Un fremito ci pervade quando vediamo dei fanatici che
si apprestano a sgozzare degli uomini, siamo sconvolti da quegli accadimenti.
Quelle immagini di assoluta barbarie ci ricordano, con ribrezzo e vergogna,
epoche remote e vecchi regimi, nonché le cosiddette guerre di religione. La
nostra comune unanime condanna non può non essere più netta. Nulla può
giustificare quegli atti criminali e bestiali, sproporzionati e contrari a ogni
nozione d’umanità.
Nessuno, nemmeno in nome della ragion di Stato, di un
ideale politico o credo religioso, ha il diritto o può trovare giustificazione
di agire in quel modo. Una civiltà davvero umana si fonda su due principi
portanti: dei doveri dei quali nulla e nessuno può esentare l’individuo; dei
diritti dei quali nulla e nessuno può privarlo. Non pochi, in nome di tali
principi inscindibili e imprescindibili, hanno preferito farsi uccidere
piuttosto che cedere.
Ad ogni modo dobbiamo aver ben chiaro anzitutto che a
capo delle bande dei crudeli beccai stanno organizzatori minori, degli
energumeni adatti a istigare e seminare terrore. Gli artefici principali di ciò
che avviene da decenni in quelle aree del mondo sono di un’altra specie e
levatura, stanno in cima alla scala del potere regionale e mondiale, economico
e politico, non sui bassi gradini dove raggruma il sangue. Per i loro interessi
hanno comprato e armato questi assassini e con essi il loro fideiussore
misericordioso.
*
La classe sociale che più di altre s’è fatta
promotrice dei più alti principi moderni e liberali, e perché finalmente
s’affermasse un nuovo contratto sociale basato sulla libera volontà
dell’individuo (*), ha tagliato decine di migliaia di teste, in un orrore che
forse non ha paragoni nella storia, in un desiderio di uccidere i propri nemici
di classe (nemici dello Stato, della nazione!) enfatizzato nei libri di storia.
In quelli scolastici noi troviamo rappresentato e quasi celebrato lo strumento
per antonomasia per mezzo del quale si compiva tale strage: la ghigliottina.
Uno strumento di morte che nelle sue finalità agisce in modo non molto diverso
da come opera il terrore in Iraq, Siria e Libia.
Noi occidentali, bianchi, liberali, cristiani o laici,
tra le tante macchine che adornano la nostra civiltà ne abbiamo realizzata una
per la decapitazione delle persone. Essa ha operato, fin dentro il XX secolo,
non solo in Francia (fino al 1977), ma anche nella civilissima Svizzera, nella
cattolicissima Italia (incluso lo Stato Pontificio), in Belgio, in Svezia e in
Germania con migliaia di esecuzioni in tempi recenti.
E poi la garrota spagnola, che fu usata, lo
rammentiamo bene, l'ultima volta in Spagna il 2 marzo del 1974, per
l'esecuzione dell'anarchico catalano Salvador Puig Antich e del
tedesco-orientale Georg Michael Welzel. Le autorità statunitensi decisero di
mantenere la garrota nelle Filippine, dopo che nel 1898 la colonia spagnola
venne occupata, ed il suo uso non fu abolito sino al 1902.
Quanto ad orrore (l’elenco potrebbe continuare) le
nostre civilissime società non sono seconde a nessuna e abilissime nel
giustificare ogni crimine con argomentazioni giuridiche e perfino con principi
d’ordine umanitario. Proprio ieri Raistoria ha ritrasmesso un documentario in
cui sono mostrate le immagini girate dai vigili del fuoco di Napoli a seguito
dei bombardamenti americani del dicembre 1942 e il racconto della strage di
neonati e ragazzi senza testa, decapitati dalle esplosioni.
In questi giorni di febbraio, ricorre il 75° anniversario del bombardamento di Dresda, in cui decine di migliaia di persone furono arse vive premeditatamente, con esatto calcolo scientifico. E senza nessun’altra ragione, nemmeno di carattere bellico, se non quella che tale città era già stato deciso dovesse, al termine del conflitto, far parte dell’area d’influenza sovietica.
Gli Stati Uniti hanno versato sul Vietnam del Nord più bombe sul che sulla Germania. S’è visto alla fine del conflitto quale grave minaccia rappresentasse il Vietnam per la sicurezza degli Stati Uniti. Non dimentichiamo poi gli orrori avvenuti nella divisione e spartizione della ex Yugoslavia, anche lì spesso col pretesto etnico e delle rispettive fedi religiose. Gli attacchi proditorii dei bombardieri occidentali sull’Iraq, sulla Siria e la Libia, con centinaia di migliaia di vittime di ogni tipo, sono responsabilità nostra, di tutti noi, di quei parlamenti e di quei governi che legittimati dal nostro voto dicono di rappresentarci.
(*) È la libera volontà modernamente e civilmente
dissimulata di scegliere tra il morire di fame o di sottomettersi a un padrone.
(**) Charles Jean Marie Barbaroux, scrisse nelle sue
Memorie: datemi “duecento napoletani armati di pugnale e
con un manicotto al braccio sinistro a guisa di scudo; con loro percorrerò la
Francia e farò la rivoluzione”. Secondo lui bisognava sopprimere 260.000
persone “per un sentimento di umanità”, senza di che per gli altri non c’è salvezza. “L’Assemblea nazionale può ancora salvare la Francia: le basterà decretare
che tutti gli aristocratici portino un nastro blu e che vengano impiccati non
appena se ne troveranno tre insieme”.
Sostituite il nastro blu con un pezzo di stoffa di
altro colore e la storia si è ripetuta e si ripeterà ancora.
Un altro modo, prosegue Barbaroux, “sarebbe di aspettare per strada, nei punti dove la gente va a passeggio,
monarchici e Foglianti, e tagliargli la gola. Se su cento uomini uccisi, ci sono dieci
patrioti, che importa? Sono novanta in cambio di dieci.”
Cfr. Mémoires, pp. 57 e 59.
Da marxista ho sempre elogiato la portata rivoluzionaria della borghesia in quei frangenti storici, ma sorrido del suo carattere reazionario e paternalista una volta che si è messa al potere. Proprio per i motivi e i fatti che vengono ricordati in questo post rido ogni qual volta la borghesia attraverso i suoi intellettuali dela carta stampata e della tv mettono all'indice gli "infiltrati violenti" di pacifiche manifestazioni; o produce tanta di quella letteratura per criminalizzare rivoluzioni, o tentativi rivoluzionari, violenti. Essa ha potuto ieri dotarsi di ghigliottina per vincere una lotta di classe, i suoi sfruttati non possono nemmeno darsi ad una giornata di ordinaria follia nei centri delle metropoli occidentali, "no, non è il mondo, c'è il parlamento per risolvere i conflitti sociali e dove incanalare la rabbia".
RispondiEliminaArricchire di glosse i massacri della Storia non ha molto senso, aver visto cadaveri galleggiare nei canali dopo tranquille(sì tranquille!)incursioni da parte degli uomini di Suharto nei villaggi indonesiani nel '65 è altro che scriverne (l'arido e sottostimato inventario parla di oltre un milione di morti).
RispondiElimina"Incontrammo un grosso gruppo di lavoratori che con bandiere rosse e vessilli si recavano a un’assemblea. Kafka osservò: “ Costoro sono coscienti, sicuri di sé e di buon umore. Dominano la strada e credono perciò di dominare il mondo.Ma in realtà si ingannano. Alle loro spalle ci sono già i segretari, i funzionari, i politici di professione, tutti i sultani moderni ai quali essi spianano la via al potere.”
“ Lei non crede nella forza delle masse ? ”
“Io la vedo, questa informe e apparentemente incoercibile forza delle masse che anela ad essere domata e formata ; a conclusione di ogni sviluppo veramente rivoluzionario compare un Napoleone Buonaparte.”
“ Lei non crede dunque in una più ampia diffusione della rivoluzione russa ? ”
Kafka, dopo un momento di silenzio, disse: “ Quando più un’inondazione si allarga, tanto più l’acqua diventa torbida e meno profonda. La rivoluzione evapora e non rimane che il limo di una nuova burocrazia. I ceppi dell’umanità tormentata sono fatti di carta bollata.“
Rileggevo in questi giorni un'intervista a Ruth Kluger, un'internata a Theresienstadt poi Auschwitz ed infine Christianstadt (Christianstadt !!), dopo quello che sta succedendo, al momento,non posso che partecipare del suo pensiero: " Ho sempre evitato il sentimentalismo.Quello che mi fa paura,nelle persone sentimentali è che mentono sulle cose. Credere che il mondo possa andare meglio è fare del sentimentalismo".
e lei chiama l'orrore che proviamo per ciò che accade ed è accaduto sentimentalismo ? il suo è cinismo a buon mercato, anche quando mente.
EliminaNon c'è nulla da fare! Quando qualcuno trova un buco tranquillo da cui può guardare, al sicuro, scorrere le tragedie, deve trovare anche una spiegazione tranquilla che giustifichi il suo stare nel buco.g
EliminaBeh ,l'umanita' isegretari ,politici,i burocrati ,per riassumere il Limo,insieme a qualche pazzoide..li mandiamo in Parlamento e non e' che i Parlamenti hanno fatto meno danni,meno morti,meno stragi...anzi ..all'umanita'altro non resterebbe che bearsi dell'estetica kafkiana,dopodiche'qualcuno poi non si spaventi se ogni tanto "masse incolte"che non hanno letto Kafka ,si incazzino come vipere ,la srrada gliela prepa il sistema economico di cui si nutrono i padroni dei Parlamenti,eletti da masse kafkiane .
RispondiElimina"QUELLI ",NEMMENO SANNO chi sia Kafka..e a ben pensarci,in fondo,di Kafka,per come vanno le cose nel mondo,sinceramente ..frega poco anche a me di questi tempi.
un saluto kafkiano
Olympe, penso che la palma degli ammazzamenti spetti ad Arnaud Amaury, che ricevette da Innocenzo III l'incarico di reprimere l'eresia catara durante la crociata contro gli Albigesi, con il massacro di Béziers. Il 22 luglio 1209 vennero massacrate a Béziers diverse migliaia di persone (circa 20.000), compresi donne e bambini, in quanto Catari, ma oltre agli eretici vennero massacrati anche i cattolici, che erano la maggioranza. Arnaud Amaury, interrogato da un soldato su come poter distinguere nell'azione gli eretici dagli altri, rispose: "uccideteli tutti, Dio saprà riconoscere i suoi.
RispondiEliminaSaluti