Il
tema delle pensioni appassiona vecchi e giovani. Le nuove generazioni,
costituite prevalentemente da lobotomizzati, vengono prese all’amo con estrema
facilità dalla propaganda borghese. Contestano le pensioni calcolate col
cosiddetto metodo retributivo, più favorevole rispetto a quello contributivo
introdotto con le recenti riforme. Il tutto in nome dell’equità. Importa un
cazzo se dopo una vita di lavoro un operaio percepisce un assegno di pensione
di 1.200 euro e invece politici, magistrati, militari, giornalisti e
professionisti vari percepiscono pensioni che sono ben sopra i 5.000 o i 10.000
euro. Ciò che conta è il principio.
Dopo
decenni di darwinismo sociale l’idea stessa di redistribuzione è andata a farsi
fottere assieme a tutto il resto, sinistra parlamentare compresa. Che cosa
c’importa se oggi riusciamo a produrre (e sprecare) come mai prima nella
storia. Che cosa importa se l’enorme quantità di surplus prodotto diventa, nelle sue forme monetarie, appannaggio
di una ristretta classe di super ricchi. Il Sistema ha interesse a coltivare
queste campagne emozionali, ossia che l’attenzione venga rivolta verso
l’operaio pensionato che prende 1200 euro di pensione, calcolata col
retributivo, invece di 900 euro se calcolata col sistema contributivo. È lui
l’affamatore, è il subdolo pensionato che preclude futuro alle nuove generazioni.
Che
il mondo di oggi, nonostante tutte le sue contraddizioni e insufficienze, sia
il prodotto del duro lavoro di alcune generazioni di operai e di salariati,
importa nulla a questa genia di decerebrati. Se una parte consistente della
ricchezza socialmente prodotta va in profitti privati, non è questa la ragione
della loro condizione di precari e di sfruttati. Importa un cazzo a loro se le
più grandi industrie del paese sono state delocalizzate, se le loro sedi
fiscali sono altrove. Oh no, la colpa è del sistema retributivo, delle pensioni
da nababbi degli operai e salariati.
Non
serve leggere Kissinger per sapere “quanto l’informazione elettronica abbia
trasformato il nesso tra pensiero concettuale, conoscenza storica e azione
politica”. Conferma di queste trasformazioni, del divorzio tra riflessione e
azione, del fatto che la conoscenza storica sia divenuta superflua per chi è in
grado di richiamare i dati relativi premendo un tasto, le abbiamo sotto gli
occhi quotidianamente, soprattutto leggendo i commenti di tanti stronzi.
il quadro politico presente è il prodotto del lavoro. Ma non tanto della quantità di lavoro svolto, ma del come si è lavorato, ovvero del perché si è lavorato, ovvero del per chi si è lavorato. Quindi il quadro politico presente è sempre il prodotto dei datori di lavoro. La cattiva distribuzione è figlia dei sacrifici inutili imposti democraticamente.
RispondiEliminaCome si fa a dire che e colpa degli operai o artigiani che difficilmente raggiungono i 1,500€al mese pero una delle poche cose che era quasi fatta bene della Fornero e stata bocciata emi viene ilsospetto che chi fa parte della consulta siano i maggiori interessati perche prendono pensioni molto alte e non vogliono sapere di decurtazioni percio chi difende coloro che prendono meno di 1.200€ e tirano la cinghia come hanno sempre fatto
RispondiEliminaQualcuno non lo sa ma alla consulta sono tutti metalmeccanici. La sentenza è frutto solo di un interesse personale non per senso di giustizia.
RispondiEliminaIl ragionamento ha un senso e vale solamente se applicato appunto all'operaio che dopo una vita di duro lavoro percepisce una magra pensione di 1200 euro calcolata col sistema retributivo ed ancora meno col contributivo. Fin qui ha sicuramente ragione. Invece l'intero discorso non sta più in piedi se teniamo in conto i milioni di pensioni più corpose a favore di dipendenti di categorie più elevate e che sono calcolate sempre col sistema retributivo. Poichè i soldi delle pensioni "dovrebbero" derivare da un capitale accumulato con i versamenti mensili dei lavoratori, mi pare abbastanza evidente che se tutti percepiscono pensioni più alte di quanto hanno versato, i soldi mancanti necessariamente devono arrivare da qualche altra parte, quindi dalle tasse di tutti i cittadini. E a me non pare giusto che chi ha già pagato i suoi contributi sia obbligato a pagarne altri sotto forma di tasse per impinguare la grassa pensione di chi percepisce più di quanto abbia diritto. L'ignoto commentatore che etichetta come "stronzo" chi non la pensa come lui, dovrebbe ricordarsi che nulla si crea e nulla si distrugge.
RispondiEliminala mia posizione è chiara (e non da oggi) e la si può rilevare già nel primo paragrafo del post. Perciò che cosa del mio post "non sta in piedi"? legga il post di oggi e vedrà che Le sarà ancora più chiara la mia posizione in generale sull'argomento. grazie del commento
EliminaPuò darsi che io non riesca a capire il senso di quanto lei ha scritto, ma invece credevo di essere stato chiaro da parte mia. Io ho scritto che ad eccezione delle pensioni sotto i 1200 euro circa, per tutte le altre e specialmente in questi momenti di emergenza economica, mi sembra molto più giusto applicare in toto il sistema contributivo in quanto è risaputo ed io stesso verifico continuamente, che oggi un numero esagerato di persone percepisce discretamente più di quanto avrebbe diritto a seguito dei suoi versamenti. Non mi sembra di esprimere un concetto reazionario o totalitarista, ma sto solo dicendo che è giunta l'ora di porre rimedio alle numerose assurdità previdenziali (leggasi Sistema Retributivo) generati in altri tempi da governi corrotti e sindacati compiacenti in nome della pace sociale, però salvaguardando le pensioni più deboli. Fra l'altro non per tutti il Sistema Retributivo è una pacchia. Pensi ad esempio agli artigiani che a 50/60 non rendono più manualmente come quando ne avevavo 30/40. Calcolando la pensione con la media degli ultimi 10 anni (i peggiori) si perdono tutti i versamenti degli anni più redditizi al contrario dei dipendenti i quali negli ultimi anni si presume che siano cresciuti di posizione e di stipendio. Non tutto è oro quel che luccica. Saluti cordiali.
Eliminaperché 1200 euro e non, poniamo, 1100 o 1300? lei ha chiaro perché le pensioni erano calcolate con il retributivo (finito però con la riforma Dini)? certo, ci sono stati abusi abnormi, ma il sistema di calcolo retributivo aveva una sua logica, tantopiù che la scala mobile è stata abrogata ...
EliminaAveva una sua logica se lo guardiamo dalla parte dei dipendenti, non certo da quella degli autonomi, come ho illustrato nel mio post precedente. In ogni caso l'errore di fondo rimane. Non si può spillare da una botte più di quanto si è versato in precedenza e quindi sono d'accordo con lei, salvaguardiamo i più deboli, ma gli altri è ora che si adeguino. Cordiali saluti.
EliminaIl sistema pensionistico soffre di tutte le contraddizioni di questo mondo.
RispondiEliminaLa prima è l'insostenibilità ovvero il furto intergenerazionale.
La seconda il parassitismo e lo sfruttamento di privilegi che sono solo sfruttamento di altri.
Infine il dirittismo. Ci sono delle risorse che sono limitate e uno può anche crede che esistano diritti acquisiti e negoziabili come può credere ai fantasmi, a padre pio oppure al fatto che se va alla mecca e torna con la barba rossa poi ci saranno giardini di vergini con flumi di latte.
Il vostro compagno Capanna è uno dei più noti esempi di incogruenza e disonestà intgellettuale: non sono i miei 5k€ al mese il problema ma che tutti non hanno una pensione da 5k€ al mese.
Insomma, il più tutto per tutti berlusconiano in salsa rossa.
Le pensioni non si creano dal nulla: quante risorse abbiamo? quante fette possiamo fare con quella torta? se per fare la torta oggi più grande, domani avrò meno farina, no!?
Concordo pienamente su tutto il fronte. Ormai in Italia la gente si è abituata ai famigerati diritti acquisiti e non fa più funzionare il cervello. Lavorare sempre meno e guadagnare sempre di più. Questa è la filosofia che oggi piace a tutti. E questa crisi che sta amplificandosi sempre più è stata montata ad arte per rimettere le cose a posto. La conseguenza sarà che fra una ventina di anni si sarà creata una notevole discrepanza tra il livello di vita dei figli di coloro che hanno avuto la fortuna di beneficiare di questi "diritti acquisiti" grazie alle pensioni gonfiate ed i figli di coloro i quali invece non hanno potuto approfittare di questa situazione quantomeno strampalata. La forbice tra poveri e ricchi si allarga sempre più.
EliminaAggiungo che dal punto di vista quantitativo (che non è il più importante) si potrebbe fare qualche calcolo sulle masse in gioco ai vari livelli.
RispondiEliminaE capire, quanto si ridistribuirebbe considerando un milionario per 213 non milionari (più o meno le proporzioni sono quelle in Italia).
Oppure considerando le pensioni alte,. medie e basse e come esse contribuiscono alla spesa.