lunedì 18 maggio 2015

Bombardate 'sto cazzo


Il vero filtro ai flussi migratori dall’Africa verso l’Europa è dato dal Sahara e dal Mediterraneo. Nel percorrere il deserto e nell’attraversare il mare avviene la prima grande selezione. L’Europa ha bisogno di quelle braccia, e se non di tutte almeno di una buona parte di esse, e tuttavia ciò che teme è di essere travolta da quel flusso. Perciò l’idea di affondare i barconi prima che partano dalle coste del Nord Africa. Vera ipocrisia, sia dal lato degli xenofobi che da quello dei compassionevoli.

L’inverno demografico ci minaccia e c’è bisogno di nuova forza-lavoro, debolissima nei diritti e arrendevole nelle richieste salariali. Chi sta raccogliendo le fragole in questi giorni, chi salirà le scale per le ciliegie e gli altri frutti nelle prossime settimane, chi piegherà la schiena per i pomodoro, e a settembre saranno gli studenti di Trento a cogliere le mele? Chi per tutto l’anno lavora nelle concerie di Arzignano, nelle fonderie dell’Alto Veneto, gli universitari di Ca’ Foscari?

Di fronte a 500 milioni di europei, di cui molti sono gli anziani, stanno 170 milioni di abitanti della costa tra il Marocco e l’Egitto, prevalentemente giovani e in movimento. Nell’Africa Subsahariana, dall’Atlantico all’Eritrea e passando per Nigeria, Mauritania, Ciad, Burkina Faso, Mali, più di mezzo miliardo di persone sono disposte a tutto pur di uscire dalla loro condizione, di fuggire dai conflitti e abbandonare metropoli fatte di distese sconfinate di baracche e miseria.



Lo sviluppo capitalistico sta investendo anche l’Africa, con una crescita del 5-7% annuo (l’Etiopia ha 80 milioni di abitanti ed è poverissima, ma cresce del 7 per cento l’anno). Le comunità contadine si stanno sfaldando, il furto delle loro terre non s’arresta, l’inurbamento crea enormi problemi, troppi milioni di uomini sono trasformati ogni anno in forza-lavoro che cerca un’occupazione per sopravvivere. Cala il tasso di mortalità infantile e la popolazione di alcuni Stati africani è destinata a raddoppiare nei prossimi vent’anni.


Gli ideologi da strapazzo dicono di avere un rimedio a tutto. Balle. A livello continentale in una generazione si passerà da un miliardo e 80 milioni a due miliardi di abitanti. Questi numeri vanno tradotti in pressioni migratorie. Non solo i flussi migratoti non si attenueranno, ma si faranno sempre più massicci. A questi problemi la classe dirigente europea sta rispondendo a chiacchiere, le forze politiche con degli slogan. Solo i cinesi hanno assunto, assecondando i propri interessi, un atteggiamento che rivela la consapevolezza delle trasformazioni in atto. Non per nulla nella nuova sede dell’Unione Africana, un grattacielo più maestoso del Palazzo di Vetro, c’è una targa con su scritto: “Dono del popolo cinese”.

8 commenti:

  1. nuova forza-lavoro, debolissima nei diritti e arrendevole nelle richieste salariali

    e scollegata dal territorio con orizzonti politici inesistenti, frammentati, ancor più facili da governare
    senza contare che - come tutti i testi di sociologia rilevavano - quando su un territorio vengano immessi stranieri in poco tempo per una percentuale superiore al 5/6% l'opinione pubblica locale si sposta a destra. g

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    1. hanno una idea fissa: bombardare. del resto debbono giustificare i soldi spesi in armamenti. siamo di fronte a un problema che riguarda dapprima il colonialismo e ora il capitalismo in tutte le loro contraddizioni.

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  2. Bel post Olympe.
    Dal canto mio voglio segnalare questo post: http://www.militant-blog.org/?p=11878

    Un estratto: "al di là delle retoriche di facciata, il sistema produttivo è ben lieto di accogliere masse di diseredati pronte a vendersi senza alcuna richiesta in cambio, pronte a fornire mano d’opera a bassissimo costo sia economico che sociale al fine di smantellare i residui di un welfare state sempre più retaggio di un epoca ormai completamente tramontata. Nessun imprenditore, men che meno la borghesia europeista, vuole davvero una chiusura della frontiere o una limitazione agli ingressi".

    Ciao, Franco.

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  3. Ormai è come il riflesso di Pavlov ...
    C'è un problema?
    Bombardiamo da qualche parte!

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  4. Insomma " la destra" avra' i suoi "crumiri" e "la sinistra" le sue "masse diseredate"...
    ... e la "minestra di cavolo" sfamera' tutti :-)

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  5. Olympe, sembrano sempre cose diverse, ed invece NON cambia mai niente: al Divide et Impera, si può rispondere solo col: Proletari di tutto il mondo UNITEVI!
    saluti

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  6. Ecco, qui arriviamo al misticismo sinergico crescitista, panmixista, sì global e progressista.

    > L’Europa ha bisogno di quelle braccia

    Io non so in quale paese viviate, ma i paesi europei hanno qualche “lieve” problema di collasso del mercato del lavoro e di salari e stipendi e di inoccupazione, disoccupazione e non occupazione.

    Se in un paese catapulti decine di milioni di fornai, c'è qualche problema che potrebbe capitare ai fornai che vivono in quel paese. No!? Si capisce? Non bisogna essere grandi geni dell'economia per capirlo.

    > Chi sta raccogliendo le fragole in questi giorni
    Lo fanno coloro che possono essere pagati poco, al limite del lavoro schiavile.
    Ovviamente in un mercato chiuso, i lavori poco graditi verrebbero remunerati molto meglio e ciò attrarrebbe forza lavoro per quelle posizioni.
    Allora cosa si fa? si diventa complici del sistema capitalistico sostenendo la distruzione dei rapporti di forza tra capitalisti e lavoratori apologizzando come "soluzione" l'arrivo di centinaia di milioni di alloctoni nella scatola di sardine europea.
    Lo spaventoso aumento del deficit ecologico e di altri tipi in Europa la porterà a prelevare ulteriormente risorse da quei paesi impoverendoli.
    Non solo una impennata dell'impronta ecologica italiana, europea, ma di quella globale.
    Un etiope in Italia consuma 20 volte quello che consuma in Etiopia.
    Nel frattempo vi lamentate che mille mila lavoratori che competonno per raccogliere pomidoro, arance o fragole ricevano salari da fame.
    Beh, cosa vi aspettate?

    > Gli ideologi da strapazzo dicono di avere un rimedio a tutto
    Per usare la parole di Paul Chefurka, c'è un elefante nella stanza.
    Qualsiasi cosa si faccia o non si faccia sarà molto sgradevole.

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