Basta
la previsione di una crescita del Pil dello zerovirgolauno
per far gridare al miracolo: l’Italia fuori dalla recessione. È invece in
questo dato la riprova di un futuro che non funziona mai, di aspettative sempre
rincorse. Aspettiamoci sermoni gongolanti del clero di Renzi, il quale non
mancherà di deliziarci con le sue battute, l’unica forma di comunicazione
politica che conosce.
*
E
dunque a Mosca è stato ucciso a revolverate un oppositore di Putin. Chiaro che
lo zar non possa essere il mandante (confido non serva dover spiegare il
perché). Certo però che ne trae vantaggio, se non nell’immagine nei fatti
concreti. Per ipotizzare chi siano i mandanti bisognerebbe conoscere chi
davvero comanda in Russia oltre a Putin. E ciò che vale per la Russia vale per
qualsiasi posto, Usa compresi.
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L’omicidio
politico, come dimostra ogni racconto fin da Genesi 4,1-8, è una
componente fondamentale nella lotta per il potere. Negli Stati Uniti si può
dire che sia la norma. Almeno tre presidenti sono stati assassinati, quasi per
loro fortuna. Che ne sarebbe stato del nome di Lincon senza la guerra civile e
il suo assassinio? Un altro McKinley. E cosa sarebbe stato Kennedy senza la
Guerra Fredda e Dallas? Un altro Bill Clinton.
Che
cosa sarebbero gli Usa senza il pericolo rosso, giallo, nero, musulmano?
Degli
omicidi di Martin King e di Malcolm Little sappiamo tutto, ossia proprio nulla.
Di quello di Kennedy sappiamo solo che a sparare fu un fucile di fabbricazione
italiana, un moschetto 91 modificato in dotazione al regio esercito. Ciò che
avvenne dopo è degno di un
fotoromanzo. Di sicuro fu Oswald a sparare, e altrettanto sicuramente i colpi
della sua pistola uccisero J. D. Tippit. Del resto non sapremo mai nulla, ma nel Pianeta delle Frottole non
è un problema.
Così
come non sapremo mai la verità sullo strano caso del dottor Carl Austin Weiss.
E tuttavia oltre che per motivi politici si può morire uccisi anche per
questioni di corna.
Il
Tempo è assassino con tutti.