osserva Matt Ridley in La Regina Rossa e, sorprendentemente, in tutte le dimensioni osservabili, da quella micro, genetico fino a quella macro, ai comportamenti sociali. Si torna alla chiave di volta ovvero strategia per la massimizzazione delle differenze e delle diversità e alla sessualità prima, all'etologia come strumenti per la competizione intraspecie, primo propulsore evolutivo.
      La base biologica dell'esistenza veramente ignora le estemporanee variazioni culturali sopra di essa.
      Cambi le condizioni e si esce quasi subito dai comportamenti culturali costruiti su quel (ristretto) dominio.

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    8. «La base biologica dell'esistenza veramente ignora le estemporanee variazioni culturali sopra di essa.»

      Infatti è un'analisi falsata in partenza, poiché adialettica: l'uomo reale, che esiste (non quell'astrazione che tanto piace alle infinite fazioni di idealisti...) non è semplicemente il risultato dei processi chimici o biologici che lo compongono.
      È invece, in primis, il frutto dei sistemi di produzione e riproduzione della vita del contesto in cui si trova a nascere, crescere e vivere.
      E ciò è osservabile ovunque nel mondo, così come in ogni epoca storica.


      «Poi togli le risorse o le riduci (esci dal dominio) la cultura sparisce e si torna alla biologia via via più aspra.»

      Supponiamo di usare l'uomo come cavia da laboratorio, come evidentemente piace tanto a voi etologi.
      Riduciamo pure le risorse.
      Usciamo dal "dominio"?!?
      No, ne entriamo semplicemente in un altro.
      E i riflessi culturali nell'essere umano reale, presente in quel contesto materiale, quali saranno?
      Porteranno di certo a quei comportamenti che vi fanno blaterare con certezza di un "uomo biologicamente portato alla sopraffazione".
      Un uomo astratto, che non esiste se non nelle vostre teste.
      È una costruzione così fragile, la vostra, che si schianta davanti all'evidenza.
      "Cultura" non è solo quella borghese.
      "Cultura" è anche quella della tribù cannibali.


      Mai negato che "leoni" ed "agnelli" si ritrovino in ogni classe sociale.
      Può rileggere quanto ho scritto sopra.
      Sfruttamento, alienazione e necessità di sopravvivere (tipici di uno società divisa in classi, quindi con divisione del lavoro e conseguenti rapporti di proprietà) disseminano di leoni ed agnelli ogni classe.

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    9. > È invece, in primis, il frutto dei sistemi di produzione e riproduzione della vita del contesto in cui si trova a nascere, crescere e vivere.
      > E ciò è osservabile ovunque nel mondo, così come in ogni epoca storica.

      Grazie Marcos. Non avrei potuto esprimerlo meglio.
      Quindi: se cambia il contesto cambiano i comportamenti e la cultura (se non cambia, collassa).

      > Supponiamo di usare l'uomo come cavia da laboratorio, come evidentemente piace tanto a voi etologi.
      Beh, si puo' anche affidare il proprio pensiero ad una serie di teorie, credendo pure che siano universali nello spazio e imperiture nel tempo, in modo da non dover osservare la realta', specie se le contraddice e, quindi, sbagliata e da "correggere". ;)

      > E i riflessi culturali nell'essere umano reale, presente in quel contesto materiale, quali saranno?

      Periodo speciale cubano di Antonio Maria Turiel, ad esempio.
      Sul sito di Gaia Baracetti c'e' una pagina dedicata all'uscita dal dominio dei sistemi culturali a destra, sull'asse della disponibilita' di risorse: l'abbondanza e l'agio, la ricchezza contribuiscono a disgregare (dal punto di vista morale che none' l'unico punto di vista) le societa' quanto la miseria.

      > Sfruttamento, alienazione e necessità di sopravvivere

      No perche' la competizione avviene anche in segmenti della societa' (classi dite voi a sinistra) agiati, senza alcuna necessita' di sopravvivere.

      > (tipici di uno società divisa in classi,
      No, perche' la competizione avviene , su piani diversi, morale, ideologico, della dominazione, dell'egemonia dialettica o comunicativa, e' presente anche in piccoli gruppi fortemente connotati, nei quali il concetto di classe non esiste per vari motivi (scala, uniformita' rispetto alla connotazione di appartenenza e discriminante del gruppo, etc.)

      > quindi con divisione del lavoro e conseguenti rapporti di proprietà)
      No perche' per quanto dissimulati o mitigati distinzione, differenziazione e costituzione di piccole gerarchie sono presenti anche in gruppi ortogonali a concetti come lavoro e proprieta'.
      Questo e' uno dei punto critici della visione marxista: tentare di projettarela realta' e la complessita' e le DIVERSITA' del mondo al solo asse lavoro - proprieta' mezzi di produzione e alla funzione censo che ne risulta in ordinata. E' un asse ortogonale a mille mila altri.

      > disseminano di leoni ed agnelli ogni classe.
      A me non piace usare questa metafora utilizzata da Nietzsche proprio per illustrare le incongruenze della morale.
      Preferisco altri termini oggettivi. Dfferenziazione, diversita' e quindi la realta' n-dimensionale e i posizionamenti reciproci relativi ad essi cosi' invisi all'omologzione, all'ugualizzazione, (quindi all'appiattimento alla mediocrita' che statisticamente ne e' corollario sui numeri non piccoli) che piace, ideologicamente, a voi a sinistra.

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  4. Però Olympe, al blogger Un uomo in cammino, avresti dovuto rispondergli tu.
    Con tutto il rispetto che ho per l'altro blogger che ha risposto al posto tuo.

    Anzi, mi chiedevo perchè tu non rispondessi, e perchè poi in effetti non l'hai fatto.

    Ciao, Franco.

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    1. per una volta che c'è un po' di dibattito tra lettori non vedo proprio perché mettermi in mezzo. ciao

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  5. L'ETOLO IMPERTINENTE

    Credo che ,visto che ,Pavlov ,scopri'il riflesso condizionato,partendo dalla fisiologia della digestione,il nostro uomo,cammina per digerire,per cui il consiglio e'di una buona dieta dimagrante..a volte succede pure che questa gli venga imposta nel corso della storia..fa pure bene all'uomo che cammina per digerire meglio le cognizioni etologiche che affiggono il suo intestino

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  6. Mitico l'uomo in cammino!
    E' la prova vivente di quanto abbia funzionato lo sdoganamento come valore dell'ignoranza urlata trasmessa ogni momento da tv, radio e intrattenimento vario. Lo propongo come caso esemplare di studio per l'etologia.
    Laura

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    1. > Ah, ignoranza trasmessa da tv etc. etc.

      Scrivi delle sciocchezze perché non conosci nulla di me.

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    2. conoscerti? le cazzate che scrivi e il modo in cui le scrivi bastano a qualificarti e a far passar la voglia

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    3. Anonim*, non mi voglio mettere sul piano degli insulti che qui ti è congeniale - peraltro in assenza completa di argomentazioni o riferimenti che non è affatto casuale.
      Sii al centro delle tue qualificazioni, non occuparti di qualificare sconosciuti senza cognizione di causa.

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  7. Cara Olympe, qui non c’è dibattito; si vuole solo, nascondendosi dietro l’etologia, affermare un Dogma Integralista, tipo Creazionismo. Non so se è una provocazione, un gioco, oppure una “quadratura del cerchio” di problemi personali, ma certo non c’è un ragionamento. Saluti

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  8. nonnoFranco, allora, usiamo un po' di materialismo scientifico e facciamo il gioco di cercare di argomentare e di dimostrare pro e contro.
    Perche' codeste buffe visioni marxiste non sarebbero dogmi?
    In realta' il giochetto e' di assumere degli assiomi del tutto discutibili se non palesemente falsi e poi di svilupparci per induzione una sorta di teoremario e cercare di farlo con una qualche parvenza scientifica.
    Cosi', poi, al passo due o tre dell'induzione, si possa dire che... non sono dogmi.
    Beh, non tutti abboccano.

    Interessante l'emergere del "problemi personali" col tuo linguaggio.
    Il linguaggio e' meno veritiero del corpo ma se lo si osserva bene fornisce molte informazioni.

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