sabato 13 settembre 2014

Lo sceriffo


A me i discorsi sulla cosiddetta multipolarità non mi persuadono molto, sarà perché tutta questa multipolarità non riesco a vederla. Anche se la sua egemonia è per alcuni aspetti in crisi, in campo vedo sempre e solo un grande attore protagonista, nella parte dello sceriffo buono e democratico; dall’altra i soliti cattivi, e poi tante comparse. C'è chi teorizza – e sono maggioranza – che senza questo sceriffo sarebbe il caos e conflitti ovunque, ma quante delle situazioni di crisi e dei conflitti passati e in corso sono responsabilità diretta dello sceriffo?

A riguardo della multipolarità prendiamo l’esempio della Cina, della più popolosa nazione del pianeta che starebbe, ci dicono, per superare economicamente nientemeno che gli Stati Uniti d’America, e però i cinesi hanno un potere d’acquisto procapite che li colloca al 93° posto, mentre gli americani sono al 6° (pur con tutta la faccenda dei food stamps di cui i liberisti e i rigoristi all’amatriciana non amano parlare troppo).

Lo status di superpotenza economica della Cina si basa chiaramente sulla sua enorme popolazione e sulla notevole potenza industriale e commerciale creata dal massiccio spostamento di capitali in particolare dagli Usa e dall’Europa negli ultimi 30 anni, nel perseguimento della minimizzazione dei costi di produzione e la massimizzazione dei profitti.



Gli Usa restano la maggiore potenza militare del pianeta, la prima forza nucleare, navale, aeronautica, spaziale, con un primato tecnologico e una struttura della ricerca scientifica applicata che non ha eguali. Dispongono, direttamente o per tramite dei loro alleati, di centinaia di basi militari in ogni angolo del mondo.

Dal punto di vista militare la Cina è ancora una tigre di carta, la sua forza aerea è modesta, la flotta di superficie è poca cosa e quella subacquea non è molto di più (sull’argomento della flotta subacquea ho scritto un post a suo tempo). Certo, è una grande potenza economica, e una delle tre potenze nucleari in possesso di missili balistici, ma non è una potenza abbastanza forte da poter imporre un proprio gioco strategico, al momento, in ambito economico, politico e militare.

Lo stesso discorso vale a maggior ragione per l’India, il Brasile e altre potenze periferiche. Il nuovo ordine mondiale non contempla multipolarità effettive in grado d’impensierire seriamente l’élite transnazionale che governa il mondo (usando il caos a proprio vantaggio). La Cina e le altre potenze economiche emergenti sono completamente integrate nelle politiche neoliberiste globali, senza condividere alcuna sovranità significativa nelle sedi economiche e politiche transnazionali che contano, subendo il potere culturale e mediatico dell’Occidente.

Lo smantellamento dell’indipendenza economica seguito alla globalizzazione e la creazione di economie di esportazione in tutto il mondo ha trasformato la maggior parte delle nazioni in paesi mendicanti che devono ricorrere agli investimenti delle multinazionali e ai prestiti degli organismi finanziari internazionali sotto controllo dell’élite padrona del mondo. Pertanto ogni paese deve ballare questa musica se vuole tirare a campare, e farsi governare da Berlino nel caso dell’Italia, o dagli Usa in molti altri casi.

Poco importa che la Cina detenga gran parte del debito pubblico americano, essa ha il compito di funzionare da cassaforte della cartastraccia emessa dal Tesoro americano, sempre con la minaccia che gli Usa stacchino la spina e s’inneschi un cataclisma sociale (magari con esiti yugoslavi, come magari prefigura “qualcuno”).

Solo la Russia in qualche modo sta tenendo testa al nuovo (?) ordine mondiale guidato delle élite occidentali, ma fino a quando? Fino al momento in cui in Russia non prevarrà la frazione borghese filoglobalista. 


7 commenti:

  1. Non è un caso che appena alcuni paesi tentino di smarcarsi dal dollaro succeda loro qualche inconveniente (mi riferisco al vertice dei capi di stato dei cosiddetti BRIC tenutosi in Brasile, mi sembra la scorsa estate).

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    1. ti sbagli, è solo un caso, lo dice anche John Perkins nel suo Confessioni di un sicario dell'economia

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  2. Abbia pazienza, cosa intende, ossia in che modo gli USA staccherebbero la spina?
    Grazie anticipato per la risposta.

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  3. articolo molto esplicativo Olympe ...ma spiegami cosa intendi per cataclisma sociale (magari con esiti yugoslavi, come magari prefigura “qualcuno”) mi interessa molto capire . grazie e saluti cari

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    1. ma sì, se è necessario sfruttano la destabilizzazione come in yugoslavia e ora in ucraina: dive et impera è il loro motto.
      cari saluti a te

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