Nel famoso cimitero parigino del
Père-Lachaise (merita una visita) c’è un monumento funebre in bronzo tra i più
curiosi da vedersi. È opera di Jules Dalou (ammetto che non lo conosceva) e
ritrae a grandezza naturale (e forse un
po’ di più) tale Victor Noir, pseudonimo di Yvan Salmon (1848–1870), un
giornalista francese noto per essere stato assassinato, a gratis, da quel pazzo
furioso e pluriomicida che fu Pierre Napoléon Bonaparte (1815–1881), nipote di
Napoleone I.
La statua ritrae il poveretto,
supino su una lastra di pietra, vestito di tutto punto, con marsina e il
cappello rovesciato al suo fianco, così come lo devono aver visto subito dopo
l’omicidio. E però la statua di Victor presenta un particolare a motivo del
quale, per un certo periodo, fu necessario cintare il luogo per impedire che le
signore andassero a toccare proprio quella protubérance
de son entrejambes. Si dice che toccare quella protubérance porti bene, favorisca anche la fertilità femminile.
Chissà, può darsi sia vero.
*
Com’è strano il caso,
imprevedibile, ben sappiamo. Chi mai sospetterebbe che a fondare nel 1908 quello
che in seguito fu chiamato Federal Bureau
of Investigation (FBI) sia stato il nipote del fratello minore di Napoleone
Bonaparte? Tra l’altro, quest’ultimo, portava il nome del primogenito di
famiglia, morto prematuramente. Anche della madre di Napoleone, Maria Letizia
Ramolino, di famiglia italiana, ci sarebbe molto da raccontare, per esempio che
non volle mai imparare la lingua francese. E ancor di più ci sarebbe da raccontare
del suo fratellastro, dunque zio di Napoleone, un cardinale molto importante e
al quale, ricordo, Philippe Daverio dedicò una puntata di Passepartout.
Ma torniamo al fondatore di quello
che sarà il Fbi, Charles Joseph Bonaparte, che fu anche segretario alla Marina
Usa (amministrazione Theodore Roosevelt) e procuratore generale. Egli era
nipote, come detto, del fratello di Napoleone I, Girolamo Bonaparte, che fu re
Vestfalia (1807 – 1813) e pessimo generale al comando del fratello. Specie
nella campagna di Russia ebbe modo di segnalarsi negativamente poiché mancò
l’essenziale intervento contro le truppe del generale russo Bagration (di
quest’ultimo ho già scritto qui).
Prima di tali eventi bellici,
Girolamo Bonaparte ebbe una vita assai spericolata. Recatosi a New York, sposò
la figlia minorenne di William Patterson, un ricco commerciante di Baltimora di
origini irlandesi, Elisabetta (Betsy) Patterson (1785 – 1879). Il matrimonio
tra i due non fu gradito dal fratello Napoleone, il quale provvide di farlo
annullare in Francia nel 1805 nonostante fosse già nato a Londra il figlio
Girolamo Napoleone, padre appunto del fondatore dell’Fbi.
Ulteriore bizzarria, la vedova del
fratello di Elisabetta Patterson, Marianna Caton Patterson, sposò il fratello
più anziano di Wellington, il vincitore di Waterloo, Richard Wellesley, 1º
marchese di Wellington.
Particolare curioso che riguarda Charles
Joseph Bonaparte è che egli aveva avversione per la tecnologia. Viaggiò sempre
in calesse e la sua casa di Bella Vista non fu mai elettrificata. Ciò
nonostante, anni dopo la morte di Charles, l’abitazione fu distrutta da un
incendio a causa di un cortocircuito all’impianto elettrico. Nel frattempo, due
contrabbandieri, Peter e Michael Kelly, erano diventati i proprietari
dell’edificio.
Eric Frederick Goldman, Charles J. Bonaparte, patrician reformer,
Baltimore, Johns Hopkins ed., 1943.
Sidney Alexander Mitchell, A family lawsuit: the story of Elisabeth
Patterson and Jerome Bonaparte, New York, Farrar, Straus and Cudahy, 1958.
Bellissima storia che non conoscevo (quella dell'FBI). Invece sapevo del giornalista accoppato, ma non che ci fosse il suo monumento funerario al Père Lachaise!
RispondiEliminaInteressantissimo.
RispondiEliminaQuesta mi giunge proprio nuova. Storia che non conoscevo.
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